[24/05/2010] News
LIVORNO. La Conferenza nazionale sulla biodiversità è stata proceduta da numerose polemiche e da molti mugugni sulle modalità di convocazione e di organizzazione delle quali greenreport ha puntualmente riferito, ma alla fine i più sconcertati e delusi potrebbero esse i partiti di riferimento del ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo che, soprattutto a livello locale, si distinguono nella battaglia contro i parchi, le aree marine protette e Forse gli antiparco e nello sminuire "la fissazione" per la protezione della biodiversità.
La Prestigiacomo ha annunciato alla Conferenza che intende davvero cambiare la Legge quadro sulle Aree protette, ma che intende farlo tenendo conto dei suggerimenti di qualcuno che di solito non sta proprio simpatico ai sindaci e agli esponenti locali del Pdl proprio per la sua impostazione: «Ebbene, accogliendo il contributo di tutti e del Wwf in particolare - ha detto il ministro - credo sia venuto il momento di elaborare una legge quadro che partendo proprio dalla tutela generale della biodiversità ridefinisca anche il sistema delle aree protette. Ma una legge, anche la migliore delle leggi, non sarà, da sola, esaustiva della nostra sfida per l'ambiente. La battaglia che tutti assieme dobbiamo vincere è soprattutto culturale, per far diventare la tutela della biodiversità un valore comune, un impegno sociale diffuso, un dovere etico".
D'altronde il ministro aveva dichiarato prima che «A questa piattaforma programmatica si è già giunti attraverso un confronto ampio avviato il 13 aprile scorso attraverso workshop, organizzati con la preziosa collaborazione del Wwf e che si sono svolti a Firenze Padova, Napoli e presso il Parco del Circeo coinvolgendo più di 400 partecipanti». La Prestigiacomo tra le associazioni ambientaliste cita solo il Wwf e (al cui presidente onorario Fulco Pratesi ha consegnato anche un premio alla carriera) e qualcuno ha fatto notare che si è dimenticata di ringraziare persino gli uffici del suo ministero, anche se un riconoscimento alla carriera è stato assegnato al direttore generale Aldo Cosentino.
Presto abbandonate le suggestioni delle fondazioni e dei parchi aziende, il modello proposto dalla Prestigiacomo, per le Aree protette sembrerebbe quindi ispirarsi a quello delle "Oasi" del Wwf, probabilmente in senso più "naturalistico" e meno "federalista" della Legge 394/91, come d'altronde lo stesso ministro ha già proposto nella sua bozza per la revisione della Legge 393/91 che Greenreport ha illustrato qualche mese fa e che aumenterebbe i poteri del ministero, del presidente e del direttore del Parco e affida agli enti Locali un ruolo molto marginale ed al direttivo un compito di pura certificazione delle decisioni prese, non disdegnando una gestione più "privata" dei parchi. Una visione che non collima con quella del centro-sinistra e nemmeno con quella di un bel pezzo di Pdl (per non parlare della Lega e dei suoi esponenti anti-parchi e pro-caccia no-limits), ma nemmeno con le proposte avanzate dai sottosegretari della stessa Prestigiacomo o dal presidente della Commissione ambiente del Senato Antonio D'Alì.
Dal canto loro le maggiori associazioni ambientaliste (Legambiente, Lipu, Fai, Cts e lo stesso Wwf), le grandi associazioni scientifiche italiane e Federparchi, in chiusura Conferenza nazionale per la biodiversità, hanno sottoscritto un documento comune che, pur apprezzando l'iniziativa della Prestigiacomo, non sono proprio tenere con il ministro:
«Rilevato che i brevi tempi intercorsi tra la convocazione della Conferenza e la sua effettiva realizzazione hanno reso difficile l'efficacia del percorso partecipativo e richiedono di costruire un processo che abbia nella Conferenza il punto di partenza e non quello di arrivo;
Rilevato che negli interventi della Conferenza è emersa una condivisione da parte di molti soggetti scientifici e della conservazione di criticità che riguardano la stesura attuale del documento della Strategia nazionale per la biodiversità;
Congiuntamente, in uno spirito costruttivo e propositivo nei confronti del Mattm;
Auspicano: Che la Strategia integri al suo interno, in particolare: la definizione di priorità ed in particolare l'individuazione di obiettivi specifici prioritari identificati con precisione (misurabili, con responsabilità di attuazione in capo a soggetti specifici, con tempi definiti, con identificazione dei costi necessari e delle fonti di finanziamento, con un adeguato sistema di monitoraggio dei risultati ottenuti);
l'assunzione di precisi impegni di governo da parte dell'Amministrazione centrale che riguardino la costruzione di una politica nazionale per il rafforzamento di una filiera tra ricerca, ricadute territoriali nelle aree protette, nelle aree della Rete Natura 2000 e sul paesaggio, applicazioni nei diversi settori produttivi, con grandi potenziali ricadute sull'occupazione e sull'economia del paese;
il pieno coinvolgimento delle Regioni e delle Autonomie Locali nella definizione e nell'attuazione della Strategia, nonché l'assunzione da parte loro delle responsabilità di competenza nella sua attuazione;
l'inserimento nelle politiche finanziarie di governo di un livello adeguato di spesa e di investimento strutturale per l'attuazione della Strategia, che possa mobilitare considerevoli ricadute economiche ed occupazionali, realizzando anche a livello internazionale la "Grande Opera della Biodiversità";
potenziare il ruolo delle aree protette - nazionali e regionali , pubbliche e private - quali sedi privilegiare per la ricerca di base ed applicata, la sensibilizzazione e la conservazione, dotandole di risorse adeguate e di strumenti di verifica di efficacia e di efficienza, come esportatori di know how a servizio dell'intera strategia, come nodi della rete; promuovere programmi e azioni che facilitino la partecipazione e il coinvolgimento delle comunità locali e dei diversi attori sociali ed economici nella definizione degli strumenti operativi per l'attuazione della Strategia Nazionale per la Biodiversità;
avviare e strutturare un programma per il monitoraggio di tutti gli elementi strutturarli e funzionali della biodiversità in Italia al fine di valutarne lo stato di conservazione;
sviluppare e sostenere la ricerca di base e applicata alla conservazione come elemento fondante della Strategia Nazionale per la Biodiversità (programma nazionale di "100 dottorati per la biodiversità", cartografia nazionale flogistica e faunistica, rete nazionale delle aree permanenti, iniziativa tassonomica nazionale, rete per le ricerche ecologiche di lungo termine, ecc...)».