
[08/06/2010] News
LIVORNO. Sierra Club, la più grande associazione ambientalista americana, ha lanciato oggi la campagna "Beyond oil" che chiede di inviare messaggi al presidente Barack Obama e lo ha fatto in grande stile e in maniera scioccante: acquistando una pagina sul quotidiano The Hill e illustrandola con una foto di un uccello irriconoscibile, completamente ricoperto da uno spesso strato di petrolio, esattamente quello che la BP e le Big Oil non vorrebbero che gli americani vedessero.
Sierra club invita Obama a porre fine in 20 anni alla dipendenza degli Usa dal petrolio: «Tipping point, game changer, wake up call, the last straw... President Obama, we encourage you to embrace another phrase: Leadership Moment». Già, proprio quella leadership che in molti rimproverano ad Obama di non aver esercitato di fronte al disastro ambientale prodotto da una multinazionale straniera ed ai suoi maldestri tentativi che, dopo più di un mese e mezzo dallo scoppio e il naufragio delle Deepwater Horizon, non sono ancora riusciti a chiudere del tutto la falla che ha vomitato nel Golfo del Messico milioni di litri di petrolio, provocando una catastrofe ecologica le cui dimensioni non sono ancora quantificabili ma che sicuramente richiederà oltre 20 anni prima che il fragile ecosistema costiero possa riprendersi.
La campagna "Beyond Oil" fa parte delle nuove iniziative avviate da Sierra Club sul disastro Bp e per chiedere ad Obama di dare agli Usa un piano energetico che porti il Paese fuori dalla dipendenza dal petrolio nei prossimi 20 anni. L'associazione ambientalista ha organizzato manifestazioni in tutto il Paese e ha mobilitato i suoi volontari e sostenitori (1,3 milioni) dopo l'esplosione della Deepwater Horizon il 20 aprile.
Della mobilitazione fanno parte anche la realizzazione di video e un cortometraggio. Il 4 giugno ha lanciato anche un nuovo sito web: www.beyondoil.org che solo nello scorso weekend aveva già prodotto più di 23.000 osservazioni inviate al presidente Obama.
Il direttore esecutivo Sierra Club, Michael Brune, spiega il senso di questa pressione dal basso: «Non abbiamo mai avuto più bisogno di adesso di una leadership visionaria del presidente Obama. Il giro di vite sulle norme di sicurezza e per fare pulizia all'interno del Minerals management service (Mms) sono passi importanti. Ma non sono abbastanza. Questo è il peggior disastro ambientale della nostra storia. Richiede una risposta della stessa entità. Abbiamo bisogno di un piano audace che sappia assicurare davvero che un simile disastro non accadrà di nuovo nella Gulf Coast. Esortiamo il presidente Obama a darci un piano per porre fine alla dipendenza dell'America dal petrolio nei prossimi 20 anni. Sappiamo che non sarà facile. Ma non possiamo perdere altro tempo. Non possiamo avere altre catastrofi come quella che stiamo vedendo nel Golfo. Abbiamo già le soluzioni che ci aiuteranno a metterci sulla strada del "XXI century clean energy transportation system". Vogliamo che il presidente Obama ci faccia sapere che siamo pronti a resistere alle Big Oil. Che siamo pronti a stoppare il business as usual. Che siamo pronti a cambiare rotta e porre fine alla nostra dipendenza dal petrolio».
Il primo banco di prova per Obama potrebbe essere la proposta di legge sull'energia presentata dal senatore repubblicano Lugar. «Accogliamo con favore gli sforzi del senatore Lugar di partecipare alla discussione sulla politica energetica degli Stati Uniti al Senato - ha detto Brune - Sfortunatamente ci sono diversi elementi del disegno di legge che sono inferiori a quanto è necessario, in particolare quando si tratta di misure forti per porre fine alla nostra dipendenza dal petrolio. Data la sua dedizione alle questioni energetiche, ci auguriamo che il senatore Lugar sarà attivamente coinvolto dal leader della maggioranza Reid nello sforzo del Presidente Obama per costruire un climate and energy bill globale e bipartisan, che porti il nostro paese oltre la nostra dipendenza dalle fonti di energia sporca come il petrolio e il carbone e alla clean energy economy. La tragedia della miniera di carbone in West Virginia del mese scorso e il disastro petrolifero che si sta svolgendo evidenziano il disperato bisogno di una nuova economia dell'energia pulita che metta fine alla nostra dipendenza autodistruttiva dall'energia sporca. Dobbiamo andare oltre le fonti di energia pericolosa e mortale, verso una maggiore efficienza ed energia pulita. Ogni giorno che in Senato non riesce a passare la politica energetica e climatica mettiamo a rischio la nostra economia, la nostra sicurezza nazionale e il nostro ambiente . Ora è arrivato il momento che l'America torni ad assumere il controllo del nostro futuro energetico globale con una legislazione sull'energia pulita e la legislazione sul clima».