[02/07/2010] News

Africa Progress Panel: leader mondiali onorino impegno 100 miliardi $ per clima o Cop16 fallirà

LIVORNO: L' Africa Progress Panel (App), presieduto dall'ex segretario dell'Onu Kofi Annan e che nel suo segretariato comprende Tony Blair, Miche Camdessus, Peter Eigen, Bob Gerdolf, Graça Machel,  Linah Mohohlo , Olusegun Obasanjo, Robert Rubin, Tidjane Thiam e  Muhammad Yunus, è stato costituito come strumento per mantenere l'attenzione sugli impegni verso l'Africa presi dalla comunità internazionale nel 2007, sia al vertice G8 di Gleneagles che della Commission for Africa Report. L'App si occupa anche del controllo dell'attuazione degli impegni presi con il Constitutive Act dell'Unione africana e dell'attuazione degli accordi internazionali per l'Africa. Il gruppo di esperti valuta continuamente le nuove opportunità e minacce per lo sviluppo dell'Africa e se gli impegni precedenti per il continente  sono stati mantenuti.

A leggere il rapporto "Finance for climate-resilient development in Africa. An agenda for action following the Copenhagen conference" reso noto dall'App al Africa Energy Forum di Basilea, in Svizzera, non si direbbe che l'Africa abbia ricevuto quanto promesso, anzi, sono necessari «ulteriori finanziamenti pubblici per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, l'adattamento al cambiamento climatico e la riduzione delle emissioni di gas serra in Africa».  Il documento traccia anche una road map per l'azione dei Paesi sviluppati e in via di sviluppo verso la conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici, la COP 16 di Cancun a  dicembre.

Secondo l'Africa Progress Panel «Mentre l'Accordo di Copenhagen comprende l'impegno di fornire ulteriori  miliardi dollari all'anno in finanziamenti per il clima entro il 2020, la fonte di questo finanziamento rimane irrisolta. Il 2010 dovrebbe essere l'anno per definire gli elementi chiave dell'Accordo di Copenhagen e per rendere operativi i testi negoziali. Sarebbe ingenuo supporre che un accordo internazionale vincolante possa essere raggiunto senza un adeguato finanziamento per lo sviluppo clima-resiliente. Rendere gli impegni finanziari reali e bancabili sarà la sfida alla quale la comunità internazionale dovrà rispondere nei prossimi mesi, se si vuole che la prossima COP16 a Cancun abbia successo». Per il rapporto sia i Paesi sviluppati che quelli in via di sviluppo hanno precise responsabilità per finanziare l'inderogabile climate-resilient development. L' App avanza diverse proposte.

Intanto i membri del Comitato di aiuto allo sviluppo dell'Ocse (compresi tutti i Paesi dell'Ue) dovrebbero prendere i seguenti impegni: 1. Immediati finanziamenti start-up: E' in gioco la credibilità dei Paesi sviluppati, a meno che non producano i finanziamenti start-up promessi di 10 miliardi di dollari all'anno a partire da quest'anno . 2. Contributi di base: Ogni Paese o gruppo di Paesi , come l'Unione europea, deve quantificare la quota dei 100 miliardi dollari da soddisfare,  forse con un obiettivo intermedio per  mobilitare 50 miliardi dollari entro il 2015.  3. Meccanismi controllabili di mobilitazione delle risorse pubbliche: La finanza per il climate-resilient development deve essere affidabile nel lungo periodo e provenire da fonti chiaramente identificate, come le tasse o i prelievi sulle emissioni di gas serra. 4. Meccanismi multilaterali di erogazione: Per mantenere bassi i costi della transazione e  massimizzare l'efficienza della finanza climatica, i paesi ricchi devono impegnarsi ad utilizzare i meccanismi di erogazione , come Copenhagen il Green Climate Fund proposto a Copenhagen. 5. Dimostrabilità e tracciabilità delle risorse addizionali: Per conquistare la fiducia dei paesi in via di sviluppo, deve essere messo in pratica il principio concordato di "new and additional resources". Il finanziamenti climatici specificati in ogni accordo devono poter dimostrare di essere nuovi finanziamenti, aggiuntivi ai flussi di aiuti esistenti e promessi. 6. meccanismi chiari per mobilitare i finanziamenti privati: I finanziamenti privati per la mitigazione richiedono prezzi chiari e l'impostazione, di  politiche di incentivo,  compresi gli emissions-trading schemes nei paesi ricchi.

Secondo il rapporto App anche le economie avanzate-emergenti, come i paesi Basic (Brasile, Sud Africa , India, Cina ) dovrebbero prendere i seguenti impegni:  1. Riconoscimento delle specifiche esigenze climatiche dei paesi vulnerabili: Le economie emergenti più ricche non hanno bisogno di sostanziali finanziamenti pubblici esterni per lo sviluppo e l'adattamento. Questi Paesi devono riconoscere la necessità dei Paesi più vulnerabili di ottenere finanziamenti climatici, invece devono basarsi investimenti privati e risorse pubbliche interne per il loro sviluppo, l'adattamento e le esigenze di attenuazione. 2. Col tempo, finanziamenti climatici ai Paesi vulnerabili: I Paesi avanzati in via di sviluppo si impegnino a contribuire nel tempo a meccanismi multilaterali di supporto alla resilienza climatica nei paesi più Poveri .

L'App sottolinea che i Paesi africani, più vulnerabili di altri ai cambiamenti climatici, devono prendere alcune misure per garantire la loro piena e reciproca responsabilità: 1. Identificare programmi prioritari e renderli  bancabili: Questo sarà necessario per giustificare lo scaled-up financing e che I fondi start-up promessi possano poi sfociare al più presto in risorse incrementali che siano disponibili. 2. Garantire la piena responsabilità e trasparenza: Senza la piena responsabilità reciproca, anche nel caso di maggiori risorse destinate, non si avrà successo. Se necessario, nei Paesi in via di sviluppo i sistemi e i processi per garantire la responsabilità e la trasparenza devono essere rafforzati. 3. Mettere a punto incentivi per lo sviluppo del settore privato: Molti governi in Africa e altrove possono far avanzare il climate-resilient development attraverso azioni che sono del tutto sotto il loro controllo, come l'eliminazione inutili ostacoli agli scambi e agli investimenti e il rafforzamento della politica e dei quadri normativi .

Secondo l'App,  queste ed altre iniziative «Potranno costruire la fiducia e la buona volontà tra i Paesi e negoziatori e, essenzialmente, consentono di dimostrare i loro reali benefici sul terreno. Questo percorso ci può portare verso la produttività e il successo della COP16 in Messico. Mettere da parte la necessità di ottenere reali finanziamenti si tradurrebbe in maggiori recriminazioni e in un fallimento».

Il rapporto si rivolge direttamente ai leader africani chiedendo loro di formare un fronte unito in vista della Cop16: «I Paesi africani hanno un interesse vitale al finanziamento per lo sviluppo e il cambiamento climatico. E' quindi fondamentale sviluppare i processi a guida africana e concordare una posizione negoziale comune efficace in preparazione della riunione di Cancun. In caso contrario, i paesi africani rischiano di essere messi da parte durante i negoziati».

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