[19/05/2010] News
LIVORNO. Il legame tra repubblicani e petrolieri era più che noto, tanto che un petroliere americano, George W.Bush ha fatto il presidente per 8 anni e i due presidenti Bush hanno fatto le due guerre petrolifere irakene (e afghana) non ancora terminate. Ma ora il gorgo oleoso del disastro della piattaforma petrolifera della BP nel Golfo del Messico rischia di inghiottire anche la residua credibilità di un partito che ormai vive solo dell'odio verso il "socialista" Barack Obama.
Il presidente Usa oggi ha criticato senatori repubblicani che con il loro ostruzionismo sono riusciti a rinviare per la seconda volta il voto che metterebbe finalmente vincoli e alzerebbe le quote di indennizzo a carico delle Big Oil che hanno pozzi petroliferi e gasieri off shore. Nemmeno la tragedia del Golfo convince la destra repubbloicana che forse l'iperliberismo applicato alle risorse e all'ambiente di tutti non è la soluzione ottimale, che qualche regola per contenere l'ingordigia e l'azzardo bisognerebbe metterla.
Intanto il petrolio sembra inarrestabile: la National oceanic and atmospheric administration (Noaa) ha esteso ulteriormente a nord i confini della zona chiusa alla pesca nel Golfo del Messico, «Come misura precauzionale per garantire che i frutti di mare dal Golfo restino sicuro per i consumatori. Anche se le ultime analisi dimostrano che la maggior parte del petrolio resta a decine di chilometri dalla loop current, i nuovi confini tengono conto della possibilità che un "braccio" di petrolio leggero possa essere entrato nella loop current».
L'area chiusa alla pesca è ora di 45.728 mila miglia quadrate, quasi il 19% delle acque Usa del Golfo del Messico federale. Il resto, quasi 195.000 miglia quadrate è ancora aperto alla pesca. Il nuovo settore chiuso alla pesca è a 150 miglia dal porto più vicino ed è utilizzato soprattutto per la pesca in acque profonde con palangari pelagici che catturano soprattutto specie migratorie, come il tonno e il pesce spada.
Jane Lubchenco, sottosegretaria al commercio per gli oceani e l'atmosfera e amministratrice della Noaa, respinge le accuse dei repubblicani (e di diversi ambientalisti) e spiega che «La fuoriuscita di petrolio della BP è senza precedenti e cambia rapidamente. La reazione dell'Amministrazione sin dall'inizio è stata aggressiva, strategica e su base scientifica.. Mentre abbiamo esteso l'area chiusa alla pesca, stiamo facendo ciò che esige da noi la scienza e stiamo agendo con cautela per garantire la sicurezza dei prodotti di mare che gli americani metteranno nei loro piatti a cena. Noi siamo fianco a fianco con i pescatori costa del Golfo e le loro famiglie in questi tempi difficili».
La loop current è un'area di acqua calda che sale dai Caraibi, passando per la penisola dello Yucatan e il Golfo del Messico, è anche conosciuta come la corrente della Florida, visto che scorre attraverso lo stretto di Florida e poi fluisce nella Corrente del Golfo che si dirige a nord fino alla costa orientale degli Stati Uniti.
La Florida comincia a preoccuparsi, il timore è che il flusso della corrente incontri il dinamica ed enorme "vortice" di petrolio portando la marea nera sulle coste dello Stato. «Le immagini satellitari il 17 maggio indicano che la maggior parte del petrolio è a decine di chilometri di distanza dalla loop current - dice la Noaa - ma un braccio del greggio è stata trasportata in prossimità del loop. La probabilità che il petrolio venga agganciato sta crescendo la chiazza potrebbe arrivare in 8-10 giorni» in Florida.
La Food and drug administration Usa (Fda) sta lavorando per implementare i campionamenti dei prodotti di mare dentro e fuori l'area chiusa alla pesca, ma anche sui pescherecci e nei mercati, e Margaret Hamburg, commissaria della Fda sottolinea che «A causa della sversamento senza precedenti di petrolio in corso, la Fda riconosce che la chiusura da parte del Noaa di queste acque federali sia uno strumento di salute pubblica per prevenire che prodotti del mare potenzialmente pericolosi siano raccolti e raggiungano i consumatori. Siamo consapevoli che sarà necessario valutare continuamente i suoi confini secondo come si evolve la situazione. La Fda continuerà inoltre a collaborare strettamente con la Noaa sulle future decisioni di riaprire o chiudere la pesca».
Nel Golfo del Messico ci sono 3,2 milioni di pescatori sportivi e nella regione nel 2008 ci sono stati 24 milioni di "viaggi per pesca" , mentre la pesca commerciale nel Golfo nel 2008 ha pescato oltre un miliardo di libbre di pesce e frutti di mare.