[01/07/2010] News
FIRENZE. Non è bastato a Confindustria quanto è successo nel golfo nel Messico con la tragedia causata dalla Bp, e non sono piaciuti nemmeno i timidi provvedimenti del governo inerenti le trivellazioni (vedi greenreport di ieri). «Non è l'industria petrolifera che ha il pallino di andare a cercare il petrolio sotto acqua, ma ha la responsabilità di rispondere ad una domanda» ha dichiarato il presidente di Confindustria Energia, Pasquale De Vita, a margine dell'assemblea generale di Assopetroli, commentando lo schema di riforma varato dal Consigli dei Ministri sulle esplorazioni in mare. A nostro avviso la questione è diversa. L'industria ha facoltà di rispondere ad una domanda qualora gli venga permesso dalla politica, che dovrebbe prendere in mano in modo autorevole la situazione visto che è in gioco l'incolumità generale e il territorio del Paese (marino e terrestre).
«La domanda, ha continuato De Vita può essere fronteggiata anche con fonti più rispettose dell'ambiente, ma non sono sufficienti a dare una risposta concreta. Serve la maggiore attenzione possibile, specialmente nel nostro Paese. Non possiamo certo rinunciare a quella parte di approvvigionamenti, purtroppo molto contenute, che ci può permettere di ridurre un po' la dipendenza dall'estero».
Le fonti più "rispettose" come sono state definite possono dare risposte soddisfacenti se adeguatamente sostenute e non continuamente ostacolate trovando in loro le "pagliuzze" senza vedere i "travi" delle fonti fossili. «Delle riserve scoperte negli ultimi dieci anni nel mondo, la metà è sotto l'acqua del mare- ha ripreso il presidente di Confindustria Energia, e le previsioni di consumi e domanda per i prossimi 15-20 anni dicono che nel 2030 passeremo da 12 miliardi di Tep a 14,5 miliardi. Per fronteggiare questo incremento bisogna mettere in campo tutto, anche le rinnovabili, sulle quali anche il settore petrolifero si sta impegnando. Può darsi che si riesca a coprire il surplus di domanda, ma con la tecnologia di oggi non c'è un'alternativa che possa sostituire i combustibili fossili». Il margine di riduzione dei consumi è ancora molto, molto ampio e se davvero siamo al picco del petrolio una risposta diversa, improntata alla sostenibilità energetica, deve essere cercata investendo in ricerca. Per Confindustria invece è necessario rivedere e rafforzare le misure di sicurezza facendosi aiutare dalla tecnologia.