
[07/06/2010] News
FIRENZE. Nonostante il calore presente nell'intero sistema terra-acqua-atmosfera sia in una fase di significativo incremento, come testimoniavano i dati Noaa relativi agli ultimi mesi (ricordiamo infatti come l'Aprile 2010 sia stato giudicato il mese più caldo dall'inizio dei record attendibili rispetto ai precedenti mesi analoghi, e che analoga identica valutazione comparata è stata prodotta riguardo al quadrimestre gennaio-aprile), il piccolo spicchio di mondo rappresentato dalla penisola italiana ha visto invece, secondo i dati Isac-Cnr di recente pubblicazione, una primavera relativamente fresca.
Nonostante l'anomalia termica sia stata di 0,72° C rispetto alla media 1961-1990, infatti, comunque la stagione terminata (dal punto di vista meteorologico) il 1° giugno si classifica al 29° posto delle stagioni primaverili più calde dall'inizio dei record ufficiali, che per l'Italia sono convenzionalmente fatti risalire al 1800. Per capire quale significativa differenza termica si sia avuta rispetto agli anni scorsi è utile ricordare come la primavera più calda degli ultimi 200 anni sia stata quella del 2007, allorché la temperatura superò di 2,31° la media.
Tra le aree dove la temperatura è stata più mite (anomalia fino a 0,5°) sono da segnalare la Sardegna centro-settentrionale e la Toscana, mentre le zone dove si è avuto un'anomalia superiore al grado Celsius sono tutte situate nella parte meridionale della penisola: ma osservando la parte superiore dell'immagine si può agevolmente osservare la diffusa omogeneità del trend termico che ha investito il Belpaese nella stagione appena conclusa.
In termini precipitativi (vedi parte inferiore dell'immagine) la primavera 2010 ha superato del 12% la media degli apporti meteorici stagionali: anche da questo punto di vista abbiamo quindi vissuto una stagione che - essendo la 74° nella graduatoria delle più piovose - è da considerarsi sostanzialmente come "media" anche in termini di precipitazioni. Più in dettaglio, sono state le regioni meridionali a ricevere apporti spiccatamente sopra la media (fino a +100% e oltre in Sicilia, ma forti anomalie positive hanno riguardato anche la Puglia), mentre la Sardegna meridionale, alcune regioni tirreniche (Lazio, Campania, Toscana settentrionale) e larghe aree della pianura Padana hanno visto precipitazioni di poco (fino al 25%) superiori alla media.
Poco sopra la media termica anche il mese appena concluso (65° maggio più caldo degli ultimi 210, anomalia di +0,49°), che in termini precipitativi (+28%) è stato il 71° maggio più piovoso: da segnalare comunque che, con l'arrivo dei primi caldi e delle prime folate di aria subtropicale di provenienza africana, si è invertito lo status pluviometrico calcolato per l'intera stagione: l'Italia meridionale ha visto infatti anomalie pluviometriche che hanno raggiunto il 100% nella Sicilia meridionale e il 50% in Puglia.
Su scala globale, i dati definitivi non sono ancora stati pubblicati, ma comunque è attesa una sostanziale conferma di quanto affermato per i primi mesi dell'anno in termini di forte anomalia termica positiva.
Infine, per l'Italia sono da segnalare anche le previsioni stagionali prodotte dall'istituto di Biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Firenze: anche se allo stato attuale del progresso scientifico e tecnologico non possiamo ancora considerare "attendibili" le previsioni di matrice meteorologica che investono periodi così lunghi, infatti, comunque è da riportare che negli ultimi anni le previsioni stagionali hanno fatto significativi passi in avanti. In fin dei conti, come sosteneva il regista Luis Bunuel, noi «definiamo "caos" la nostra incapacità di comprendere le concatenazioni degli eventi»: ciò significa che ciò che pochi anni fa era sostanzialmente un esercizio didattico (e cioè le previsioni meteo stagionali) sta oggi lentamente assumendo un valore di vera previsione - o meglio proiezione - scientifica, in conseguenza del progresso scientifico e di quello tecnologico: ad esempio, sia la bollente estate scorsa sia soprattutto il - relativamente fresco, e spiccatamente piovoso - trimestre invernale 2009/2010 che hanno investito l'Europa meridionale erano stati entrambi previsti mesi prima nelle loro caratteristiche determinanti da parte di vari organi deputati, in Italia e nel mondo, alle previsioni stagionali.
Ciò che era considerato "caotico" fino a pochi anni fa oggi sta diventando più chiaro e leggibile, insomma, ed è molto probabile che questo progresso condurrà, in un futuro non lontano (e se alla ricerca non saranno fatti venire meno il necessario sostegno logistico, politico ed economico), alla disponibilità di previsioni meteorologiche - cosa diversa, ricordiamo, da quelle "climatologiche" - attendibili su scala trimestrale, con tutte le positive conseguenze in termini di contributo alla programmazione preventiva delle attività economiche umane, in primo luogo naturalmente l'agricoltura.
Comunque, allo stato attuale, le previsioni stagionali vanno tuttora prese come sostanzialmente deputate ad individuare trend di massima, e non possono invece godere di un reale giudizio di attendibilità. E' comunque da riportare che, per l'Italia, il centro Ibimet ipotizza per giugno un periodo con temperature diffusamente inferiori alla media (seppur di poco, e con la costante possibilità di improvvise vampate di calore africano), soprattutto nell'area tirrenica centro-settentrionale. Le precipitazioni dovrebbero essere pure inferiori alla media, in termini di un 40% nel centro-nord e fino all'80% nel sud Italia. Un trend precipitativo analogo dovrebbe verificarsi nel mese di luglio, mentre la temperatura dovrebbe mantenersi intorno alla media o poco sopra e scendere al di sotto della media solo nelle regioni tirreniche. Infine, in agosto, è ipotizzato un sostanziale ribaltarsi nella distribuzione dei fenomeni sul Belpaese: in nord-ovest e Toscana è previsto infatti un caldo superiore alla media, mentre apporti superiori alla media fino al 60% potranno riguardare la Sardegna e in generale le regioni adriatiche e centro-meridionali, in particolare l'area della Calabria e della Puglia potrebbero vedere anomalie positive molto forti. Dal punto di vista termico, comunque, agosto è atteso essere particolarmente caldo, con anomalie positive che potrebbero andare dal 40% (pianura Padana) all'80-100 nelle regioni del sud.
Va comunque sottolineato come l'attendibilità delle previsioni stagionali cali con il crescere dell'ampiezza del periodo di tempo considerato. Ed inoltre occorre ribadire che la (relativamente fresca) estate che secondo Ibimet potrebbe avere luogo riguarderà solo l'Italia e gli stati adiacenti, cioè quello che già abbiamo definito come un "piccolo pezzo" di un pianeta che, al di là delle oscillazioni locali e in attesa dei dati ufficiali Noaa per la stagione, è comunque sempre più caldo, soprattutto per quanto riguarda il trend dei bacini oceanici.