[11/06/2010] News
ROMA. L'incredibile drammatico disastro della Deep Water Horizon sta facendo giustamente riflettere tutti sulla necessità che non è possibile continuare sulla strada di un'economia mondiale basata sui combustibili fossili.
La visita quotidiana dei siti dedicati al disastro (mi riferisco in particolare a quelli ufficiali degli enti di analisi e ricerca statunitensi, come l' EPA, Environmental Protection Agency www.epa.gov/bpspill e la NOAA, National Oceanic and Atmospheric Administration www.noaa.gov ed il sito specifico www.deepwaterhorizonresponse.com curato dal Deepwater Horizon Unified Command statunitense) ci documentano una situazione articolata, complessa, molto difficile da risolvere e con effetti ecologici, economici e sociali, veramente devastanti.
In questo quadro sarebbe veramente necessario vedere finalmente una leadership politica di chi guida le agende politiche internazionali fortemente focalizzata sui temi dell'avvio di un'economia decarbonizzata e quindi basata sui principi dell'economia ecologica. Purtroppo anche l'analisi, ad esempio, dei lavori dell'ultimo Climate Change Talks che si sta chiudendo a Bonn, relativo ai faticosi negoziati sul cambiamento climatico, non possono farci stare tranquilli.
Oggi, comunque, il passaggio dal petrolio, dal carbone e dal gas naturale verso l'energia eolica, solare e geotermica è già in atto. Nel nostro attuale sistema l'energia, per la percentuale maggiore, viene trasformata, attraverso l'utilizzo dei combustibili fossili (petrolio, carbone, gas naturale), provocando le conseguenti emissioni di carbonio e tutte le drammatiche cosidette esternalità ambientali e sociali ad essi connessi.
Oggi la nuova economia che, passo dopo passo, si sta inevitabilmente costruendo utilizza l'energia del vento, del sole e del calore dell'interno del pianeta stesso e sarà in gran parte alimentata dall'energia elettrica. Oltre all'illuminazione e all'alimentazione degli apparecchi domestici, l'elettricità verrà ampiamente utilizzata anche nei trasporti e nella climatizzazione degli ambienti. I combustibili fossili, dannosi per il clima, dovranno scomparire mentre tutti i paesi inevitabilmente si dovranno convertire a fonti di energia rinnovabili, pulite e che non provocano modificazioni climatiche.
L'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA), nei suoi "World Energy Outlook" annuali, prevede circa il 30% di aumento del fabbisogno energetico tra il 2006 e il 2020. Il "Piano B 4.0" di Lester Brown (pubblicato recentemente in italiano da edizioni Ambiente) di cui abbiamo parlato a lungo nelle pagine di questa rubrica, prevede un intervento cospicuo e significativo, in questo stesso lasso di tempo, nel comparto del risparmio e dell'efficienza energetica (vedasi www.earthpolicy.org) . Si tratta di un intervento che può significativamente ridurre questa previsione di incremento.
Passare ad un'illuminazione più efficiente energeticamente può far calare la domanda elettrica mondiale del 12 %. Per quanto concerne le apparecchiature, la chiave per aumentare l'efficienza energetica è quella di stabilire degli standard internazionali che rispecchino i modelli più efficienti sul mercato, aumentando regolarmente questo livello man mano che le tecnologie vanno evolvendosi. Ciò ha luogo già nel programma giapponese "Top Runner" mirato a incrementare l'efficienza degli elettrodomestici. Questo intervento consente delle potenzialità tali da permettere un risparmio energetico, entro il 2020, almeno corrispondente ai risparmi nel settore dell'illuminotecnica. La combinazione di lampadine ed elettrodomestici più efficienti, con una rete intelligente che usa tariffe diversificate in funzione dell'orario, sensori di picco della domanda e le molte altre tecnologie innovative esistenti, aprono enormi possibilità per ridurre, sia la richiesta globale di elettricità che il suo picco di domanda.
Purtroppo risulta facile sottostimare il potenziale per la riduzione della domanda elettrica. Il prestigioso Rocky Mountain Institute calcola, per gli Stati Uniti, che se almeno i 40 stati peggiori nella lista dell'efficienza energetica, raggiungessero i primi 10 più virtuosi, la domanda di elettricità nazionale potrebbe essere abbattuta di un terzo (vedasi www.rmi.org) . Ciò potrebbe consentire la chiusura del 62 % delle centrali elettriche a carbone degli Stati Uniti. Tuttavia, anche i paesi più efficienti hanno un sostanziale potenziale di risparmio aggiuntivo del consumo elettrico e devono quindi continuare a pianificare la riduzione delle emissioni di carbonio e, conseguentemente, a risparmiare denaro.
Per quanto riguarda il sistema dei trasporti, la chiave a breve termine per la riduzione della richiesta di petrolio e delle emissioni di carbonio, ci ricorda Lester Brown, si identifica nel passaggio ad automobili efficienti a basso consumo di carburante (inclusi i veicoli elettrici), diversificando i sistemi di trasporto urbano e costruendo linee ferroviarie ad alta velocità tra le città, modellate sull'esempio di quelle giapponesi ed europee. Questo passaggio dai sistemi di trasporto basati sull'automobile ai sistemi diversificati si manifesta nelle azioni di centinaia di Sindaci e amministrazioni locali in tutto il mondo che affrontano, ogni giorno, la congestione del traffico e l'inquinamento dell'aria. Molti di essi si stanno inventando soluzioni ingegnose per limitare non soltanto l'uso dell'automobile, ma mettendo giustamente in discussione anche la sua vera e propria necessità. Al ridursi della presenza delle auto nelle zone urbane, la natura della città stessa cambierà.
Brown ci ricorda che anche all'interno del settore industriale il potenziale per la riduzione del consumo di energia è grande. Nell'industria petrolchimica, passare alle più efficienti tecnologie di produzione attualmente disponibili e riciclare più plastica rende possibile una riduzione di circa il 32% della domanda di energia. Per quanto riguarda l'industria metallurgica, i miglioramenti nell'efficienza produttiva possono ridurre i consumi del 23%. Risparmi ancora maggiori sono a portata di mano nella produzione del cemento: solamente con l'adozione di migliori tecnologie come il forno a secco, si prevedono risparmi del 42 per cento.
Relativamente al settore edile, persino negli edifici più antiquati esiste una redditizia possibilità di risparmio energetico poiché le ristrutturazioni energetiche possono ridurre i consumi del 20-50%. Come già è stato sottolineato, una riduzione dei consumi energetici, combinata con l'utilizzo di elettricità verde per riscaldare, raffrescare e illuminare l'edificio sta a significare che è possibile realizzare edifici a emissioni zero più facilmente di quanto si possa immaginare.
Un modo semplice per raggiungere importanti risultati nel passare ad una nuova economia decarbonizzata passa inevitabilmente attraverso una tassa sulle emissioni di carbonio (carbon tax), che aiuterebbe a porre l'attenzione sui reali costi insiti del bruciare carburanti fossili. Sarebbe perciò molto utile incrementare l'imposta sulla CO2 di 20 dollari a tonnellata ogni anno per i prossimi 10 anni, fino ad un totale di 200 dollari (in media 55 dollari a tonnellata). Sebbene questa cifra possa apparire eccessiva, in realtà non riesce nemmeno a coprire tutti i costi indiretti dei carburanti fossili, purtuttavia incoraggia lo stanziamento di investimenti, sia nell'efficienza energetica che nelle fonti di energia ad emissioni zero.