[06/08/2009] News

La Carovana delle Alpi di Legambiente a "caccia" di seconde case

ROMA. Ha attraversato 260 comuni ubicati in località alpine (dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia) per valutarne la qualità turistica, la Carovana delle Alpi di Legambiente realizzata con il contributo del ministero dell'Ambiente, del territorio e del mare. Nell'edizione 2009 è stata riservata una particolare attenzione alle seconde case definite anche 'letti freddi', per il fatto di essere alloggi chiusi e inutilizzati per gran parte dell'anno. «Abbiamo cercato di quantificare le dimensioni di un fenomeno, associato alla speculazione immobiliare, che nella percezione dei residenti è diventato sempre più un elemento di malessere - ha sottolineato Damiano Di Simine, responsabile dell'Osservatorio Alpi di Legambiente - troppe seconde case producono degrado del paesaggio, oneri a carico delle amministrazioni locali, e spesso concorrono al declino delle stazioni turistiche montane, oltre che al generale scadimento delle condizioni di vita di paesi in cui, per gran parte dell'anno, le case chiuse prevalgono su quelle abitate dai residenti».

Per Legambiente il fenomeno delle seconde case è diffuso in tutto l'Arco Alpino, (nel solo territorio italiano si stima la presenza di 590.000 seconde case) ma ad esempio nei Paesi di lingua tedesca, si sta cercando di arginare il fenomeno attraverso vincoli urbanistici e misure fiscali di disincentivo, mentre in Italia si asseconda con provvedimenti come i condoni edilizi ed ora con il Piano casa. «Siamo estremamente preoccupati per le conseguenze che il Piano casa, per come attuato da regioni come Lombardia, Veneto e Friuli, potrebbe determinare sulla crescita insostenibile delle volumetrie e degli alloggi utilizzati come seconde case, e per questo ci appelliamo ai sindaci affinché, ove possibile, introducano limiti all'applicazione di questa norma per tutelare non solo l'ambiente, ma anche la qualità turistica del proprio territorio» ha ribadito il vicepresidente di Legambiente Sebastiano Venneri. Le località sciistiche che vanno per la maggiore, dove si concentrano i maggiori flussi turistici, hanno visto sviluppare anche il fenomeno delle seconde case ma la classifica stilata da Legambiente riserva anche qualche sorpresa: il record assoluto è detenuto dalla località piemontese di Bardonecchia, che nel suo territorio ospita ben 7892 seconde case, a fronte di 1429 abitazioni occupate da residenti. Ma in relazione al numero di residenti ci sono anche situazioni peggiori. Sempre in Piemonte- segnalano dall'associazione del cigno- c'è il caso di Frabosa Sottana, nel cuneese, località che in passato ha inseguito il sogno di diventare grande polo dello sci e in cui oggi  il cemento di ben 6600 case è un peso insopportabile per i 1390 residenti, visto che il rapporto tra seconde case e residenze è pari a 10 a 1. Tra le regioni virtuose viene segnalato l'Alto Adige, dove le seconde case sono una presenza assolutamente marginale con il Sudtirolo (tranne rare eccezioni) indicato da Legambiente come un vero e proprio modello turistico di successo con una dotazione di posti letto superiore a un terzo dell'intera accoglienza turistica alpina. Le località più cementificate sono invece concentrate nelle regioni del Nord-Ovest: i 25 comuni 'top' per quantità di seconde case sono Piemontesi (8), lombardi (7), veneti (5), valdostani (3) e trentini (2).

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