
[07/08/2009] News
LIVORNO. L'aumento del livello del mare minaccia di inondare le nazioni insulari dell'oceano Pacifico ed l'Onu ha lanciato un pressante allarme, chiedendo iniziative ed azioni urgenti per garantire che la sicurezza umana e lo sviluppo non retrocedano rispetto agli attuali livelli. Intervenendo al quarantesimo Pacific leaders forum che è terminato ieri a Cairns, in Australia, il direttore dell'ufficio regionale Asia-Pacifico del Programma per lo sviluppo dell'Onu (Undp), Ajay Chhibber, ha detto «Noi riconosciamo che il cambiamento climatico è una sfida critica per lo sviluppo con enormi implicazioni per l'intero settore dello sviluppo che riguardano: povertà, mezzi di sussistenza, sicurezza alimentare, conflitti e coesione sociale, solo per citarne alcuni».
Per Chhibber la crisi economica e finanziaria potrebbe portare a dare meno importanza al global warming nella regione e compromettere la capacità di raggiungere gli Obiettivi di sviluppo del Millennio, che cercano di abbattere la povertà, la fame ed altri mali sociali entro il 2015, questo farebbe saltare tutti i piani per realizzare società prospere, pacifiche e sicura nel Pacifico che è già una delle regioni del mondo più sottoposta a catastrofi e rischi naturali che probabilmente sono destinati a peggiorare con l'aumento delle temperature del pianeta.
L'Undp sottolinea che «Alcuni abitanti di villaggi di Kiribati sono già stati costretti ad abbandonare le loro case con l'aumento del livello del mare, ma la delocalizzazione potrebbe essere la scintilla di un conflitto a causa dei tradizionali diritti terrieri». Secondo Richard Towle, rappresentante regionale per Australia, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea e Pacifico della Commissione Onu per i rifugiati (Unhcr) «E' chiaro che il cambiamento climatico aggiunge ampiezza e complessità al movimento ed allo spostamento di esseri umani nella regione. Dobbiamo agire ora se vogliamo trovare delle soluzioni per persone le cui case, terreni e mezzi di sussistenza sono, come si dice, per essere distrutti dall'innalzamento del livello del mare e da violente fluttuazioni dei modelli climatici nella regione».
L'Undp sta collaborando con altre organizzazioni alla realizzazione dell'iniziativa "Interface between Climate Change, Disasters and Potential for Conflict in the Pacific" che punta a rafforzare le capacità di gruppi nazionali e regionali di prevenire e gestire I conflitti violenti innescati dal global warming.
«Il cambiamento climatico e l'aumento della gravità e della frequenza delle catastrofi naturali sono la causa di spostamenti di massa, insicurezza per i livelli di sussistenza e crescente instabilità - ha detto al summit di Cairns Jean-Luc Stalon, senior regional advisor per la prevenzione delle crisi e l'assistenza del Pacific Centre dell'Undp di Suva, nelle Figi - Dobbiamo concentrarci sull'integrazione dei rischi del cambiamento climatico nelle iniziative di prevenzione dei conflitti, prima che sia troppo tardi e troppo costoso».
Nel suo messaggio al Forum, il Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha annunciato che le Nazioni Unite istituiranno un nuovo sistema per attenuare l'impatto della crisi economica mondiale sui Paesi più poveri, come quelli della regione del Pacifico che sono già colpiti dal cambiamento climatico.
«Tutte le ripercussioni della crisi economica non si sono ancora fatte sentire, ma sappiamo già che dobbiamo fare del nostro meglio per evitare che il clima economico sfavorevole comprometta i nostri sforzi per combattere i cambiamenti climatici e per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo del Millennio. Per il Pacifico, il rallentamento è probabile che colpirà duro con la limitazione delle risorse per lo sviluppo, che porterà a perdite di posti di lavoro e ad un calo delle esportazioni, con la creazione di un rischio di instabilità».
Secondo Ban il nuovo Il nuovo Global Impact and Vulnerability Alert System permetterà al mondo «di monitorare meglio l'impatto della crisi e quindi di rispondere meglio. Il cambiamento climatico è in testa all'agenda del vostro Forum, vi invito ad intensificare gli sforzi per chiudere l'accordo a livello internazionale, nel meeting di Copenhagen, in Danimarca, a dicembre, adoperatevi per raggiungere un nuovo patto sulla riduzione emissioni di gas serra. A tal fine, vi invito a partecipare al vertice del clima che convocherò il prossimo mese a New York, e ad utilizzare questo incontro per realizzare quella dinamica politica di cui abbiamo bisogno per un accordo».