[23/06/2010] News
ROMA. Potrebbe apparire qualcosa di anomalo, di eccentrico rispetto alla situazione che viviamo un'iniziativa dal titolo "Camminiamo per la bellezza", promossa da Sel del centro storico e dal gruppo misto del comune di Roma per giovedì 24 giugno ore 20 con partenza da piazza dei Crociferi (fontana di Trevi) e arrivo a Piazza Farnese. Potrebbe, ma non lo è.
In realtà il gesto del camminare e il valore della bellezza rappresentano entrambi uno scarto, un attrito rispetto a quel pensiero dominante che produce crisi economica, tagli e bavagli, l'attacco alla dignità del lavoro come a Pomigliano. Infatti camminare, che è il gesto più naturale, è diventato un esercizio sovversivo rispetto alla privatizzazione degli spazi pubblici, al dominio della motorizzazione, alla velocità come valore. Camminare è dare tempo al tempo, in una società dove questa risorsa, la più preziosa della nostra vita, ci viene sottratta o è eterodiretta.
Anni fa gli amministratori cittadini di Los Angeles scrissero che il pedone è il più grande ostacolo al libero fluire del traffico, sembra una battuta di Woody Allen. E' invece il paradigma di un mondo capovolto, che è quello che vediamo ogni giorno in tanti campi.
Riscoprire il valore della bellezza come criterio e finalità dell'agire politico è anch'esso qualcosa di sovversivo. L'ideologia e la pratica dello sviluppismo porta con sé la bruttezza. Non c'è più attenzione e cura per i luoghi, c'è al contrario un assalto violento e selvaggio in nome del valore economico, della valorizzazione, parola magica e nefasta come poche. Un tempo vivevamo in case brutte e città belle, oggi è il contrario: belle case e città sempre più brutte. Non è casuale, è la conseguenza di questo modello di produzione e consumo (ultima la vicenda del disastro ecologico prodotto dalla British Petroleum), di questo modello di vita.
Per questo una forza di sinistra degna di questo nome deve mettere al centro e ricongiungere nel suo pensiero e nella sua azione etica ed estetica, giustizia e bellezza. Perché la bellezza è un potente fattore di coesione sociale, porta ad avere più rispetto per sé e per ciò che ci circonda. E' questa la nuova frontiera di una sinistra capace di cogliere fino in fondo i segni dei tempi, di avere coraggio profetico che non è pre-vedere o pre-dire il futuro ma vedere e dire del presente ciò che gli altri non vedono e non dicono, di rappresentare un punto di vista critico sull'esistente. Se non fa questo non c'è motivo che la sinistra esista, è inutile a sé e agli altri.
"Camminiamo per la bellezza" richiama tutto questo. Luoghi unici al mondo, patrimonio dell'umanità ridotti a vetrina e consumo; espulsi residenti, artigiani, botteghe storiche in nome del dio denaro un'invasione di attività commerciali tutte uguali ha stravolto e reso brutti e invivibili quei luoghi. La movida notturna non è la causa ma l'effetto della totale abdicazione della politica al suo compito di programmazione e indirizzo in nome di un'idea di città. Siamo invece in balia dell'interesse economico privato, ieri con Veltroni oggi con Alemanno, che impone le sue regole e i suoi desiderata ad amministratori compiacenti o subalterni in speranzosa attesa di qualche vantaggio economico o politico. Attività che troppo spesso vivono e prosperano nell'illegalità tollerata: nel 2009 nel solo centro storico più di 700 infrazioni per occupazioni di suolo pubblico totalmente abusive o difformi; nel 2010 è ancora peggio, uno su tre è irregolare. Mentre è in arrivo una stangata fatta di aumenti delle tasse comunali, delle tariffe, dei trasporti pubblici quanti soldi vengono sottratti alle casse comunali da un'evasione fiscale così plateale e massiccia?
Poi di fronte al caos, all'invivibiltà di quei luoghi si risponde al solito modo: divieti, giri di vite che durano lo spazio di un mattino perché se non si riafferma un'idea di città e di primato del pubblico non c'è soluzionei.
Per questo è importante camminare: perché una città dove si cammina è più sicura e vivibile; perché la città è un bene comune che deve essere vissuto da tutti e tutte e non gestito da pochi; perché dobbiamo rimettere la politica con i piedi per terra così da riscoprire storie e luoghi.
Perché i piedi non mentono.
* Sinistra Ecologia Libertà di Roma