
[24/05/2010] News
FIRENZE. La carenza idrica si fa e si farà sentire sempre di più anche in Europa e addirittura la Commissione europea nel suo dossier "2012 Water Scarcity and Droughts - Policy Review" parla di vera siccità. L'area più vulnerabile come è noto è quella dell'Europa meridionale e le precipitazioni più intense registrate nel 2009 e inizio 2010 non devono trarre in inganno.
Il prelievo di risorsa idrica è ancora superiore alla sua rigenerazione e le tendenze in atto non sono state invertite. Per la Commissione serve un impegno più incisivo a cominciare da una efficace politica di tariffazione dell'acqua, misure concordate di promozione dell'efficienza e del risparmio idrico. Per dare risposte adeguate in grado di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici in atto, c'è necessità anche di infrastrutture per la cui realizzazione sono necessarie risorse economiche. Ma i Paesi del Mediterraneo (Italia, Spagna, Grecia), chi più chi meno, non godono di buona salute da questo punto di vista e il settore, a torto a nostro avviso, non viene ritenuto tra quelli più idonei per il rilancio economico ed occupazionale di questi Paesi. La Commissione inoltre fa sapere che la scarsità idrica ora non riguarda solo i Paesi del Mediterraneo. Ad esempio nella Repubblica ceca ci sono zone colpite con frequenza da carenza idrica e la Francia e il Belgio hanno registrato fenomeni di eccessivo sfruttamento delle falde acquifere.
La Commissione europea fa presente che da anni invita gli Stati membri ad adottare politiche finalizzate a migliorare gli strumenti di gestione idrica, misure atte ad aumentare l'efficienza e risparmio idrico. Secondo la Commissione applicando dispositivi domestici sarebbe possibile ridurre il consumo idrico totale del 19%, pari ad una diminuzione del 3,2% del volume di acqua estratto ogni anno nell'Ue. Riducendo il consumo idrico dei prodotti connessi al consumo di energia, come rubinetti, docce e vasche, si potrebbe anche ridurre del 20% il fabbisogno di energia necessaria per riscaldare l'acqua; infine, modificando la durata delle docce, la frequenza dei bagni o l'utilizzo dei rubinetti, il consumo di acqua potrebbe ridursi del 20-30 per cento circa.
Almeno in Italia questi dispositivi talvolta sono stati adottati ma non in modo diffuso mancando una cogenza normativa: si tratta di inviti ed indicazioni al risparmio che vengono accolti in base alle sensibilità dei singoli. Complessivamente i consumi aumentano un po' in tutti i settori e ancora prevale la gestione dell'offerta a prescindere delle disponibilità idriche dei territori (l'acqua si va a prendere più lontano), non si ricicla e non si riusa. Inoltre le risorse idriche non convenzionali (ad esempio acque meteoriche e acque reflue depurate) sono scarsamente utilizzate. In vista del riesame della politica in materia di carenza idrica e siccità, previsto per il 2012 da parte della Commissione europea, sarà necessario dare indicazioni più restrittive agli Stati membri e pensare a degli obiettivi comunitari per l'acqua così come sono stati individuati per il settore energetico.