
[07/08/2009] News
LIVORNO. E' molto difficile trovare sui giornali turchi e russi una foto o una dichiarazione di Silvio Berlusconi (che riempiono invece le pagine di quelli italiani) che si è precipitato ad Ankara per mettere la firma sotto il progetto South Stream, il gasdotto che trasporterà il gas russo sotto il Mar Nero verso l'Europa, un progetto considerato come un rivale del Nabucco, l'altro gas dotto fortemente b voluto dall'Unione Europea (che non sembra aver gradito molto la comparsata di Berlusconi) che invece punta a collegare direttamente i giacimenti dell'Asia centrale all'Europa aggirando la Russia attraverso Azerbaigian, Georgia e Turchia.
Berlusconi ad Ankara ha potuto giocare solo un ruolo da comprimari, infatti South Stream, pur essendo un affare colossale, è stato solo una parte di quella che sembra una nuova partnership strategica che il premier islamico della Turchia, Tayyip Erdogan, ha stretto con il primo ministro russo Vladimir Putin. Secondo il network televisivo turco Ntv, la visita lampo dei russi (evidentemente bene e lungamente preparata) ha portato alla firma di 15 accordi, di alcuni dei quali non si conoscono i termini. Quel che si capisce è che si tratta di una svolta nei non sempre idilliaci rapporti tra i due paesi e che al centro c'è l'energia e la situazione geopolitica del Caucaso e anche di Ciipro, un'altra cosa che non farà molto piacere all'Ue e che rischia di segnare un distacco di Ankara da quell'Europa nella quale vorrebbe entrare.
«Esagerata» è infatti il modo con cui una fonte governativa turca di primo piano ha definito la rivendicazione avanzata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di un successo personale nell'ambito dei colloqui bilaterali di ieri. L'accordo - dice la'genzia Reuters - era già stato raggiunto quando il governo turco ha ricevuto una richiesta all'ultimo momento da parte di Berlusconi, che ha voluto partecipare alla cerimonia della firma ad Ankara con Putin e il primo ministro turco Tayyip Erdogan. La sorpresa è cresciuta, spiega la fonte, quando è stato chiaro che Berlusconi rivendicava la firma degli accordi come un successo personale.
«Questo è il genere di cose che potrebbe costituire un problema sul piano diplomatico. Ma dal momento che si tratta di Berlusconi ha fatto solo sorridere i due leader», ha detto la fonte. Il sito di Palazzo Chigi dice che la partecipazione della Turchia al progetto South Stream è «un successo personale del presidente del Consiglio». «L'accordo sulla realizzazione dell'oleodotto Samsun-Cheyan, rappresenta un altro successo della mediazione di Palazzo Chigi», si legge sul sito. La fonte del governo turco sostiene che sia esagerato dire che Berlusconi ha giocato un simile ruolo nella stipula dell'accordo.
Il ministro degli esteri turco, Burak Ozugergin, ha spiegato che gli accordi comprendono anche la realizzazione della prima centrale atomica della Turchia (l'ennesima centrale islamica...) e lo scambio di informazioni sugli impianti nucleari tra i due Paesi. La Russia ha fatto alla Turchia uno sconto sembra da saldi nucleari: «La nostra offerta è due volte meno cara di quella di progetti simili proposti dagli Stati Uniti - ha detto Putin - Questo vuol dire che è perfettamente competitiva».
Mosca fornirà la nuova centrale "chiavi in mano" «La Russia inizierà presto il progetto di costruzione della prima centrale nucleare in Turchia - ha spiegato Putin - ed inizierà la sua messa in opera. Abbiamo intenzione di concertare i dettagli di questo progetto nel più breve periodo e di avviare la costruzione. Tutte le osservazioni della parte turca verranno necessariamente tenute di conto. La gara d'appalto per la messa in opera della prima centrale nucleare in Turchia è stata vinta da un consorzio russo-turco. Questa vittoria apre vaste prospettive davanti ai nostri Paesi. Non abbiamo alcun dubbio che i due Paesi siano interessati a questo progetto».
