[16/06/2010] News

Anche i geologi domani torneranno a lanciare il loro grido d'aiuto

FIRENZE. I tecnici fanno ricerche, elaborano studi, forniscono dati, possono anche avanzare previsioni, ma è la politica che sceglie i settori prioritari su cui intervenire in fase preventiva.

Purtroppo la tutela del territorio non è mai stata al centro delle azioni di nessun governo nonostante che l'Italia sia un Paese manifestamente fragile: 17.000 tra alluvioni e frane negli ultimi 80 anni, più di 100.000 persone coinvolte negli ultimi 20 anni, con danni stimati superiori ai 25 miliardi di euro. Il rischio di frane e alluvioni nel nostro Paese è particolarmente rilevante (secondo tra i rischi solo a quello sismico) ed ha un elevatissimo impatto sociale, economico ed ambientale.

I numeri sono stati forniti dai geologi che domani si riuniranno (oltre 600 da tutta Italia) per il forum nazionale sul dissesto idrogeologico, ''Le Frane in casa''.

«Ad evidenziare le problematiche dei rischi geologici e della protezione civile, non servono i geologi, lo impone la quotidianità» ha dichiarato il vicepresidente dei geologi della Campania, Francesco Peduto- In effetti tutti hanno potuto osservare le innumerevoli sciagure che in breve periodo si sono abbattute sul Paese e ricordiamo che solo quelle di maggior rilievo si sono imposte all'attenzione dei media nazionali: il terremoto dell'Abruzzo; le frane in Sicilia (Scaletta Zanclea, Giampilieri e Caronia); le frane in Calabria (Maierato); l'alluvione del Serchio in provincia di Pisa; Ischia, Atrani e Montaguto in Campania.

«Tuttavia- ha ripreso Peduto- nonostante sia stato stimato che riparare i danni costa in media 10 volte in più che prevenirli, la prevenzione è ancora un'eccezione e la totalità delle sciagure citate sono state affrontate con misure tampone ed emergenziali di protezione civile, ad evento accaduto».

E quando si opera in emergenza, di fretta ed in deroga alla normativa ordinaria, non sempre si ottengono "buoni risultati".

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