[14/06/2010] News

Alle balenottere piace il Tirreno centrale, ai tursiopi l’Arcipelago Toscano e Bastia

LIVORNO. Mentre sembra si stia realizzando una costosa campagna acquisti tra i Paesi in via di sviluppo per assicurarsi un pacchetto di voti che gli permetta di scardinare il divieto di caccia alle balene alla sessione dell'International whaling commission che si terrà dal 21 al 15 giugno ad Agadir, in Marocco, dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) viene una buona notizia: «Nell'arco di un ventennio, dagli anni '90 al 2009,  la presenza della balenottera nel Tirreno centrale è aumentata di più del 200%, variando la sua distribuzione spaziale e suggerendo l'esistenza di un'area ad elevata densità di circa 30 miglia nautiche ad est della Sardegna».

I dati (che sembrano contraddire una ricerca di Greenpeace realizzata nel Santuario dei mammiferi marini Pelagos) vengono fuori dal monitoraggio dei cetacei che l'Ispra ha coordinato nel Tirreno centrale e del Mar Ligure. Si tratta di uno studio iniziato nel 2007 realizzato con la collaborazione della Corsica-Sardinia Ferries che ospita settimanalmente da 2 a 4 ricercatori a bordo delle proprie navi sulle fisse seguite dai traghetti di linea, che fanno spola fra il continente e la Sardegna e della Corsica. I ricercatori registrano tutti i dati ambientali e la presenza delle varie specie di cetacei incontrate in navigazione, mettendo così insieme un puzzle che indica le specie più frequenti, le aree di mare che preferiscono ed i cambiamenti registrati durante i mesi e gli anni. Queste informazioni permettono un monitoraggio praticamente in tempo reale della situazione e di metterla in relazione con i diversi fattori antropici ed ambientali che potrebbero avere un impatto sulla presenza dei cetacei, sulle loro abitudini migratorie e sugli habitat che utilizzano.

Dopo una fase sperimentale, l'Ispra ha investito principalmente in risorse umane nel progetto, creando una rete che oggi conta 8 enti fra università ed enti di ricerca e che è destinata ad ampliarsi ed a contribuire alla formazione di un network di livello europeo. I risultati di questo monitoraggio destano estremo interesse per la "scoperta" di un'area ad elevata diversità e abbondanza di specie nel Tirreno centrale, area in cui non sono ancora presenti forme specifiche di protezione e che mette in luce la necessità di urgenti azioni specifiche di tutela e conservazione per le specie ed il loro habitat.

«A tre anni dall'inizio del progetto - si legge in una nota dell'Ispra - è emerso un quadro interessante della distribuzione delle specie di cetacei all'interno di un'area protetta specificatamente istituita per la protezione dei cetacei, il Santuario Pelagos, e subito a sud del suo confine orientale. Tutte le otto specie di cetacei segnalate nel Mediterraneo sono presenti nell'area di studio anche se con delle differenze a volte notevoli in termini di presenza e abbondanza delle specie fra i diversi mari. La stenella (Stenella coeruleoalba), la balenottera (Balaenoptera physalus), il tursiope (Tursiops truncatus) e il capodoglio (Physeter macrocephalus) sono stati avvistati in tutt'e quattro i transetti monitorati, dal Tirreno centrale al Mar Ligure occidentale mentre lo zifio (Ziphius cavirostris), il grampo (Grampus griseus), il delfino comune (Delphinus delphis) e il globicefalo (Globicephala melas) risultano avere una distribuzione più frammentata».

Proprio la parte francese del Santuario, che suscitò le maggiori preoccupazioni di Greenpeace per la scarsità di avvistamenti, per l'Ispra conferma tutta la sua importanza sia per la frequentazione dei cetacei sia per la diversità delle specie presenti: «In coincidenza con l'area di alta produttività del Golfo del Leone. In generale, la specie più frequente in tutta l'area di studio è la stenella, il piccolo delfinide gregario di zona pelagica, mentre, come ci si aspettava, il delfino costiero tursiope è particolarmente concentrato nel lungo tratto di piattaforma continentale presente nel Tirreno settentrionale, all'altezza dell'Arcipelago Toscano e delle coste corse prospicienti Bastia. La specie, prevalentemente costiera è generalmente presente su fondali che non superano i 500 m di profondità, anche se viene talvolta avvistata a profondità di molto superiori, nell'area di elevata densità del Tirreno centrale. Capodoglio, grampo, zifio e globicefalo, sebbene generalmente più rari, sono avvistati principalmente nel cuore del Mar Ligure, con una importante presenza dello zifio anche nel Tirreno centrale».

Secondo la ricercatrice dell'Ispra Antonella Arcangeli, «Discorso a parte merita la balenottera: sappiamo da altri studi che questo grande filtratore ha subito negli ultimi anni una generale diminuzione di presenza nel Mar Ligure mentre, contemporaneamente, i nostri studi confermano un aumento di presenza più a sud, nel Tirreno centrale (+200%). Ciò fa supporre che la specie abbia modificato in parte i suoi ritmi migratori, cambiando la sua distribuzione su larga scala e concentrandosi oggi in estate prevalentemente nel Golfo del Leone e nel Tirreno centrale, subito a sud del Santuario. Le ragioni di questo cambiamento sono ora oggetto di ulteriori studi, soprattutto per correlare presenza e distribuzione degli animali con i paramentri ambientali e antropici che possano aver avuto una influenza sulla biologia e le abitudini della specie in Mediterraneo centrale».

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