
[14/05/2010] News
GROSSETO. Il federalismo demaniale ha compiuto ieri un altro passo con l'approvazione del testo in Commissione bicamerale, anche se con la Lega in minoranza. «Il Pd e il Pdl hanno approvato un testo nel quale si chiedono, tra l'altro, adeguate garanzie sulla tutela del patrimonio ambientale che come prescrive la Costituzione deve rimanere allo Stato e si raccomanda che tra i beni demaniali non trasferibili siano inserite anche le parti di demanio che fanno parte di aree protette nazionali» hanno spiegato Roberto Della Seta, Francesco Ferrante e Raffaele Ranucci, senatori Pd e membri della Commissione Ambiente, al termine della seduta
L'auspicio dei tre senatori del Pd è adesso «che le osservazioni votate a larga maggioranza in Commissione Ambiente siano recepite dal Governo nella stesura definitiva del decreto».
Ma non è accolta con favore da Legambiente l'ipotesi prevista in questo avvio di federalismo fiscale che, si legge in una nota dell'associazione, «avvia la possibilità di trasferire molti beni statali agli enti e alle autonomie locali, sebbene con procedure di alienabilità immutate, aprendo la strada alla possibilità per Comuni, Province e per lo Stato di fare cassa svendendo caserme e aeroporti ma anche miniere, terreni, laghi e fiumi, parti di paesaggio che costituiscono un patrimonio unico per il Belpaese».
Riguardo al demanio idrico la bozza iniziale è stata ridimensionata con l'esclusione di fiumi e laghi che attraversano più regioni, e gli specchi d'acqua chiusi e privi di emissari di superficie saranno alienabili alle province.
«La ricchezza dell'Italia - ha dichiarato il vicepresidente nazionale di Legambiente Sebastiano Venneri (Nella foto)- consiste proprio in quella vasta e diffusa disponibilità di beni demaniali quali spiagge, laghi, panorami che devono rimanere beni comuni, seppur gestiti dagli enti locali, potenzialmente a disposizione di tutti, anche delle generazioni future. Le procedure per il passaggio dei beni demaniali alle autonomie e agli enti invece rappresenta l'anticamera della dispersione del patrimonio, della svendita al miglior offerente di pezzi pregiati del paesaggio italiano che deve rimanere incommerciabile».
Una ipotesi accettabile sarebbe stata allora per Legambiente distinguere tra beni indisponibili come le spiagge, i laghi e le aree pregiate che necessariamente debbono appartenere alla collettività, da quegli immobili quali caserme e altri edifici di nessun valore paesaggistico, naturalistico e culturale, che possono essere invece trasferiti e venduti.
E c'è andato giù duro, con il giudizio sul federalismo demaniale, il segretario nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che lo ha definito «Una tangente di Stato legalizzata».
«Di per sé- ha spiegato Bonelli- il passaggio agli enti locali non è certo una cattiva cosa. Il problema nasce però quando si vanno a leggere bene le carte. C'è infatti una norma che prevede la possibilità, per gli enti locali, di avviare un programma di alienazioni accompagnata da eventuali varianti urbanistiche. Questo significa che potranno vendere un terreno agricolo a un privato ad un prezzo bassissimo, quindi potranno concedere la variante urbanistica per costruire un immobile e l'acquirente vedrà centuplicato l'investimento iniziale».
«Sono convinto - ha poi aggiunto - che i nomi dei ‘beneficiari' siano già stati scritti» e chiede all'opposizione che sul federalismo demaniale faccia ostruzionismo in Parlamento «perché non si può condividere un provvedimento che farà decuplicare i conti correnti dei grandi speculatori e cementificatori italiani».