[30/06/2010] News toscana

Il problema dell'accessibilità alla foresta biogenetica dell'Arboreto (Fi) finisce in consiglio provinciale

FIRENZE. Rifondazione comunista e Lega nord in consiglio provinciale a Firenze portano all'ordine del giorno la questione della foresta biogenetica dell'Arboreto (Vallombrosa),la prima foresta demaniale d'Italia, che sarebbe mal gestita ed inaccessibile. Una prima risposta è arrivata dall'assessore ai Parchi e alle aree protette Marco Gamannossi.

«La riserva è gestita dal Corpo forestale dello Stato, riserva statale, che ha delegato tramite una convenzione l'istituto di selvicoltura di Arezzo alla conduzione specifica dell'Arboreto di Vallombrosa. La legge attribuisce alle aree naturali finalità tra le altre di promozione, di educazione, formazione, di ricerca scientifica, e di attività ricreative compatibilmente. È pertanto quindi compito, e aggiungo anche dovere, dell'ente gestore della riserva, di applicare in maniera stringente questa legge».

L'istituto di selvicoltura di Arezzo e il Corpo forestale dello Stato, già contattati dall'amministrazione, hanno garantito che l'Arboreto è aperto su appuntamento per buona parte dell'anno. Per i mesi di luglio e agosto è aperto con accesso libero, quindi senza prenotazione, il sabato e la domenica, dalle ore 10 alle ore 15.

«In virtù di questa informazione - ha continuato l'assessore- abbiamo sollecitato con molta forza un migliore coordinamento tra il Corpo Forestale dello Stato e l'istituto di selvicoltura, affinché la fruibilità e l'apertura di questo importante sito sia maggiormente garantita rispetto a oggi e per tutto il corso dell'anno». Uno dei primi provvedimenti di facile attuazione è il miglioramento dell'informazione degli orari disponibili, anche attraverso il sito web, ma rimane la criticità principale dovuta alla carenza di personale.

«Siamo di fronte a una foresta biogenetica che non ha uguali e che non ha pari - ha commentato il consigliere Andrea Calò di Rifondazione comunista - Ora noi abbiamo sollevato un problema di spreco, di inopportunità, di una serie di provvedimenti, che la carenza del personale, la sufficienza o l'approssimazione con la quale enti proposti gestiscono questo importante sito, finiscono per portare a un fatto: il sito viene negato. L'Amministrazione provinciale ha gli strumenti per poter rimuovere le inadempienze e le criticità» ha concluso Calò.

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