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[18/05/2010] News toscana
LIVORNO. La vicenda delle due centrali a biomasse già al centro di alcune critiche a livello politico e di due Commissioni consiliari, è finita in Procura. A firmare l'esposto indirizzato ai giudici, Medicina democratica e il Comitato Difesa ambiente. Per loro, che hanno già fatto ricorso al Tar contro l'impianto della Porto Energia (Compagnia Portuale), l'iter che ha condotto alla determina dirigenziale della Provincia, è illegittimo. Gli attivisti avrebbero individuato infatti alcuni reati. «Dovranno valutare i giudici, è ovvio, ma per noi ci sono troppe cose che non vanno», ha spiegato Mario Martelli di Difesa ambiente. A partire dal mancato rispetto del Piano di risanamento ambientale della Regione fino al trattato di Aarhus, senza dimenticare i piani di indirizzo non vincolanti come il Pier.
Secondo gli attivisti, il Piano Regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell'aria 2008-2010 (Prrm 2008-2010), individua l'area di insediamento dei due impianti come area da risanare, quindi da non sottoporre a ulteriori pressioni ambientali. «Il piano afferma, tra l'altro, che la sua attuazione è capace di produrre una «riduzione di anni di vita persi» e che «il risparmio delle spese sanitarie influenza principalmente il miglioramento dei conti pubblici», hanno spiegato da Medicina democratica. Sul fronte della partecipazione, non è stato applicato il trattato di Aarhus, strumento utile anche alla tutela della salute, come dichiarato dallo stesso documento: «un'adeguata protezione dell'ambiente è essenziale per il benessere umano così come per il godimento dei diritti fondamentali dell'uomo, compreso il diritto alla vita stessa».
Nell'esposto c'è infine spazio per un atto di accusa contro Asl e Arpat, la prima avrebbe rilasciato ha rilasciato pareri favorevoli e immotivati; la seconda che pur avendo evidenziato gravi criticità ambientali non avrebbe concretamente prospettato l'ipotesi di diniego alle autorizzazioni.
Grandi lacune risulterebbero, infine, negli atti autorizzativi pubblicati, dove non c'è traccia del rispetto delle prescrizioni Arpat riguardanti la ricerca di specifici inquinanti negli oli combustibili. «Emerge poi il dubbio che le due società proponenti abbiano fornito dati inattendibili con lo scopo di eludere le leggi e ottenere le richieste autorizzazioni", hanno dichiarato Maurizio Marchi di Md. «In conclusione - hanno spiegato Md e Difesa ambiente - sembra che siano state commesse gravi irregolarità a danno sia della salute che dei conti pubblici, e che si sia consentito l'insediamento di due centrali altamente inquinanti e per di più neanche capaci di fornire, rispetto alle comuni centrali elettriche esistenti in provincia, significative quantità di energia elettrica».
«Sono accuse senza alcun fondamento e molti gravi perché mettono in discussione la legittimità del percorso di approvazione di enti pubblici», ha subito replicato a greenreport il presidente della Compagnia portuale Enzo Raugei.