[10/06/2010] News
LIVORNO. La Corte di giustizia europea condanna l'Italia per non aver adottato tutte le misure idonee per tutelare il sito di interesse comunitario (Sic) "Is Arenas" in Sardegna. Avendo concesso la possibilità di realizzare un campo da golf, un complesso alberghiero e residenziale senza le dovute attenzioni, il Belpaese non ha rispettato le normative europee ed è venuto meno agli obblighi previsti dalla direttiva Habitat. L'Italia dunque viene condanna, non solo per non aver adottato misure atte a evitare il degrado degli habitat natura del sito già designato come Sic, ma anche nella fase di riconoscimento del luogo come tale.
Il sito sardo "Is Arenas", che appartiene alla regione biogeografica mediterranea e che si estende per 1 283 ettari nella provincia di Oristano (comuni di Cuglieri, di Narbolia e di San Vero Milis nel Comune di Narbolia (Or)) è stato inserito nel 2006 nella lista dei Sic perché caratterizzato dalla presenza di vegetazioni dunali. Nonostante che la proposta del suo inserimento nella lista dei Sic risalisse al 1995, il Comune di Narbolia nel 1999 ha autorizzato la costruzione di un campo da golf (poi terminato nel 2000).
Ecco perché nel 2000, dopo aver preso conoscenza dell'intero progetto relativo alla realizzazione di un complesso turistico residenziale (che comprende anche il campo da golf), la Commissione ha segnalato all'Italia la violazione della direttiva Habitat.
Le autorità nazionali hanno quindi sospeso le procedure di autorizzazione e i lavori di realizzazione del progetto immobiliare. Nel frattempo, però, il Comune di Narbolia, ha autorizzato il progetto del complesso turistico, in seguito ad una valutazione delle incidenze.
Nel 2004, ritenendo che la valutazione delle incidenze non fosse stata correttamente effettuata, la Commissione ha inviato una lettera di diffida complementare. A suo parere, la proposta di ridurre la superficie del sito "Is Arenas", al fine di escluderne le zone del complesso turistico e immobiliare, non poteva essere accettata.
Però i lavori iniziati del 2005, sempre in corso nel 2006 (data designazione del sito come Sic) e proseguiti oltre il termine di due mesi fissato nel parere motivato complementare del 29 febbraio 2008 sono stati condotti sulla base del progetto originario.
La direttiva Habitat (92/43/Cee) si propone di proteggere le aree naturali e le biodiversità della Comunità. Per realizzare tale scopo prevede l'organizzazione di una rete europea di zone e di aree speciali di conservazione denominata Natura 2000. Il processo per la formazione di Natura 2000 si basa sulla costituzione di elenchi di siti di importanza rivedibili periodicamente nell'ambito di un adattamento dinamico della rete Natura 2000.
E comunque, per la direttiva Habitat gli Stati membri sono tenuti ad adottare, per quanto riguarda i siti che ospitano tipi di habitat naturali o specie prioritarie e che sono selezionati al fine della loro iscrizione nell'elenco comunitario, opportune misure di protezione finalizzate a mantenere le caratteristiche ecologiche dei siti. Quindi, gli Stati membri non possono autorizzare interventi che rischiano di compromettere seriamente le caratteristiche ecologiche degli stessi.