[11/08/2009] News
LIVORNO. Il sud è al centro da giorni del dibattito politico, dall'erogazione dei 4 miliardi di fondi Fas, alla rinascita di una nuova Cassa per il Mezzogiorno sino alle gabbie salariali e si conferma tra le priorità dell'agenda di governo alla ripresa dalla pausa estiva, annunciate dal premier Silvio Berlusconi prima di imbarcarsi per le vacanze in Sardegna. Priorità che riguardano infrastrutture , Sud, Abruzzo e riforma del processo penale.
Tra le infrastrutture sono cinque quelle che dovranno essere poste al primo punto dell'ordine del giorno alla ripresa, e tra queste troviamo ancora opere che riguardano il Sud, tra cui il ponte sullo stretto e la Salerno- Reggio Calabria, già contenute nella Legge Obiettivo varata dal precedente governo Berlusconi, ma ancora al palo a distanza di sette anni. Emorragia ds vf
Il programma della legge Obiettivo, voluta dall'allora ministro Lunardi, prevedeva per le opere del mezzogiorno risorse per 30,4 miliardi, quasi una manovra finanziaria, e da un recente aggiornamento del Cipe sui costi che serviranno per completare quel programma emerge che gli investimenti per realizzare le opere al Sud dovrebbero essere almeno raddoppiati a oltre 61 miliardi, che rispetto a quanto in questi sette anni è state finanziato e appaltato risulta pari a meno di un quarto. Se poi si utilizza la stima fatta da un rapporto della Camera sulla legge obiettivo il rapporto tra costi effettivi, che salgono a 119 miliardi, e quote impegnate si scende clamorosamente ad un ben più esiguo 11,7%.
Tra l'altro fra quote impegnate e somme davvero spese ci sta un netto divario, tanto che Berlusconi annuncia la volontà di prevedere la nomina di commissari (tanto per fare una cosa nuova) per velocizzare la realizzazione del programma previsto dalla legge obiettivo, a maggior ragione al Sud.
Siamo quindi ancora alle priorità annunciate rispetto alle realizzazioni effettive e alla politica del comando rispetto alle inadempienze di chi dovrebbe dare seguito ai programmi. Quando poi è proprio dal potere centrale che non si dà il buon esempio e anziché erogare fondi che spettano di diritto alle regioni, come nel caso dei Fas, si trattengono per poter nel frattempo coprire altri buchi.
Quindi tra il dire e il fare c'è davvero di mezzo il mare e guardando a quello del sud si tratta di un mare che non naviga certo in buone acque, per usare un giro di parole.
Le conferme arrivano tutti i giorni da dati ufficiali e non, non ultimo quella della Goletta verde di Legambiente che registra in tutte le regioni del Sud attraversate un forte inquinamento dei fiumi e dei corsi d'acqua che arrivano a mare, a causa di un forte deficit della capacità depurativa dei liquami, che rischiano di trasformare gli stessi corsi d'acqua e bellissimi tratti di costa in veri e propri ricettacoli di reflui inquinanti.
Vale per la Calabria come per la Sicilia, per la Puglia come per la Campania: regioni in cui il ricorso selvaggio all'abusivismo edilizio rende ancora più grave una situazione già fortemente compromessa.
Con la conseguenza che non si crea solo un problema di natura ambientale (che già non è certo poca cosa) ma si compromette anche una risorsa economica importante, per queste come per altre regioni, quali il turismo. Notizie che non possono certo essere assimilate a silly season, quando nel periodo estivo sui giornali non si sa cosa scrivere, ma che denunciano invece una situazione che permane e, anzi, peggiora anno dopo anno con enorme danno per l'ambiente, la salute e l'economia dei cittadini del mezzogiorno.
Ma a ben vedere tra le priorità del governo nemmeno si cita quella di mettere mano alle infrastrutture a rete per la depurazione, che sicuramente sono di competenza delle amministrazioni locali, ma che proprio in quelle regioni sono più spesso delegate a commissari dotati di risorse e poteri straordinari. E quindi soggette ad erogazione di fondi e risorse da parte del governo centrale o che potrebbero essere almeno realizzate con i fondi Fas che alle regioni spettano. Si tratta, poi, di andare a vedere nelle programmazioni regionali che aspettano queste risorse per essere operative, quanto di queste infrastrutture c'è o si pensa di stimolare, ma se ci fossero dovrebbero comunque attendere.
Un altro segnale, non certo positivo, dell'assoluta inadeguatezza della politica che fissa tra le priorità di un paese, che aspira a rimanere nella rosa dei paesi più avanzati, un ponte - quello sullo stretto di Messina - per collegare più velocemente due regioni che sono drammaticamente indietro nei servizi basilari per un paese civile, come quello della depurazione dei propri liquami e non si preoccupa nemmeno lontanamente di risolvere questo problema che definire urgente è ormai usare un eufemismo.