[08/06/2010] News
LIVORNO. Che non si dica più che manca uno strumento fondamentale come la contabilità ambientale. Perché da pochi giorni, pur con tutti i limiti di una nuova pubblicazioni per di più in inglese, l'Istat ha pubblicato un poderosissimo volume dal titolo: «Contabilità ambientale e pressioni sull'ambiente naturale: dagli schemi alle realizzazioni». Curato da Cesare Costantino, Aldo Femia e Angelica Tudini con il coordinamento redazionale di Augusta D'Anselmi, rappresenta una pietra miliare per chi davvero pensi di poter convertire l'attuale modello economico in uno che ponga la conservazione delle risorse di energia e di materia al centro del suo approccio. L'Istat svela nell'introduzione, che è proprio «l'affermarsi dell'impegno degli istituti nazionali di statistica e degli organismi internazionali nel campo della contabilità ambientale, manifestatosi a partire dall'ultimo ventennio del secolo scorso» che ha mosso «l'interesse per questa disciplina è cresciuto in Italia fino a catturare l'attenzione degli organi di governo e di un ampio ventaglio di istituzioni pubbliche».
Coerentemente con un'indicazione già presente nel Piano nazionale per l'attuazione dell'Agenda XXI deliberato dal CIPE nel 1993, sottolinea «negli anni più recenti si è andata consolidando la convinzione che la messa a punto di un sistema nazionale di contabilità ambientale sia una delle azioni necessarie per concretizzare una strategia di sviluppo sostenibile. Il sistema dei conti ambientali viene così annoverato tra gli strumenti da utilizzare in maniera sistematica per poter raggiungere gli obiettivi connessi con una strategia di sostenibilità». Una esperienza
particolarmente significativa a tale riguardo è rappresentata dalle iniziative legislative - di cui greenreport ha dato ampio risalto - «che sono state avviate al fine di introdurre nella pubblica amministrazione, ai vari livelli di governo, un sistema di contabilità e bilancio ambientale: dal disegno di legge approvato dal Senato della Repubblica nel 1999 all'iniziativa governativa approdata in Parlamento nel 2007 (proposte cui è mancata l'approvazione definitiva per fine legislatura, rispettivamente la XIII e la XV) fino all'iniziativa parlamentare avviata nel 2008 con la XVI legislatura».
La forza di uno strumento come questo, sul cui merito torneremo nei prossimi giorni dopo aver approfondito la lettura, viene ben spiegato dai relatori: «i conti ambientali esprimono un importante valore aggiunto rispetto ai dati di base utilizzati nella loro costruzione, presentano significativi vantaggi rispetto ad altri tipi di informazione e costituiscono una componente di specifico rilievo nel panorama della rappresentazione statistica dei fenomeni in gioco, fornendo un supporto conoscitivo particolarmente valido per le scelte e le decisioni dei vari soggetti coinvolti sul sentiero dello sviluppo sostenibile».
Il sistema dei conti satellite dell'ambiente sviluppato in Istat è orientato a rispondere alle esigenze conoscitive del Paese, espresse dai cittadini, dalle imprese, dalle pubbliche amministrazioni, nonché ai bisogni informativi degli organismi internazionali e in particolare dell'Unione europea, e viene sviluppato nel rispetto dei requisiti fondamentali propri dell'informazione statistica ufficiale.
Alcuni di questi requisiti - viene spiegato - sono orientati ad assicurare un'elevata qualità dell'informazione sotto il profilo dei contenuti, per cui è necessario, in particolare, garantire non solo la rilevanza dell'informazione, che deve conformarsi alle esigenze conoscitive circa i fenomeni indagati, ma anche la completezza, perché un'informazione parziale può risolversi in un'informazione orientata. L'informazione fornita con i conti ambientali, inoltre, per poter essere utilizzata proficuamente deve essere raccordabile con altre statistiche - attraverso l'adozione di un quadro comune di definizioni, classificazioni e schemi teorici di riferimento - e sufficientemente flessibile da poter essere utilizzata in differenti contesti problematici e di analisi.
Una parte rilevante dell'impegno dell'Istat in materia di contabilità ambientale - si dice più avanti - è dedicata, coerentemente con i programmi statistici degli organismi internazionali, alla tematica delle interazioni tra economia e ambiente naturale in termini di flussi fisici. A tale tematica ovvero alla descrizione quantitativa dei flussi che costituiscono tali interazioni, si riferiscono i lavori raccolti nel volume.
E I lavori oggetto del presente volume riguardano in particolare (tematica due) le «interazioni tra economia e ambiente in termini di flussi fisici considerate sotto il profilo quantitativo, e, più specificamente» negli «indicatori settoriali di pressione ambientale (ISPA), i bilanci di materia (Conti dei Flussi di Materia a livello di Intero sistema Economico - Economy-wide Material Flow Accounting - EW-MFA), le tavole Input-Output in termini fisici (Physical Input-Output Tables - PIOT) e le matrici di conti economici nazionali integrate con conti ambientali (National Accounts Matrix including Environmental Accounts - NAMEA)».
Le altre tematiche (vedi figura 1 allegata) includono le transazioni economiche connesse all'esigenza di salvaguardare l'ambiente naturale (tematica 1) e aspetti dell'interazione in termini fisici tra il sistema antropico e l'ambiente naturale diversi da quelli trattati nell'ambito della seconda tematica. In particolare, le tematiche 3 e 4 riguardano le conseguenze dei fenomeni di flusso - sia a danno sia a favore dell'ambiente naturale - rispettivamente sulla disponibilità quantitativa e su quella qualitativa delle risorse naturali, la quinta tematica considera l'ambiente non limitatamente alle relazioni con il sistema economico, ma secondo un'ottica più esaustiva che fa riferimento anche ad aspetti ecologici, territoriali e qualitativi. La sesta tematica, infine, riguarda la valutazione monetaria del danno all'ambiente naturale conseguente all'uso dell'ambiente stesso.
Le tematiche e gli strumenti della contabilità ambientale possono essere utilmente inquadrati anche alla luce di quello che è il modello concettuale più diffuso a livello internazionale per la rappresentazione delle relazioni tra il sistema antropico e l'ambiente naturale: il modello "DPSIR" - "Driving Forces, Pressures, State, Impacts, Responses" - particolarmente utile come schema interpretativo sul versante dell'utilizzo di informazioni e dati di rilevanza ambientale.
Insomma, un lavoro pregevole e di grande importanza che colma un vuoto. Ora si tratta di far sì che i vari livelli di governo, a partire dal più alto, lo utilizzino quale criterio direttore dello loro scelte...un orizzonte che alla luce del fatto che la sostenibilità ambientale, causa crisi, è stata messa in cantina appare lontanissimo, ma d'altronde anche che si arrivasse alla pubblicazione di un volume appariva anni fa quasi fantascienza.
Clicca qui per leggere il testo completo http://www.istat.it/dati/catalogo/20100604_00/annali_serie_XI_vol_2_anno_138_contabilita_ambientale.pdf