
[11/06/2010] News
BRUXELLES. Prima dell'inizio del Consiglio "ambiente" che è in corso in Lussemburgo, il ministro spagnolo dell'ambiente Elena Espinosa ha detto che l'Europa vuole prendere la testa della lotta contro il cambiamento climatico. E' l'ultima volta che il Consiglio ambiente dell'Ue si riunisce sotto la presidenza di turno spagnoala e le notizie che arrivano dai Climate change talks di Bonn non sono certo buone, ma i ministri europei dell'ambiente sono a Lussemburgo proprio per il possibile rafforzamento dell'impegno europeo che potrebbe portare a ridurre le emissioni di gas serra dal 20% attuale al 30%, però la Spagna e i Paesi del nord Europa dovranno fare i conti non più solo con l'opposizione dell'Italia e dei Paesi dell'ex Patto di Varsavia, ma anche con due giganti che nell'Ue contano e decidono: Germania e Francia.
I 27 Stati dell'Eu dovranno pronunciarsi per la prima volta in maniera ufficiale sulla riduzione del 30%, basandosi sul rapporto pubblicato recentemente dalla Commissione europea che analizza le ripercussioni di una tale scelta. Secondo la Commissione una riduzione del 30% delle emissioni di gas serra entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990 avrebbe un costo molto minore di quello che si era pensato al momento dell'approvazione del pacchetto 20-20-20 clima-energia, ma il rapporto sottolinea anche che «Il contesto internazionale non permette ancora all'Ue di fare un passo in questo senso».
Secondo la presidenza di turno spagnola, in Lussemburgo i Paesi Ue dovrebbero adottare un testo conclusivo nel quale chiederanno alla Commissione europea maggiori informazioni sull'impatto che avrebbe sugli Stati membri un rafforzamento degli impegni sulle emissioni da parte dell'Ue.
E' prevista anche l'approvazione di un documento sulla scarsità d'acqua in Europa, la siccità e l'adattamento ai cambiamenti climatici e il via libera ai testi preparatori per le politiche Ue sulle foreste, per renderle più resistenti al global warming.
La presidenza spagnola affronta anche un altro tema che le sta molto a cuore e sottolinea di essersi «Pronunciata contro l'idea di dare più libertà ai governi nazionali al fine di interdire la coltivazione di organismi geneticamente modificati (Ogm)». Una proposta che verrà presentata a luglio dalla Commissione europea e che vede già diversi Paesi contrari. La Espinosa spiega che «In Spagna abbiamo sempre difeso l'idea di un piano europeo in materia di nuove regole per l'autorizzazione degli Ogm che vuole introdurre l'esecutivo comunitario. Non dimentichiamo che l'agricoltura spagnola é regolamentata dalla politica agricola comune, non vediamo perché un dato tipo di coltivazione non dovrebbe essere iscritta in una politica agricola comune».
Il ministro dell'ambiente spagnolo difende la scelta del suo governo che ha portato la Spagna ad essere il Paese dell'Ue con la più grande superficie coltivata a Ogm e dove ormai l'80% delle piantagioni di mai è trasgenioca ed occupa quasi 76 000 ettari.
Una scelta vista malissimo dai vicini e combattivi contadini anti-ogm francesi, che temono l'inquinamento delle loro produzioni tipiche, é anche per questo che la Espinosa ricorda che il suo Paese «Reclama da anni una direttiva europea su una politica comune per tutti gli Stati membri», le previsioni (fortunatamente) sono che anche questa volta resterà a bocca asciutta, é difficile trovare l'unanimità su un elemento così controverso (il nucleare insegna) ma anche sugli Ogm la deriva verso un'accettazione di fatto sembra avviata.