
[10/08/2009] News
GROSSETO. Il tema del dibattito a Festambiente ieri è stato il disegno di legge Orsi che riunisce in un solo testo le diverse proposte approdate in parlamento per la revisione della 157/92, la legge sulla tutela della fauna selvatica che regolamenta anche l'attività venatoria.
Pochi mesi fa ricordava a tale proposito Mario Tozzi dalle pagine di questo giornale i risultati di un sondaggio che vede la gran parte degli italiani su una posizione contraria alla caccia, addirittura il 67% è fortemente contrario, contro un risicato 10% che ne è favore.
La domanda posta allora ai due rappresentanti del parlamento intervenuti al dibattito è stata se valesse la pena mettere in moto un attività parlamentare su questo tema, dato l'esiguo interesse della popolazione verso l'argomento e se non fosse più sensato rivedere quelle parti della 157 che a distanza di 17 anni mostravano criticità.
Ma è sembrato un dibattito quasi surreale quello che ne è scaturito per la risposta che ha dato il rappresentante della maggioranza di governo, Basilio Catanoso, della commissione agricoltura della camera.
«Questo testo presenta posizioni troppo estreme, così com'è difficilmente potrà essere approvato. - ha detto Catanoso - mettendo quindi in serio dubbio l'ottimismo del senatore Orsi che aveva dichiarato a fine luglio che era convinto di riuscire a portare a compimento entro l'anno quella che lui sostiene essere la riforma della legge 157 ma che in realtà ne è il pieno stravolgimento.
«E'un testo troppo in contrasto con un comune sentire, compreso il mio - ha aggiunto Catanoso -che sarei più dell'opinione di cambiare la 157 per abolirla la caccia».
Una posizione rafforzata da Roberto Della Seta, della Commissione ambiente del Senato, che ha descrittto il testo in discussione come un «disegno di legge che al più potrà servire al senatore Orsi per farsi riconoscere come il punto di riferimento di una parte di cacciatori« e che «è un testo espressione di un certo corporativismo che nulla ha che vedere con l'obiettivo di tutelare e controllare la fauna selvatica».
«Come si può pensare - ha detto Della Seta - di effettuare il controllo faunistico mettendolo in capo ai prefetti, che avranno l'autorità di aprire la caccia per 365 giorni l'anno, se lo ritengono utile per il controllo di alcune specie che recano danno, per esempio all'agricoltura».
Fine del dibattito, allora, se i rappresentanti del parlamento già affermano che quel testo farà poca strada.
In realtà il seguito della discussione ha fatto emergere, con un consenso diffuso (ad eccezione di Federcaccia e della Lav per motivi ovviamente diversi e diametralmente opposti) l'esigenza di ricostituire un tavolo di discussione tra tutti i soggetti interessati, non tanto alla caccia come attività ludica ma come un pezzo degli interventi utili al controllo della fauna selvatica, così come era avvenuto nel contesto che è poi approdato nella definizione della 157 del 1992.
Un tavolo costituito da associazioni della caccia a fianco di associazioni ambientaliste e del mondo agricolo, mondo della ricerca e dei parchi, con l'obiettivo di trovare una soluzione che sia il più possibile condivisa e che abbia come obiettivo non tanto quello di fare «interessi corporativi» come ha sottolineato anche il presidente di Arcicaccia, Osvaldo Veneziano, riprendendo il ragionamento della Cia, ma soprattutto l'interesse comune di un controllo faunistico, che in speciali modo nelle aree protette, «dovrà continuare ad essere svolto dagli enti gestori e sarebbe inammissibile affidarlo ai prefetti o al presidente della Regione» ha sottolineato il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri, come il ddl Orsi prevede.
Quello che è emerso in maniera diffusa nel corso del dibattito è quindi che questo disegno di legge «stravolge una filosofia che sino ad ora ha guidato queste tematiche» come ha spiegato Nino Morabito, responsabile nazionale fauna di Legambiente e che questa nuova filosofia accontenterebbe solo una parte residuale dei soggetti interessati, che dal tavolo di ieri sera è apparsa in specifico Federcaccia, ferma sostenitrice del ddl Orsi, compresa la parte relativa alla possibilità di abbassare ai sedicenni la licenza di caccia, tanto che l'associazione venatoria ha scelto per la propria campagna di tesser manto l' immagine di un bambino che seduto su una pressa di paglia e in compagnia di un fucile lancia un richiamo verso il cielo.
«Una campagna che rivendichiamo e che non abbiamo mai ricusato - ha dichiarato il rappresentante di Federcaccia Michele Sorrenti e che - è stata oggetto di una vergognosa campagna denigratoria da parte degli avversari alla caccia e dell'opposizione parlamentare».
Estremismi, appunto, ai quali faceva riferimento Basilio Catanoso, che alla fine avranno l'effetto di riportare tutto al punto di partenza. O almeno lo speriamo.