[24/05/2010] News toscana

Le Bandiere blu dal "porto turistico" di Marciana Marina al Senato

MARCIANA MARINA (Livorno). Il sindaco di centro-destra di Marciana Marina, Andrea Ciumei cerca di chiudere la querelle con l'opposizione di sinistra della Lista Civica che chiede chi abbia pagato il contributo per ottenere la Bandiera Blu per un approdo turistico inesistente e porta le testimonianza dell'onorevole Udc e sindaco di Rio Martina Francesco Bosi che parla di cifre che si aggirerebbero intorno ai 20 mila euro, ma la risposta di Ciumei rischia di risultare ancora più compromettente: «Dopo la insulsa filippica contro la bandiera blu assegnata a Marciana Marina, dopo aver sparato indirettamente ad alzo zero contro i loro paesani e contro un aiuto esterno all'economia del paese e dell'Elba, dopo aver toccato con mano che sono del tutto isolati, De Fusco e Mazzantini hanno ancora la faccia per proporsi all'opinione pubblica e per rilanciare le loro inutili allusioni. Ritengo fuori luogo rispondergli di nuovo e preferisco lasciarli cuocere nel loro brodo di tracotanza e di saccenza, di invidie e di rancori».

L'opposizione fa rilevare che «Il problema era però proprio quello del presunto "aiuto esterno" che il sindaco sembra confermare e un aiuto "esterno" per l'assegnazione della Bandiera blu ad un approdo ancora da realizzare e con un Piano regolatore portuale ancora da approvare pone qualche dubbio sulla trasparenza dell'operazione e sui possibili interessi di qualcuno che potrebbe in futuro anche concorrere alla gestione dell'Approdo turistico, quando verrà realizzato alla fine di un lungo iter appena cominciato. Il Sindaco fa male ad arrabbiarsi ed offendere, farebbe bene a non svicolare e a spiegare chi sono questi benefattori della Bandiera blu e quali eventuali interessi abbiano nel porto attuale e futuro».

Intanto l'affaire delle Bandiere blu arriva molto più lontano del porticciolo e del consiglio comunale del minuscolo comune di Marciana Marina e approda addirittura in Senato con un'interrogazione dei radicali Donatella Poretti e Marco Perduca. I due senatori si rivolgono al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed al ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo partendo da quello che prevede la Direttiva europea 91/271/CEE in base alla quale «Il nostro Paese avrebbe dovuto predisporre, entro il 31 dicembre 2000, sistemi adeguati per il convogliamento e il trattamento delle acque nei centri urbani con oltre 15mila abitanti;

recentemente, la Commissione europea ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'UE per violazione della richiamata direttiva del 1991 sul trattamento delle acque reflue urbane; risulta infatti che un numero elevato di città e centri urbani non sia in regola con la normativa, per cui già nel 2004 l'Italia aveva ricevuto una prima lettera di diffida e un secondo e ultimo avviso è stato notificato nel febbraio 2009; tali diffide erano relative alla situazione di circa 178 città e centri urbani, tra cui Reggio Calabria, Lamezia Terme, Caserta, Capri, Ischia, Messina, Palermo, San Remo, Albenga e Vicenza, che non si erano ancora conformati alla direttiva sul trattamento delle acque reflue; oggi, il deferimento dell'Italia alla Corte di giustizia europea è dovuto alla situazione ancora irregolare dei comuni di Capri, Ischia, San Remo, Albenga e Vicenza».

Per la verità la situazione è ancora peggio perché i 15 mila abitanti non sono, come spesso si "interpreta" in Italia, gli "abitanti equivalenti", cioè gli abitanti veri e i turisti presenti "spalmati" lungo tutto l'anno, ma le presenze in un determinato comune o aggregazioni di comuni durante il periodo di punta. Il che farebbe finire nella lista dei cattivi anche coloro che hanno depurazione insufficiente e tutti quei Comuni costieri che non ce l'hanno proprio anche se non raggiungono i 15 mila abitanti.

Comunque, Poretti e Perduca evidenziano anche che «L'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) che ha pubblicamente denunciato queste inadempienze, ha anche evidenziato come, proprio negli stessi giorni, la Federazione per l'educazione ambientale avesse assegnato il maggior numero di bandiere blu (17 per mare e spiagge pulite e qualità dei servizi) alla Liguria, regione in cui ci sono ben 19 Comuni e aggregazioni urbane inadempienti al trattamento delle acque reflue urbane».

Nell'interrogazione si evidenzia che «Le acque reflue non trattate possono essere contaminate da batteri e virus dannosi e rappresentano pertanto un rischio per la sanità pubblica; - esse contengono quantità notevoli di nutrienti come l'azoto e il fosforo che possono contaminare le acque dolci e l'ambiente marino favorendo la crescita eccessiva di alghe che soffocano le altre forme di vita (eutrofizzazione)».

Quindi i due senatori radicali cjhiedono di sapere: «i motivi del clamoroso ritardo da parte delle citate amministrazioni comunali nel regolarizzare il trattamento delle acque reflue del proprio Comune in modo conforme a quanto previsto dalla direttiva comunitaria 91/271/CEE; quali provvedimenti si intendano adottare per adeguare nel territorio nazionale il trattamento delle acque reflue a quanto disposto dalla richiamata normativa comunitaria, ed evitare in tal modo una condanna dell'Italia da parte della Corte di giustizia della Ue».

 

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