A margine, tanto per non lasciare mai separati missili da nucleare (proprio come in Iran) il direttore di Roskosmos, 'Agenzia federale spaziale russa, Anatoli Perminov e Nükhet Yetis, del Consiglio turco per le ricerche scientifiche e tecniche, hanno firmato un protocollo d'intesa per la cooperazione nell'esplorazione dello spazio, naturalmente a fini pacifici, come d'altronde affermano di fare anche i nordcoreani. Ma il piatto ricco rimane quello petrolifero-gasiero e le imprese russe e turche del settore hanno firmato protocolli d'intesa e memorandi un di accordo a raffica.
Gazprom potrà partecipare alla realizzazione di un terminal de rigassificazione di Gas naturale liquefatto (Gnl) in Turchia. Oltre a South Stream, Russia e Turchia costruiranno insieme il gasdotto sottomarino Blue Stream-2 per poter esportare, aggirando l'ostile Siria direttamente sotto il Mediterraneo, idrocarburi verso Israele, il Libano, e Cipro (ma anche la stessa Siria). «Abbiamo convenuto di condurre degli studi e di avviare la costruzione di una nuova branca del gasdotto Blue Stream per poter esportare idrocarburi verso I Paesi terzi attraverso la Turchia - ha spiegato Putin insieme ad un soddisfatto Erdogan - La Turchia diventa così un Paese di Transito. E come il gasdotto South Stream passerà dalla Zona economica speciale della Turchia, questo Paese diventa un centro logistico europeo importante in campo energetico».
Il Blue Stream trasporta già 16 miliardi di m3 all'anno di gas russo in Turchia attraversando il Mar Nero e completa il gasdotto che collega Russia e Turchia attraverso l'Ucraina, la Moldavia, la Romania e la Bulgaria. Il Blue Stream-2 prévede la posa di una seconda condotta parallela a quella del Blue Stream, la realizzazione di un'infrastruttura gasiera in Turchia ed un gasdotto marittimo che la colleghi con il circondato Israele affamato di energia.
La Russia per questi affari è disposta a lavorare per mettere fine ai conflitti nel caucasi che tengono Ankara sulla corda dell'instabilità regionale, in particolare quello del Nagorno-Karabakh, la regione abitata da armeni che il governo di Erevan ha strappato con una guerra all'Azerbaigian, turco fono e alleato di Ankara.
Putin ha assicurato Erdogan che il presidente russo Dmitri Medvedev «Incontra regolarmente I dirigenti dei due Stati (Armenia e Azerbaigian) e conduce un gran lavoro positive in vista di regolamentare il problema del Nagorno-Karabakh. La Russia non può sostituirsi alle parti in conflitto. Non possiamo che proporci come garanti del processo di pace e di intesa». Tutti sanno però che la parola di Mosca pesa molto ad Erevan che si sente circondata dall'eterno nemico turco e che a nord è "chiusa" dall'ostile Georgia.
Va anche detto che le "trattative di pace" proseguono all'interno del Gruppo di Minsk e dell'Ocse, senza evidenti risultati, addirittura da l 1992. Intanto il Nagorno-Karabakh si è dichiarato indipendente e nel 2008 l'Onu ha adottato una risoluzione la ritirata immediata dell'esercito armeno dal territorio conteso, ma Russia, Francia ed Usa, gli amici storici degli armeni, hanno votato contro.
La Russia ha riconosciuto di fatto l'occupazione turca della parte nord-orientale di Cipro e Putin ha detto di voler rafforzare la cooperazione economica sia con la parte greca (che fa parte dell'Ue) e quella dell'autoproclamata repubblica di Cipro Turca: «Continueremo a promuovere le nostre relazioni con le due parti di Cipro e soprattutto le nostre relazioni economiche con la parte turca. Ne abbiamo parlato a più riprese e pensiamo che sia un buon passo per la regolamentazione del conflitto.
Insomma, quel che non va bene per gli armeni del Nagorno-Karabakh va bene per i turchi di Cipro... Quello che non va bene per gli islamici iraniani va bene per quelli turchi... miracoli contraddittori della geopolitica, del nucleare e dell'economia nuclear-petrolifera.