[12/08/2009] News toscana

Il sottoattraversamento di Firenze, la 'terza via' e lo spettro di una nuova Via

FIRENZE. Una pietra tombale sulla stazione di Norman Foster agli ex-macelli (quartiere di Rifredi), l'apertura del dibattito sulle collocazioni alternative (Castello a ovest e Campo di Marte a est) e una "terza via" per il passaggio dei treni nell'abitato di Firenze rispetto ai due progetti attualmente sul tavolo. Questo il succo di quanto riportato oggi dalla stampa locale riguardo alla questione alta velocità a Firenze, almeno per quanto riguarda le soluzioni attualmente ritenute più convincenti dal Comune. Per quanto attiene alla Regione, vanno riportate le dichiarazioni rese a "Repubblica" dall'assessore alle Infrastrutture, Riccardo Conti, per cui «se si cambia il progetto ripartiamo da capo con la Via, e ne riparliamo tra 10 anni»: Conti parla anche della necessità di una «decisione comune» poiché «non è che uno si alza la mattina e decide da solo», dichiarazioni cui il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha replicato sostenendo che «non è vero che ci vogliono 10 anni per fare la Via» e che comunque, ha proseguito, «non è un mio problema, io faccio il sindaco e penso alla città».

Queste le carte sul tavolo a questa tornata. Per approfondire, partiamo anzitutto dall'attraversamento di Firenze: il progetto finora perseguito e finanziato (un tunnel a doppia canna lungo 7 km da est a ovest che passerebbe sotto l'abitato, in varie parti, e sotto i bastioni della Fortezza da basso) ha ricevuto molteplici critiche per i timori di un impatto eccessivo sulle zone sottoattraversate e per l'assetto idrogeologico dell'intera area fiorentina. L'alternativa finora ipotizzata (un passaggio in superficie, adeguando il percorso che già ora seguono i treni) non appariva sufficientemente consistente per due motivi: anzitutto il passaggio dei convogli nell'abitato è una strategia che comporta pericoli non da poco, come ha dimostrato l'incidente di Viareggio, e che quindi è preferibile venga adottata, d'ora in poi, solo in quei casi in cui soluzioni alternative non si affaccino nel novero di quelle praticabili. E poi, va ricordato, il principale elemento a sostegno del tunnel è che con la sua realizzazione si libererebbero svariate linee di superficie che potrebbero essere (ed era questo il progetto) utilizzate per la creazione di una rete ferroviaria locale analoga alla Rer di Parigi, con le ovvie conseguenze date dal fornire ai pendolari una maggiore agilità nell'utilizzo del servizio pubblico rispetto ad oggi.

Ma anche il tunnel prospettato finora, come detto, non appariva decisamente una panacea. Ecco quindi la "terza via", comparsa nel dibattito solo negli ultimi giorni: un tunnel, ma un tunnel che passi sotto l'attuale linea ferrata, evitando così di sottoattraversare zone abitate e con minori costi e - probabilmente - con rischi molto minori (anche se non azzerati) per la falda.

La soluzione sembra essere abbastanza convincente, anche se necessita di ulteriori approfondimenti. Ad essa è legata, comunque, anche la questione della nuova stazione, di cui parliamo nell'articolo sotto linkato. 

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