[02/07/2010] News toscana

La legge toscana sulla partecipazione

PISA. E' opportuno come chiede Nencini  modificare la legge regionale sulla partecipazione? Morisi e altri hanno già detto che forse  è preferibile intanto applicarla meglio. Le leggi si possono certo modificare ma se guardo al panorama toscano  mi pare ce ne siano altre semmai di più urgenti e anche meno giovani a cui che sarebbe bene far tagliare finalmente il traguardo.

Tra le ragioni che ne consiglierebbero l'aggiustamento ho visto si fa riferimento ai grandi progetti insomma alla necessità di non sbriciolare la partecipazione. Ora sarebbe opportuno anche da parte di chi come Morisi esalta la legge considerandola addirittura rivoluzionaria rispetto anche al contesto nazionale e al nostro passato, non si dimenticasse che la ‘partecipazione' è stata l'asse politico, istituzionale e culturale su cui specie in Toscana si è costruito un sistema di governo che ha retto alla prova del tempo. Che il nostro paese  sia entrato ora in un'altra stagione -con tanto di abrogazione dei consigli di quartiere al di sotto di un certo limite- proprio nel momento in cui del tema si discute in tutta Europa  è certo il segno dei tempi. Di cosa  discutere allora e come e su quale scala? Nencini accenna alle grandi infrastrutture che evocano e implicano territori molto ampli e non solo toscani. Di contro le esperienze ricordate anche negli ultimi tempi da Morisi riguardano generalmente ambiti molto specifici; Calstelfalfi, la Piana etc. La divaricazione salta agli occhi. Ora io penso anche senza scomodare più di tanto i criteri fissati dalla legge che oggi in Toscana serva coinvolgere le comunità e i vari interessi in consultazioni e confronti che riguardino passaggi fondamentale per una politica di programmazione regionale. E per farlo efficacemente va ben individuata anche la scala. Vedo che il vice presidente della provincia di Lucca richiama l'attenzione sulla messa in sicurezza della Lucchesia dopo gli ultimi disastri alluvionali. Si tratta del bacino idrografico dove opera una comunità montana sulle ruote come molte altre.

Cosa fare per mettere in sicurezza quel territorio dove lo discute? Ci si va solo dopo a raccogliere i cocci? Idem per situazioni come quelle della Val di Cornia, dell'Arcipelago Toscano, della nautica tra Pisa e Livorno; non sono scelte cruciali per le politiche toscane specialmente sotto il profilo ambientale e non riguardano certo solo Settis o Asor Rosa? Ecco una scala che non può rimanere solo comunale, ma neppure solo provinciale come è prevalso finora con il PIT. Dunque come discutiamo, di cosa ma anche dove e su quale scala. Altrimenti ci troveremo sempre con qualcosa di scoperto.

Torna all'archivio