[18/05/2010] News
LIVORNO. Chris Oynes, il criticatissimo direttore dell' Offshore energy and minerals managemnent at the service (Oemm), una branca dell'altrettanto criticato Minerals management service Usa (Mms), ha annunciato con una e-mail inviata ai suoi colleghi che lascerà il suo incarico alle fine del mese. Sembrerebbe la prima testa importante del Mms che salta dopo il disastro della piattaforma petrolifera "Deepwater Horizon" della Bp e il successivo e finora inarrestabile sversamento di petrolio.
Oynes era sotto accusa, soprattutto da parte dei precedenti responsabili dello Mms, per la sua vicinanza e collaborazione con le multinazionali petrolifere che l'Oemm avrebbe dovuto controllare e regolamentare, sospetti che rendevano sempre più improponibile la sua permanenza anche a capo di altri due settori: come responsabile del programma Outer continental shelf oil and gas e per lo sviluppo e l'applicazione del programma per le nuove energie alternative.
Leggendo la biografia di Oynes sul sito dell'Oemm si scopre che proprio l'amico delle Big Oil colpevoli dell'ecocidio in corso nel Golfo del Messico era coinvolto pesantemente nella previsione delle risorse e negli studi ambientali e della sicurezza operativa delle piattaforme offshore delle grandi compagnie petrolifere.
Le sue dimissioni arrivano dopo che il segretario agli interni Ken Salazar ha reso note le line di una serie di riforme che puntano a modificare il modo in cui il dipartimento degli interni e lo Mms si occuperanno della trivellazione di petrolio e gas.
Salazar ha detto che «Stabilirò un sistema più ordinato, aperto e rispettoso dell'ambiente per sviluppare le risorse petrolifere e di gas naturale sui terreni pubblici. La fuoriuscita di petrolio che ha conosciuto la BP ci ricorda la maniera in cui dobbiamo continuare a sostenere le riforme sulle quali abbiamo lavorato e che sappiamo essere necessarie».
Salazar non si fida affatto della Bp ed ha messo in dubbio anche il successo vantato dalla Bp con il tubo che aspirerebbe almeno il 20% della fuoriuscita di petrolio. In un comunicato congiunto con la segretaria alla sicurezza Interna, Janet Napolitano, definisce l'operazione della British Petroleum «Non chiara» e con l'utilizzo di una tecnica che «Non rappresenta una soluzione».