[07/06/2010] News toscana

Sopra le righe, dopo le esternazioni di Rossi e Marson

LIVORNO. Su il Tirreno i sindaci, alcuni in verità, protestano. Il giornale titola: "non siamo palazzinari" e poi, "i comuni rivendicano la loro autonomia". All'interno si legge : " prendo atto che l'assessore Marson parla ai comitati, ma non con i sindaci e con l'Anci ancora non si è fatto sentire" frase attribuita al presidente di Anci Toscana Cosimi; oppure: "questo clima manicheo che descrive sindaci incolti da un lato e dall'altro la luce della saggezza raccolta nei comitati o accucciata dietro comode cattedre universitarie non è accettabile........" attribuita al sindaco di Piombino. Poi ci sono altre considerazioni, le critiche alle uscite del presidente del parco dell'Arcipelago Tozzi, l'archivio fotografico lanciato da Settis e Oliviero Toscani sugli scempi esistenti nel nostro territorio (se il secondo può essere un agitatore culturale, il primo è un serio studioso, quindi non si può negare il malessere che attraversa il territorio e forse anche la provocatoria strumentazione di denuncia proposta).

Insomma è un momento di fibrillazione e allora bisogna cercare di allineare le cose per aiutare la ricerca di un confronto per ricerca soluzioni migliori di governo del territorio.  A tal fine, pur rischiando la semplificazione si propongono alcuni stimoli utili per la formazione di un  brogliaccio per una discussione che evidentemente non è più rinviabile sullo stato del territorio e della pianificazione  urbanistica, il governo del territorio, in Toscana.

  1. Tutti concordano sul valore del territorio e del paesaggio toscano, e non è poco, della necessità di salvaguardare questa risorsa;
  2. C'è un grande silenzio del mondo imprenditoriale;
  3. I comitati fanno da sentinella sollevano come giusto che sia problemi, chiedono approfondimenti, revisioni, quando le loro considerazioni sono state accantonate oppure snobbate;
  4. I sindaci giustamente rivendicano la loro responsabilità di governo, la loro responsabilità di dare risposte alla società per consentire sviluppo ed occupazione;
  5. Se ci sono tante discussioni sulle scelte di governo del territorio attribuendo a tutti gli attori in campo la buonafede (fatta salva dimostrazione del contrario) qualcosa deve pur significare e allora vuol dire che non tutto funziona bene, che alle dichiarazioni di principio della legge, non corrispondono procedimenti, verifiche, atti, conseguenti e coerenti, che ci sono fragilità; di processo e di contenuto;
  6. Il cambio di rotta rispetto ai precedenti dieci anni, non lo ha dettato l'assessore Marson che è stata molto parsimoniosa nella esternazioni, che ha evidenziato disfunzioni del sistema di filiera - in particolare l'evanescenza degli strumenti di pianificazione territoriale e l'assenza di contropoteri a derive negative che sono sempre possibili - che ha evidenziato una cosa lapalissiana: prima recuperare, trasformare l'esistente spesso degradato, poi solo se non ci sono alternative, occupare nuovo suolo;
  7. Il cambio di rotta l'ha dettato il nuovo presidente della Giunta Regionale Rossi che si dall'inizio ha asserito che bisognava cambiare rispetto al passato;
  8. Le critiche alle politiche di governo del territorio che hanno accompagnato in modo crescente gli ultimi anni della gestione regionale della giunta Martini, alla luce di questa polemica appaiono oggi non solo fondate, ma soprattutto un tesoro di informazioni e stimoli per chi voglia davvero perseguire il cambio di rotta dettato dal presidente Rossi; sussiste casomai la responsabilità politica, ma anche tecnico-amministrativa, di chi a suo tempo le ha accantonate;
  9. Il dibattito aperto non va assolutamente chiuso, e la responsabilità maggiore in materia la detengano soprattutto i giornali di maggiore diffusione regionale che non debbono limitarsi a dare spazio alla polemica politico-istituzionale se non vogliono fare un cattivo servizio alla società toscana nel suo insieme;

Queste, come detto, sono prime idee - provocazioni per costruire un brogliaccio utile ad una discussione non più rinviabile, molte altre s ce  ne sono e sono recuperabili, magari rileggendosi anche i tanti articoli in materia di Greenreport che  non ha mai mancato di offrire spazi di confronto. Confronto per la verità quasi sempre negato dalle istituzioni, allora potrebbe essere  utile anche una proposta: lanciamo una grande discussione, gli stati generali del governo del territorio. Facciamoli però partendo dal basso e mettendo in cantina le forme passate della comunicazione istituzionale a senso unico - dal potere al volgo - come successo spesso; facciamolo partendo da seminari di duro confronto, senza rete, provincia per provincia, tra comuni, provincia e regione, quindi allarghiamo lo stesso alla società e poi via via risaliamo al consiglio regionale. Ma potrebbe essere anche una grande inchiesta sul territorio promossa dallo stesso consiglio regionale come una volta le faceva il parlamento nazionale. L'importante è che si discuta senza rete e senza retro pensieri o furbizie. Nessuno ha la soluzione in tasca, l'unica cosa certa è che il territorio della toscana è un bene comune dei toscani, è la nostra identità, il nostro capitale sociale. Come tale lo dobbiamo gestire, utilizzando con saggezza, evitando l'appropriazione privatistica.

Se si dovesse cercare una sintesi finale al processo innescato, si potrebbe dire addio agli slogan  (reddito no rendita, ambientalismo del fare, tanto per citarne alcuni) entri la realtà e la concretezza del duro confronto sulle cose; aspetto quest'ultimo da applicare anche ai "solisti" come il presidente del PNAT che avrebbe potuto scegliere e creare tante occasioni diverse per far crescere una diversa cultura di governo del territorio rispetto alla provocazione di un libro da promuovere

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