[24/06/2010] News
LIVORNO. Il noto giornale britannico Sunday Times ha chiesto pubblicamente scusa per il cosiddetto scandalo del "Climategate" o " Amazongate ". Lo scorso febbraio il Sunday Times pubblicò con grande rilievo le voci che l'Intergovernmental panel on climate change (Ipccc) avrebbe fatto strani giochetti per esagerare gli effetti dei cambiamenti climatici in Amazzonia. La storia venne subito ripresa da giornali e televisioni di tutto il mondo e impazzò su blog eco-scettici che deridevano apertamente i dati delle spedizioni scientifiche e il rapporto del Wwf che l'Ipcc aveva utilizzato come riferimento per le sue proiezioni degli scenari futuri riguardanti l'Amazzonia. Ora si è scoperto che alcuni di quei riferimenti non erano compresi nel rapporto e che il documento era scientificamente corretto. Il Sunday Times è stato costretto a pubblicare una clamorosa rettifica: «Infatti, l'Amazon statement del'Ipcc é supportato da prove scientifiche peer-reviewed».
L'operazione del Sunday Times rimane comunque una brutta pagina di giornalismo: il settimanale aveva ricevuto i riferimenti alla letteratura scientifican peer-reviewed sulla quale si basa il rapporto Ipcc ben otto ore prima di andare in stampa, aveva anche parlato con il curatore della letteratura scientifica utilizzata, ma nell'articolo improntato ad un eco scetticismo simile a quello al quale ci ha abituato "Il Giornale" non compare niente di tutto questo. Il Sunday Times aveva anche intervistato il Simon Lewis, uno specialista delle foreste pluviali, ma dopo aveva completamente ignorato quello che aveva detto, facendogli dire cose del tutto diverse da quel che aveva dichiarato. Ora il giornale ammette che «Una versione del nostro articolo, che era stata verificata con il dottor Lewis ha subito significative modifiche durante l'editing e non ha fornito una giusta descrizione accurata delle sue idee su questi punti. Ci scusiamo per questo».
Scuse dovute e più che tardive, visto che gli autori del rapporto e Lewis avevano subito denunciato alla Press Complaints Commission britannica il fatto, dopo quattro mesi è arrivata la clamorosa ritrattazione del Sunday Times. Secondo Cindy Baxter, che ha seguito la vicenda per Greenpeace, «Questo è un altro chiodo sulla bara del climategate. E' ancora un'altra parte del "scandalo" intorno all'Ipcc che si rivela sempre di più per tutti come un non-scandalo. Però resta una domanda: perché anche tutti gli altri media che hanno gestito la storia dell'Amazongate non fanno delle ritrattazioni? La toglieranno dai siti web? Perché, per esempio, The Australian, che ha copiato la storia, parola per parola, come un "syndicated piece", non fa seguire anche lui le scuse e mette questa storia fuori dal suo sito web? In tutto il mondo, su questa storia si sono basati editoriali, blog e diatribe contro l'Ipcc. La montatura intorno all'Amazongate è stata enorme. Ha circolato in tutto il mondo».
A dire la verità, dopo che il Sunday Times si è coperto il capo di cenere, The Australian ha fatto sparire l'Amazongate" dal suo sito internet, ma non sembra che abbia fatto un rigo di scuse agli scienziati e all'Ipcc.
La montatura dei climate-skeptc, ben sostenuta dalle multinazionali delle energie fossili e probabilmente appoggiata sotterraneamente da governi come quello russo, si è dipanata con una campagna martellante che in Italia è diventata anche senso comune televisivo ed è arrivata in Parlamento sulle ali della incredibile mozione negazionista dei senatori del Pdl, ma vedrete che nessuno dei grandi media che hanno cavalcato l'Amazongate, quella che si è rivelata in gran parte una bufala, ammetteranno di aver preso una cantonata, né i blogger negazionisti-climatici che hanno divulgato la montatura apriranno qualche spiraglio di verità nella loro pervicace ed ideologica battaglia contro la scienza climatica. Quelli che avevano chiesto le dimissioni di tutta la dirigenza dell'Ipcc e l'esilio degli scienziati non faranno nessuna autocritica e non penseranno certamente a dimettersi o a buttare nella pattumiera la paccottiglia eco-scettica.
La Baxter chiede di sommergere di e-mail Times i blog e i giornali che hanno diffuso la falsa notizia per chiedere rettifiche come quelle del Sunday: «Hanno un dovere verso l'opinione pubblica e il clima». Sinceramente, dubitiamo che personaggi come Battaglia siano in grado di riconoscere che il loro furore antiambientalista gli ha fatto fare una pessima figura. Probabilmente in Italia pochi, o nessuno, farà le dovute scuse, come ha fatto il Sunday Times.