[10/06/2010] News

Se i parchi finiscono davanti alla Corte costituzionale

PISA. Chiunque oggi si prenda la briga di  dare un'occhiata a qualche rassegna stampa riguardante i parchi vi troverà un po' di tutto. Non molto di buono e di rassicurante perché la scena la tengono purtroppo i tagli finanziari ministeriali e non solo, l'affanno di molte regioni, il ricorso instancabile ai commissari che poi ci restano per tempi lunghissimi, polemiche a non finire su nomine e designazioni, parchi - vedi il Circeo - di cui ogni giorno si preannuncia una censura, una riunione, una diffida. Naturalmente e per fortuna ci sono talvolta anche cose più serie e impegnative come le leggi istitutive di un parco fluviale magari a Cuneo, oppure una legge sui Monti Liguri che prevede i ‘paesaggi protetti' o addirittura un Testo unico come quello approvato dalla regione Piemonte dopo un lungo e complesso percorso con il quale si cerca di mettere a punto una situazione storicamente importantissima, sicuramente tra le più interessanti d'Italia. Ecco che allora con inusuale prontezza il governo le impugna dinanzi alla Corte costituzionale per ‘invasione di campo'. E la Corte non fatica a trovarvi - data la competenza esclusiva della stato in materia - qualche sconfinamento. Al parco fluviale Gesso-Stura viene affidato il compito di occuparsi, come da sempre fanno i parchi piemontesi, anche  del paesaggio? La Corte ricorda che si può fare solo se lo si decide con lo Stato.

La Liguria pensa ad una nuova figura di area protetta del paesaggio per i Monti liguri e pronta scatta la pronuncia per ricordare alla regione che sta facendo tutela attivamente che la competenza classificatoria è dello stato e poco importa se in questi anni lo stato non ha fatto un tubo, tanto che molte aree protette marine sono ancora ‘inclassificate' e quindi ‘clandestine'.

Ultima la sentenza della Corte sulla legge del Piemonte. E anche qui dopo aver richiamato che l'art 117 del nuovo titolo V stabilisce la competenza  esclusiva dello stato  e la legge 394 prevede per le regioni il conferimento di funzioni amministrative di tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali da esercitarsi secondo il principio di cooperazione tra stato e regioni, la classificazione senza ‘cooperazione' e intesa con lo stato è interdetta alla regione.

La legge 394 nel suo impianto originario e già prima quindi del nuovo art 117 della Costituzione che è del 2001, prevedeva, infatti, sedi e strumenti per l'esercizio ‘cooperativo' di queste funzioni dalla programmazione alla classificazione. Poi però queste sedi e strumenti sono stati abrogati e non rinnovati e riordinati come stabili oltre un decennio fa la legge Bassanini, così il ministero oggi riesce solo a impugnare - o subire l'impugnativa di altri ministri- dinanzi alla Corte per bloccare i lavori e non aprire i cantieri.

Visto che si chiacchiera tanto di riforme, di federalismo, di nuovo ruolo delle regioni dotate o meno di ampolla, non sarebbe il caso anziché prendere atto delle varie pronunce porvi rimedio politico-istituzionale? Ed è singolare che pochi anche tra gli addetti ai lavori mostrino un qualche interesse per questioni così importanti e delicate.

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