[30/06/2010] News
LIVORNO. Dopo le proteste di Legambiente, di alcuni amministratori locali delle isole minoori e di quasi tutte le regioni italiane interessate ai progetti di trivellazione hoffshore, il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo annuncia un «Giro di vite a difesa dell'ambiente per quanto riguarda le trivellazioni in mare» e ammette che così viene «Colmato un vuoto normativo a difesa del nostro mare e dei nostri gioielli naturalistici».
Un comunicato del ministero dell'ambiente informa che «Lo schema di decreto di riforma del codice ambientale approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, sono state inserite una serie di norme che riformano il sistema delle autorizzazioni per la ricerca e l'estrazione degli idrocarburi. E' stato infatti introdotto il divieto assoluto di ricerca, prospezione e estrazione di idrocarburi all'intero delle aree marine e costiere protette e per una fascia di mare di 12 miglia attorno al perimetro eterno delle zone di mare e di costa protette.
Inoltre le attività di ricerca ed estrazione di petrolio sono vietate nella fascia marina di 5 miglia lungo l'intero perimetro costiero nazionale. Al di fuori di queste aree in cui vige il divieto, le attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi saranno tutte sottoposte a Valutazione di Impatto Ambientale. La norma adottata dal Consiglio dei Ministri si applica anche ai procedimenti autorizzativi in corso».
La Prestigiacomo è soddisfatta: «Abbiamo inserito norme chiare a difesa del nostro mare e dei nostri gioielli naturalistici colmando una opacità legislativa che nel recente passato ha suscitato timori nelle comunità locali di zone che attorno alle riserve marine stanno costruendo un modello di sviluppo basato sulla valorizzazione dei beni ambientali. L'impegno del Governo a difesa dei propri "giacimenti naturali" è pieno. Lo sviluppo delle attività produttive è altresì sostenuto in un ambito di regole chiare che pongono in primo piano la tutela ambientale».
Non è invece entusiasta il vicepresidente di Legambiente Sebastiano Venneri: «Lo schema di decreto annunciato dal ministro mi sembra abbastanza deludente. Le 5 miglia dalla costa non sono praticamente niente. Si pensi solo che un incidente come quello della piattaforma Deepwater Horizon della Bp nel Golfo del Messico avrebbe riempito di petrolio tutto l'Adriatico, da Trieste al Gargano. Davanti al pericolo concreto di disastri del genere 5 o 12 miglia sono veramente poca cosa».
Per il responsabile isole minori di Legambiente, Umberto Mazzantini, «Il decreto annunciato dal ministro Prestigiacomo può essere forse utile per allontanare di qualche miglia il pericolo da aree marine ed insulari protette come le Tremiti e le Egadi, ma ad esempio non risolve affatto quello dell'Arcipelago Toscano, dove la concessione richiesta dalla multinazionale australiana Key Petroleum nei suoi 640 Km2 ha probabilmente la possibilità di trovare diversi "buchi" oltre le 12 miglia. Per questo chiediamo al ministro ed al governo di fare una cosa semplice per difendere davvero il nostro ambiente: istituire subito l'area marina protetta dell'Arcipelago Toscano che aspetta dal 1982 e cominciare subito a vietare le trivellazioni offshore in tutto il santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, dal Tirreno al Mar Ligure, altrimenti continuerà ad essere semplicemente solo un segno sulla carta».
«Stop alle nuove trivellazioni petrolifere nei nostri mari. La tragedia del Golfo del Messico impone che anche nel nostro paese si avvii un'indagine per verificare lo stato di sicurezza delle piattaforme attive e delle trivellazioni esplorative nei nostri mari. In Italia ci sono molti fronti aperti che destano preoccupazione» è quanto affermano Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd e Raffaella Mariani, capogruppo del Pd in Commissione Ambiente al termine dell'audizione in Commissione Ambiente della Camera ai rappresentanti della Direzione Generale per le risorse minerarie ed energetiche del Ministero dello Sviluppo economico.
«E' importante - aggiungono Realacci e Mariani - che il ministero dello Sviluppo economico abbia avviato uno studio da parte della Commissione per gli idrocarburi e le risorse minerarie per analizzare le cause, le circostanze e le relative misure di sicurezza di quando avvenuto negli Stati Uniti. Inoltre, come è stato dichiarato nel corso dell'audizione, fino a che lo studio non sarà completato saranno fermate le nuove esplorazioni petrolifere».
«E' questo un fronte di estrema delicatezza - concludono i due deputati del Pd - Non sono rari i casi, pensiamo a quanto sta accadendo in queste ore al largo dell'Isola d'Elba, in cui le trivellazioni vengono effettuate, in aree estremamente fragili, da piccole società che non sarebbero in grado, in caso di incidente, di far fronte nè tecnicamente nè economicamente ai possibili danni ambientali».