[17/06/2010] News
LIVORNO. Gli ambientalisti argentini, che hanno bloccato per più di 3 anni la frontiera con l'Uruguay per protestare contro una cartiera sul suolo uruguayano ritenuta inquinante, hanno annunciato stanotte che permetteranno per 60 giorni il transito sul "corredor binacional" che collega i due Paesi sudamericani, permettendo così di nuovo l'accesso alla località uruguayana di Fray Bentos.
L'Asamblea Ambiental della città argentina di Gualeguaychú ha annunciato, di sospendere il blocco dopo che il governo di Cristina Fernández si era mostrato disposto ad riavviare trattative con l'Uruguay se il movimento ambientalista avesse posto fine alle proteste di strada.
La presidente argentina sta cercando di capire come poter interpretare la sentenza della Corte internazionale di giustizia dell'Aia che il 20 aprile ha detto che non è dimostrato che la cartiere finlandese Upm, sule rive del fiume Uruguay, che fa da confine tra i due Paesi, sia così inquinante come sostengono gli ambientalisti argentini. Ma la stessa sentenza afferma anche che con la decisione unilaterale di installare la cartiera, l'Uruguay ha violato un trattato bilaterale del 1975 che stabilisce l'amministrazione condivisa del fiume Uruguay.
La riunione dell'Asamblea Ambiental di Gualeguaychú è stata tesissima e la sospensione del blocco è stata approvata con 402 voti contro 315. La maggioranza degli ambientalisti pensa che il blocco debba essere tolto «Perché se il governo argentino non risponde alla sentenza questo è un ostacolo al monitoraggio congiunto (da parte di Argentina ed Uruguay) dell'impianto».
Undici giorni fa il governo di Cristina aveva detto che avrebbe perseguito penalmente gli ambientalisti che protestavano contro la fabbrica, preoccupata anche per il crescere della tensione con l'Uruguay che aveva già creato il peggior conflitto da decenni tra i due Paesi. La Fernández il 2 giugno si era incontrata vicino a Montevideo con il suo collega uruguayano José "Pepe" Mujica, annunciandogli l'avvio di un procedimento penale contro gli ambientalisti e i cittadini di Gualeguaychú per sedizione, intimidazione pubblica, danni a beni pubblici ed altri gravi reati per il blocco del valico frontaliero di Fray Bentos che è cominciato addirittura nel novembre del 2006.
Il presidente di sinistra dell'Uruguay già il 28 aprile, in visita a Buenos Aires, aveva chiesto alla Fernández che l'Argentina rispettasse la sentenza della Corte dell'Aia sulla cartiera, anche come gesto di buona volontà per avviare una nuova tappa nelle relazioni commerciali e politiche tra i due Paesi.
Se gli argentini si leccano le ferite, gli uruguayani dall'altra parte del fiume si sentono alla fine liberati, ma chiedono che la sospensione del blocco per 60 giorni si trasformi in una cosa de finitiva: . «Questa decisione ci sembra buona - spiega su Tele Sur il portavoce dell'Asociación de Afectados por el Corte de Fray Bentos, Daniel Fernández - Ma la decisione sarà davvero buona del tutto se non si tratta di un provvedimento transitorio».
Gli ambientalisti della sponda argentina si aggrappano alla speranza che i 60 giorni servano a mandare avanti i negoziati tra i due governi sul controllo della cartiera, un punto chiave che hanno posto a Buenos Aires per togliere il blocco.