[04/06/2010] News toscana
FIRENZE. Anche in Toscana, settimana dopo settimana, viene spostata in alto l'asticella dell'obiettivo di raccolta firme per il referendum sull'acqua pubblica. Ormai non ci sono dubbi: in questa prima fase la campagna referendaria è stata un successo. Al 30 maggio nella nostra regione erano state raccolte oltre 68mila firme (151% dell'obiettivo fissato), con il dato sicuramente in difetto perché da 3 province i "numeri" comunicati al Comitato referendario regionale si fermano al 23 maggio. Analizzando la situazione sul territorio si conferma l'exploit della provincia di Arezzo che ha quasi triplicato il suo obiettivo di firme raccolte, con in scia la provincia di Grosseto.
Per i singoli eventi, ottimo successo è stato registrato durante la tre giorni di Terra Futura, dove sono andati a firmare quasi 2500 cittadini. A questo punto in Toscana sembra raggiungibile l'obiettivo delle 100mila firme. Del resto a livello nazionale l'obiettivo finale della campagna è stato spostato ad 1 milione di firme (ad oggi siamo a circa 800mila) e nel Comitato referendario si comincia già a pensare al dopo. «Da qui a luglio lanceremo eventi, feste, spettacoli per coinvolgere sempre più italiani in questa civile lotta di democrazia per togliere le mani degli speculatori dall'acqua, riconsegnandola ai cittadini e ai comuni».
Al di là delle firme, l'ultima fase della campagna servirà ai promotori per prendere contatto con il numero maggiore di cittadini possibile, informarli e invitarli poi ad andare a votare i quesiti referendari. Questa sarà la vera sfida che attende il vasto comitato promotore da settembre in avanti. Un milione di firme raccolte sono moltissime ma portare 25 milioni di italiani a votare i tre quesiti referendari è un'impresa ben più grande. E questa è la sfida nella sfida: il referendum sull'acqua pubblica potrebbe essere utile a ridare valore all'Istituto referendario che negli ultimi anni ha perso il suo antico smalto.
L'obiettivo finale dei tre questi sull'acqua viene ribadito dal Comitato promotore: «dal punto di vista normativo, l'approvazione dei tre quesiti rimanderà, per l'affidamento del servizio idrico integrato, al vigente art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000. Tale articolo prevede il ricorso alle aziende speciali o, in ogni caso, ad enti di diritto pubblico che qualificano il servizio idrico come strutturalmente e funzionalmente "privo di rilevanza economica", servizio di interesse generale e privo di profitti nella sua erogazione. Verrebbero così poste le premesse migliori per l'approvazione della legge d'iniziativa popolare, già consegnata al Parlamento nel 2007 dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua, corredata da oltre 400.000 firme di cittadini. E si riaprirebbe sui territori la discussione e il confronto sulla rifondazione di un nuovo modello di pubblico, che può definirsi tale solo se costruito sulla democrazia partecipativa, il controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali» concludono dal Comitato referendario nazionale.