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[18/06/2010] News
FIRENZE. Pensando al noto assunto di Feuerbach "siamo ciò che mangiamo" c'è poco da stare allegri. Almeno a giudicare dai dati contenuti nel dossier "Pesticidi nel piatto" elaborato da Legambiente sulla base dei dati ufficiali forniti da Arpa, Asl e Istituti zooprofilattici. Aumentano i prodotti contaminati da uno o più residui di pesticidi (da 27,5 a 32,7%), salgono anche i campioni irregolari (da 1,2 a 1,5%) e diminuiscono i controlli (il numero dei campioni analizzati, passano dagli 8764 dello scorso anno, agli attuali 8560). Inoltre è stata rilevata una maggiore presenza di campioni multi residuo ovvero di campioni che presentano contemporaneamente più e diversi residui chimici.
«La normativa vigente ha portato ad un maggiore controllo delle sostanze attive impiegate nella produzione dei formulati e l'armonizzazione europea dei limiti massimi di residuo consentito (Lmr), ha rappresentato un importante passo in avanti - ha affermato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - Il rapporto registra poi un lento ma graduale miglioramento rispetto agli anni passati, a testimonianza della maggiore attenzione da parte degli operatori agricoli alla salubrità dei cibi e alle richieste dei consumatori, sempre più favorevoli ai prodotti provenienti da un'agricoltura di qualità. Nonostante ciò, però, risulta ancora troppo alta la percentuale dei prodotti contaminati da uno o più tipi di pesticidi».
Nello specifico tra le verdure il 76,4% dei campioni risulta regolare senza residui (erano l'82,9% nel 2009); 45 sono i campioni fuori legge (1,3% contro lo 0,8% dello scorso anno), mentre il 22,3% risulta contaminato da uno (15,8%) o più residui (6,5%, erano il 3,5% nel 2009). Per quanto attiene la frutta diminuiscono i campioni irregolari per residui oltre i limiti consentiti o per molecole non autorizzate, passando dal 2,3% dello scorso anno all'1,2% dell'attuale, mentre aumentano quelli regolari ma contaminati da uno (22%) o più residui (26,4%) che passano nel complesso dal 43,9 al 48,4%.
Tra i prodotti derivati (tra i quali miele, pane, vino ecc), il 77,7% risulta regolare senza residui (erano l'80,5% nel 2009); il 10,3% è regolare con un residuo e il 9,3% contiene più di un residuo contemporaneamente. Il 2,7% risulta invece addirittura irregolare (39 campioni su 1435) segnalando una novità rispetto agli anni precedenti, quando la percentuale era pari a zero. «La strada da percorrere per raggiungere un uso sostenibile dei fitofarmaci è ancora molto lunga- ha sottolineato Francesco Ferrante, responsabile Agricoltura di Legambiente- Permane infatti, il problema del cosiddetto multi residuo cioè, l'effetto sinergico dovuto alla presenza contemporanea di differenti principi attivi sul medesimo prodotto, e quello della rintracciabilità di pesticidi revocati oltre il termine fissato per lo smaltimento delle scorte. Non esiste un riferimento specifico nella normativa che stabilisca per i laboratori un termine temporale oltre il quale tracce, anche al di sotto del limite consentito di pesticidi revocati, come il DDT, siano da indicare come irregolari».
Dall'elaborazione dei dati fatta da Legambiente sono emersi appunto casi particolari di prodotti "multi contaminati", tra i quali un campione d'uva bianca analizzato in Sicilia contenente 9 diversi residui di pesticidi (Clorpirifos, Clorpirifos-metile, Cyprodinil, Dimetomorf, Fenhexamid, Fludioxonil, Miclobutanil, Penconazolo, Tiabendazolo); un campione di pere analizzato in Campania con 5 diversi residui chimici (clorpirifos, boscalid, etossichina, captan di fenilammina, clozolinate); un campione di vino analizzato in Friuli Venezia Giulia con 6 diversi residui chimici (dimetomorf, boscalid, pyrimetanil, fenexamid, metalaxil, iprovalicarb). Ferrante nella veste di senatore del Pd ha presentato un disegno di legge che, con l'obiettivo di contribuire a ridurre ed armonizzare l'uso dei fitofarmaci in agricoltura, mira a promuovere la ricerca sugli effetti sinergici del cocktail chimico e la regolamentazione della normativa sul multi residuo. Da Legambiente fanno osservare come lo scarso numero di analisi relative ai prodotti biologici ricevute (466 campioni tra frutta e verdura) non permetta una valutazione obiettiva del settore e discorso analogo vale anche per gli alimenti di origine animale.
In questo quadro, risulta inconcepibile l'intenzione del Governo di azzerare l'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare come fa osservare il presidente del Movimento difesa del cittadino Antonio Longo: «E' una scelta miope, che contraddice tante assicurazioni dei ministri delle Risorse agricole e della Salute che va respinta con decisione».