[20/05/2010] News toscana

Il progetto per l'Elba di Italia Nostra: custodire il passato per immaginare il futuro

PORTOFERRAIO. La sezione Isola d'Elba e Giglio di Italia Nostra ha come missione il perseguimento degli obiettivi che l'associazione si pone dal momento della sua nascita: la tutela dei beni architettonici, artistici ed ambientali del territorio di competenza. Da un recente dibattito tra i soci della sezione è scaturito un progetto di ampio respiro, in particolare per l'isola d'Elba, indispensabile, all'interno della suddetta missione, per tracciare una linea di sviluppo socio-economico e culturale che possa "ricompattare" tutte le risorse disponibili.

"Arcipelago Toscano": custodire il passato per immaginare il futuro è un titolo che riassume bene le finalità del progetto e ,come detto,si focalizzerà inizialmente sull'Elba.

Anzitutto mi sento di battezzarlo come un progetto di recupero "culturale", dove il concetto di "cultura" deve essere letto in senso antropologico: non solo la cultura scritta, alta, ma anche la cultura popolare, gli usi e i costumi, le abitudini di vita, le peculiarità dei singoli paesi, delle singole località, dei singoli personaggi.

Tutto deve essere catalogato, recuperato e messo a fattor comune, affinché niente e nessuno si possa sentire escluso; perché un domani nessuno possa ritenere che il progetto privilegi un comune piuttosto che un altro. Un secondo punto del progetto riguarda la nostra identità: oggi si parla molto della perdita dei valori base della vita e ci lamentiamo di fare poco per il loro recupero. Ciò avviene anche per l'identità. Ma in effetti sappiamo definire esattamente la nostra identità?

Dopo la guerra, negli anni '50, l'Elba viveva di agricoltura e di miniere ed il turismo muoveva i primi passi in forme elitarie e di nicchia; quella generazione era molto radicata sul territorio, ma in genere non colse l'importanza del turismo, subendolo passivamente, quasi con un certo "fastidio", impedendo alla successiva di comprenderne a sua volta la strategicità, mentre molti lasciavano, incoraggiati a farlo, l'isola.

Non investendo sul nuovo o abbandonando, si è permesso che il "globale" penetrasse nel "locale" e provocasse un progressivo processo di "deterritorializzazione"; la frammentazione amministrativa, poi, è stata il maggior acceleratore negativo di questo processo, enfatizzando la nascita e la proliferazione di un'identità a macchie di leopardo. Si sono perse, via via, le tradizioni a favore di un'identità "fai da te" improvvisata, che fornisce un'illusione di autenticità, ma che poi naufraga a causa della sua stessa pochezza, sia in termini di contenuti che di risorse. Ecco, dunque, la necessità di un recupero preciso della nostra identità, anche qui andando a classificarne le componenti realmente autoctone e declinandola secondo una visione di processo di modernizzazione oramai ineludibile.

All'interno di un processo generale che, fortunatamente, sembra interessare molti, in questo momento, anche noi, dunque, dobbiamo capire se siamo ancora capaci di memoria; se, in pratica, sappiamo consegnare alle nuove generazioni le esperienze passate e valorizzare quelle presenti ed attive.

La memoria non è sinonimo solo di "sapere" ma attraversa campi più sottili, dalla mappatura del Dna alla testimonianza della realtà, come più volte si sente ripetere da alcuni scrittori contemporanei.

Il nostro progetto ha l'ambizione di far diventare la memoria il patrimonio di tutti gli elbani, in un quadro di recupero più generale. E' sul "senso collettivo", ancora piuttosto scarso, che si deve lavorare e noi vogliamo dare un modesto contributo nello specifico. Staremo anche molto attenti a blindare il messaggio che passeremo attraverso il sottoprogetto di Comunicazione che vogliamo implementare: è, infatti, molto probabile che per un dannoso e diffuso pregiudizio si recepisca il messaggio che la memoria è qualcosa che appartiene solo ad una "élite" culturale. In realtà perseguiamo l'obiettivo contrario: fermare la memoria su un tempo, su un luogo, in un certo periodo storico, per poi dilatarla e proiettarla sul presente, farla "accomodare" sul treno in corsa dell'accoglienza, sia in prima che in seconda classe.

Il progetto si avvale di uno o più referenti per Comune,nel rispetto dei valori di appartenenza succitati. Il loro compito consiste nel raccogliere tutta la documentazione,le testimonianze,il materiale in genere che riguarda le nostre tradizioni,nonché le attività culturali attualmente attive. Come tutti gli altri interventi che effettuiamo, nel rispetto dei principi sanciti dal nostro Statuto e dalla missione che ci siamo dati al momento della ripartenza della Sezione,anche questo progetto sarà affrontato da soci e non soci secondo una logica di concreta e fattuale pianificazione. Ciò significa che stiamo delineando le linee direttrici del progetto, definendo un Piano di Azione in cui sia chiaro chifa/che cosa/come/quando, controllando e monitorando lo stato di avanzamento dei lavori.

Tali linee direttrici si muoveranno attraverso: l'attivazione e la sollecitazione all'azione dei cittadini;la diffusione della tradizione,di un gioco di strada perso nella memoria, di un bene culturale deve costituire la molla per una mobilitazione dei cittadini che ,riappropriandosene, ritrovano il senso di appartenenza e di identità. la collaborazione con tutte le associazioni ambientaliste e culturali presenti sul territorio è la più ampia garanzia di interazione anche con le Istituzioni che, già pesantemente penalizzate da una frammentazione amministrativa deleteria,avranno così un esempio di come, anche all'Elba, si possono raggiungere obiettivi di unitarietà. la capacità di portare avanti processi realizzativi concreti è segno di saper "intraprendere" senza perdersi in piani complessi di difficile riuscita;l'obiettivo deve essere quello di traghettare i tanti "circoli virtuosi" presenti in percorsi culturali permanenti così da costruire anche una produzione culturale che sappia trasformare la cultura in potenzialità economica.

* presidente di Italia Nostra Isola d'Elba e Giglio

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