[26/05/2010] News

Il rapporto Roussely sul nucleare è "top secret"

LIVORNO. La rete delle associazioni francesi di "Sortir du nucléaire" chiede la declassificazione del rapporto Roussely sull'evoluzione della filiera nucleare francese, presentato l'11 maggio al presidente francese Nicolas Sarkozy e classificato "secret défense", top secret, tanto per far capire quanto nel Paese del nucleare il confine fra nucleare civile e militare sia così labile da essere inesistente.

Il rapporto doveva arrivare sul tavolo di Sarkozy già a fine aprile per "considerare l'evoluzione del nucleare civile all'orizzonte del 2030 in tutte le sue dimensioni". E' questo il testo su cui è stato apposto il segreto di Stato. Secondo il settimanale Le Point, apponendo il marchio "secret défense" «Il presidente della Repubblica avrebbe voluto evitare ogni fuga riguardante il rapporto parziale che gli è stato rimesso l'11 maggio scorso ed al quale manca ancora la parte dedicata al nucleare militare».

Per quelli di "Sortir du nucléaire", «La parola d'ordine è: nascondere la pericolosa decadenza del nucleare francese. Dietro la cortina fumogena dei discorsi sulla trasparenza, si cerca ancora di nascondere ai cittadini informazioni essenziali sulle evoluzioni che colpiranno la sicurezza di tutti i francesi. Nel reame dell'atomo, il nucleare resta un fatto del principe! E' rivelatrice che questa classificazione "secret défense" tocchi anche la parte del rapporto dedicata al nucleare civile. Si può presumere che si tratti di nascondere dei dati "esplosivi" sulle difficoltà molto grandi attraversate dal nucleare francese».

Il rapporto Roussely potrebbe contenere elementi ancora più preoccupanti da quelli già emersi sulla stampa francese?

Secondo gli antinucleari d'oltralpe «La rete elettrica francese è in uno stato pietoso e particolarmente vulnerabile: in caso di attentati anche a un numero ristretto di piloni dell'alta tensione, il black-out è possibile. Il parco nucleare francese è in uno stato di decadimento estremamente inquietante, al punto tale che gli stessi lavoratori del nucleare lanciano l'allarme. Quanto all'Autorité de Sûreté Nucléaire, si autocensura più che mai. A causa della vetustà dei reattori francesi, la loro disponibilità è crollata al suo più basso livello da 18 anni. Il prolungamento annunciato della durata di vita dei reattori francesi costerà una fortuna ad Edf (35 miliardi di euro secondo Henri Proglio), mentre anche dei pezzi cruciali come i generatori di vapore non possono essere rimpiazzati che a un ritmo estremamente lento».

"Sortir du nucléaire" si riferisce agli articoli apparsi su Le Point il 19 maggio (La vétusté des réacteurs nuit à la puissance nucléaire française ) e su Le Monde il 18 maggio (L'électricité sera de plus en plus chère) che gettano una luce penosa sulla favola del nucleare francese sicuro ed economico che ci racconta anche il nostro governo.

Ma i no-nuke francesi non pensano certo che il nucleare di "ultima" generazione, che l'Italia si appresta a comprare da Sarkozy, sia più sicuro e trasparente: «Proprio come gli altri impianti nucleari francesi, il reattore Epr non è progettato per resistere ad un crash di un aereo di linea e la sua progettazione aumenta pericolosamente i rischi di incidente nucleare grave. In caso di incidente nucleare rilevante, I dispositive previsti (piano Orsec-Rad) sono notoriamente insufficienti per proteggere le popolazioni. Anche una distribuzione simbolica di pastiglie di iodio a tutta la popolazione sarebbe impossibile, il numero dei posti letto negli ospedali è irrisorio... e soprattutto, chi sarebbero i volontari per "liquidare" le conseguenze della catastrofe a rischio della loro vita?».

Per "Sortir du nucléaire" la spiegazione di tutta questa segretezza è squisitamente politica: «L''informazione più esplosiva contenuta nel rapporto Roussely, quella che Nicolas Sarkozy vuole accuratamente dissimulare, può essere che sia la seguente: le gigantesche difficoltà del nucleare francese rendono indispensabile la chiusura immediata del programma Epr e che l'uscita dal nucleare è inevitabile!»

Il rapporto Roussely arriva in un momento molto delicate, proprio mentre viene messa in discussione la zarina di Areva, Anne Lauvergeon, per i pessimi risultati ottenuti dal gigante nucleare francese e qualcuno parla di un suo licenziamento prima della scadenza del suo mandato a metà 2011. Probabilmente, oltre ai problemi di sicurezza sollevati dagli ambientalisti, esistono anche strategie nucleari che non si volevano svelare e che invece sono filtrate: il rapporto prevederebbe la creazione di un Groupement d'intérêt économique (Gie) che metterebbe insieme i principali protagonisti e i "fratelli coltelli" del nucleare civile francese: Areva, Edf, Alsthom, Gdf-Suez e il Commissariat à l'énergie atomique.

Questo potentissimo Gie diovrebbe armonizzare e coordinare le imprese della filiera nucleare sia a livello nazionale che internazionale, per evitare in futuro gli "inconvenienti" e le dolorose sconfitte subite dal nucleare francese, come quella che gli hanno inflitto nel dicembre 2009 ad Abu Dhabi i sudcoreani della Kepco, proprio mentre Sarkozy e l'industria nucleare francese credevano già di aver fatto un solo boccone dei 16,13 miliardi di dollari del mercato atomico degli Emirati Arabi Uniti.

Secondo quanto scrive "Développement Durable Le journal" «Nicolas Sarkozy aveva affidato fin da ottobre all'ex amministratore delegato di Edf, François Roussely, la direzione di un gruppo di lavoro incaricato di proporre allo Stato uno scenario di riorganizzazione della filiera nucleare francese».

Il giornale economico Les échos cita una fonte governativa che conferma che la Lauvergeon rimarrà in sella ad Areva fino al 2011 e ricorda che «Appena nominato alla direzione di Edf Henri Proglio aveva apertamente criticato la strategia industriale di Areva diopo che era stata costretta a cedere la sua filiale T&D. Anne Lauvergeon si era tuttavia alleata con Gérard Mestrallet a fine gennaio, attraverso un accordo di cooperazione tra Areva e Gdf-Suez riguardante lo sviluppo di un reattore di media potenza destinato ai mercati stranieri. Infine, il Comité d'audit di Areva presieduto da René Ricol, lil mediatore di credito ma anche membro del Consiglio di vigilanza del gruppo, si è riunito per la prima volta venerdi 21 maggio. René Ricol ha annunciato di essere stato incaricato di apportare "la serenità in una filiera che ne manca crudelmente"».

Se lo dice lui c'è da crederci... Sarà per questo che le coltellate, le magagne e i rischi delle imprese nucleari statali, parastatali e private che si contendono gli euro dei contribuenti francesi sono "secret défense"?

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