[10/08/2009] News toscana

Sversamento di idrocarburi tra Pianosa e l’Elba

CAMPO NELL'ELBA (Livorno). Il catrame ha minacciato nuovamente il mare dell'Elba, di Pianosa del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. Per tutto il pomeriggio di domenica a Legambiente ed a Goletta Verde che è ormeggiata nel porto di Portoferraio,  sono arrivate segnalazioni di una grande macchia di idrocarburi tra l'Elba e Pianosa, materiale oleoso e catrame ha raggiunto in tarda serata la spiaggia di Seccheto, a sud dell'Elba, nel Comune di Campo nell'Elba,  una baia sabbiosa tra le due spiagge forse più famose dell'Isola, Cavoli e Fetovaia, dove qualche traccia di catrame è arrivata.

Sono state  centinaia le  persone che hanno collaborato con la Capitaneria di Porto e la Protezione Civile per riuscire  ad arginare la macchia di idrocarburi (Nella foto). «Quello che non si è visto invece - dicono a bordo di Goletta Verde - è la familiare sagoma delle navi gialle del ministero dell'Ambiente che negli anni scorsi hanno salvato più volte le coste elbane e delle altre isole dalle maree nere sversate dai criminali del mare. Non si vedono perché solo il 27 luglio scorso, dopo due anni di tagli e lungaggini burocratiche e dopo 7 mesi di sospensione del servizio, il consorzio d'imprese Castalia, ha avuto il via libera dal ministero dell'Ambiente per la stipula di un nuovo contratto che metta in condizione una flotta di imbarcazioni di 5 aziende armatoriali italiane di tornare in mare per il servizio di prevenzione dagli inquinamenti delle nostre coste. Se tutto andrà bene se ne parlerà alla fine dell'estate e le imbarcazioni previste nell'Arcipelago Toscano saranno sicuramente meno delle 5 degli anni passati. La situazione attuale è quella di isole indifese dagli sversamenti dei criminali del mare».

Una cosa è certa l'ottimo lavoro della Capitaneria di Porto di Portoferraio, della Protezione Civile e l'intervento dei bagnanti hanno salvato le coste e soprattutto la faccia al ministro Prestigiacomo, che tira un sospiro di  sollievo e rilancia: «E' stato risolto con sollecitudine ed evitando ogni possibile danno per l'ambiente il problema delle chiazze di catrame avvistate ieri pomeriggio nel mare dell'Isola d'Elba. Il tempestivo intervento dei mezzi della Capitaneria di Porto Guardia Costiera, unitamente alle unità della Protezione Civile dell'Elba, coordinate dal ministero dell'Ambiente, ha fatto si che le chiazze potessero essere rapidamente circoscritte, evitando ogni genere di contaminazione a mare e limitando lo spiaggiamento ad una piccola porzione del litorale già stamani completamente bonificato. Oggi sono in corso perlustrazioni aree, da parte dei mezzi della Capitaneria di Porto Guardia Costiera, per verificare lo stato di altre due piccole chiazze che erano state individuate e che sono in via di dissolvimento. Parallelamente sono allo studio le registrazioni radar sul traffico marittimo in zona per individuare i responsabili dello sversamento di idrocarburi in mare, al fine di attivare le procedure di risarcimento del danno e delle operazioni di bonifica attuate» .

Sulla delicata il ministro Stefania Prestigiacomo ha aggiunto che: «L'intervento nel mare dell'Elba è una prova della funzionalità e della capacità di intervento delle strutture preposte alla tutela del mare e delle coste, la Guardia Costiera in primo luogo, cui va il mio plauso per l'efficacia delle operazioni svolte. Il mare e le coste sono una straordinaria risorsa del nostro paese e un formidabile volano turistico. L'impegno per tutelare questo bene collettivo è massimo e sarà sempre più intensificato per assicurare sempre i migliori standard di protezione dell'ambiente e per perseguire gli autori di questi crimini contro il mare».

Ma Legambiente nazionale non ci sta alle rassicurazioni e rimarca: «Questa è la prima estate negli ultimi 10 anni in cui le acque e le coste italiane si ritrovano prive del servizio di pronto intervento antinquinamento e di prevenzione. Un fatto gravissimo, al quale si è giunti a causa di un lungo "palleggio" di responsabilità tra ministeri dell'ambiente e del tesoro. La sospensione del servizio di pronto intervento antinquinamento, avvenuta il primo gennaio 2009, è se possibile ancor più grave considerando il fatto che l'Italia è il Paese del Mediterraneo maggiormente esposto ai pericoli derivanti da sversamenti in mare di idrocarburi e che la metà del petrolio che transita nel Mare Monstrum approda nei porti del Belpaese».

Per Massimo Serafini, portavoce di Goletta Verde, «Lo scempio ambientale conseguente allo sversamento in mare di idrocarburi deve essere fermato. Nel Mediterraneo transitano ogni anno circa 2.000 petroliere, ed è inaccettabile che non siano sottoposte a serio controllo. E tante di queste petroliere e di queste navi cariche di sostanze nocive, purtroppo, lambiscono spesso le acque dell'Arcipelago Toscano, che si è ritrovato più volte vittima di sversamenti illegali nel corso degli ultimi anni. In particolare sono state l'Elba e Pianosa, la perla del Parco, a subire le aggressioni del greggio in mare. Ma anziché essere tutelato con maggiore attenzione, il delicato ecosistema marino di cui fa parte l'Arcipelago Toscano è stato privato di risorse fondamentali. Eppure  gli sversamenti in mare di idrocarburi, derivanti da incidenti o da atti dolosi come il lavaggio illegale delle cisterne a mare, rappresentano una vera e propria emergenza, un rischio permanente per il nostro ecosistema marino-costiero, per il turismo e per l'intera economia insulare. Anziché buttare soldi per il nucleare e risparmiare sull'ambiente, ad esempio tagliando i fondi ai Parchi, per scongiurare nuovi disastri ambientali sarebbe necessario un serio investimento in prevenzione (che ad ogni disastro ci viene puntualmente promessa e puntualmente viene diminuita) e sarebbe necessario che le istituzioni, a tutti i livelli, non sottovalutassero questo pericolo e si adoperassero per effettuare controlli più stringenti sulle navi in transito e per promuovere regolamentazioni in materia più precise».

Quella che Legambiente e Goletta Verde denunciano è una situazione di costante pericolo al quale sono sottoposte le coste e il mare delle isole dell'Arcipelago, il loro mare protetto da leggi dello Stato, il Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, e che è causato «da pirati criminali del mare che tengono ostaggio un'intera comunità insulare mentre il Governo diminuisce sorveglianza, prevenzione e tutela e le Amministrazioni Locali osservano mute e indifferenti questi tagli ad attività vitali per la salvaguardia dell'ambiente e dell'economia turistica e poi, nello stesso tempo, si battono contro un'Area Marina Protetta che potrebbe essere un elemento importante per allontanare i traffici pericolosi dai mari delle isole toscane».

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