[30/06/2010] News
GROSSETO. Ieri era l'ultimo giorno utile per la consultazione del Piano di azione nazionale per le fonti rinnovabili (Pan) elaborato dal ministero dello Sviluppo Economico, come previsto dalla direttiva 2009/28/CE per il raggiungimento, entro il 2020, dell'obiettivo vincolante di coprire con energia da fonti rinnovabili il 17% dei consumi lordi nazionali.
Il Pan prevede in particolare di coprire grazie alle energie rinnovabili la quota del 6,38% del consumo energetico del settore trasporti, del 28,97% per l'elettricità e del 15,83% per il riscaldamento e il raffreddamento, tenendo conto degli effetti di altre misure relative all'efficienza energetica sul consumo finale di energia, che il Mise stima per il 2020 pari a 131,2 Mtep. Il Pan contiene anche le linee d'azione e le misure previste per raggiungere quegli obiettivi, (economiche, non economiche, di supporto, di cooperazione internazionale) e indica la necessità di intervenire anche sul quadro esistente dei meccanismi di incentivazione (quali, per esempio, i certificati verdi, il conto energia, i certificati bianchi, l'agevolazione fiscale per gli edifici, l'obbligo della quota di biocarburanti, ...) con l'intento di incrementare da un lato la quota di energia prodotta e dall'altro di rendere più efficienti gli strumenti di sostegno.
Disponibile dal 14 giugno sul sito del Mise è stato possibile per le associazioni di settore prenderne visione e presentare le relative osservazioni. Tra le osservazioni inviate, Aper (Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili) ritiene che il Pan rappresenti «un punto di partenza importante su cui far convergere le aspettative e le richieste dei vari operatori al fine di individuare le azioni più opportune per supportare una crescita dello sfruttamento delle fonti rinnovabili in linea con gli obiettivi comunitari, ma soprattutto con le potenzialità di un settore che avrà un ruolo sempre più centrale a livello globale, e su cui è fondamentale che l'industria nazionale giochi un ruolo di primo piano».
Ma pur apprezzandone l'approccio ne rileva alcune lacune. «Entro il 2020 in base al Pan- riassume Aper - dovremo produrre da fonti rinnovabili, solo di energia elettrica, più di 105 miliardi di kWh/anno, quando nel 2005 ne abbiamo prodotta per 56 miliardi. Poi occorre triplicare la produzione di energia termica (caldo/freddo) e moltiplicare per 7 la produzione di biocarburanti. Inoltre dovremo cercare di contenere i nostri consumi di energia primaria ai livelli attuali (131 Milioni di Tep)».
Una sfida che l'associazione ritiene «ambiziosa ma fattibile» a condizione che venga costruita «una risposta organica, interdisciplinare e di sistema in grado di valorizzare tutta la filiera italiana delle energie rinnovabili» e un «sistema di sostegno efficace ed efficiente» nei segmenti chiave in cui il Pan si articola che «devono essere considerati non uno alternativo all' altro, ma ciascuno complementare all'altro».
E allora, scrive Aper, si dovrebbe cominciare con il rimuovere gli ostacoli che ancora intralciano il settore, a partire dalle linee guida nazionali per l'autorizzazione unica degli impianti a fonti rinnovabili in attuazione dell' art. 12 del D-Lgs 387/03, non ancora varate; dalla ripartizione a livello regionale degli obiettivi nazionali del Pan, i cosiddetti burden sharing; dall'intensificazione degli investimenti nella pianificazione e nello sviluppo delle reti elettriche, smart grid incluse, per risolvere i problemi di ricevimento e distribuzione dell' energia; dall'approvazione del nuovo decreto in conto energia per il settore fotovoltaico per il periodo successivo al 2010, sino ad una riforma organica efficace ed efficiente dei sistemi di sostegno delle rinnovabili e dell'efficienza energetica nell' ambito del decreto di recepimento della direttiva 2009/28/CE da completarsi entro dicembre 2010.
Ma prima ancora, dice ancora Aper, è necessario stralciare i due provvedimenti previsti agli «articoli 45 e 15 dell' attuale manovra straordinaria (Dl 78/10) che aboliscono il ritiro eccedentario dei certificati verdi da parte del Gse (squilibrando così totalmente il principale strumento di mercato a sostegno delle rinnovabili elettriche) e praticamente raddoppiano il canone Idroelettrico» e che sono in «completa contraddizione con gli obiettivi sopra ricordati».
Anche il Gifi (Gruppo imprese fotovoltaiche italiane) che rappresenta i fornitori di tecnologie per sistemi fotovoltaici, ha presentato le sue osservazioni al Pan, e le rilevazioni che sostanzialmente fa riguardano le proiezioni al 2020 per quanto riguarda il solare fotovoltaico.
Nel documento, sottolinea Gifi, le proiezioni al 2020 dell'installato solare fotovoltaico sono stimate in 8.000 MW, che rappresenta a malapena il tasso di crescita del 5% annuo quando il tasso di crescita medio del mercato mondiale del fotovoltaico oscilla da anni tra il 30 e il 40% all'anno.
E ricorda che da un recente studio dell'Università di Padova «emerge chiaramente che con un tasso di crescita molto prudenziale (rispetto all'evoluzione del mercato mondiale) del 16% circa all'anno, nel 2020 in Italia si raggiungerebbe un parco installato di almeno 15.000 MW».
Sulla base di queste considerazioni Gifi chiede quindi che venga corretta la stima relativamente all'installato al 2020 del solare fotovoltaico da 8000 MW come scrive il Pan a 15.000 MW, come dallo studio citato.