
[06/07/2010] News
FIRENZE. Il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan difende i prodotti italiani e "cavalca" la protesta affiancando Coldiretti: «Sono salito al Brennero per partecipare alla grande protesta della Coldiretti volta a far conoscere all'opinione pubblica italiana quali sono quantità e qualità di ciò che viene quotidianamente immesso nel sistema di distribuzione agroalimentare del nostro Paese. Non si può non rimanere impressionati osservando decine di tir che trasportano in Italia carne, pasta, prosciutti, formaggi ecc. importati nel nostro Paese secondo quanto previsto dalle normative comunitarie». Ecco appunto siamo in Europa e ci vogliamo rimanere e quindi è necessario rispettare le norme comunitarie, modificabili, qualora fossero ritenute ingiuste e non corrette, per via politica. Cosa diversa sono gli aspetti legati alla qualità dei prodotti e alla filiera dei controlli che non sempre funziona come lo stesso ministro ha rilevato: «questa manifestazione però ha assunto un significato particolare, perché è di poche settimane fa lo scandalo delle cosiddette mozzarelle blu. Molte cose non hanno funzionato a dovere a questo proposito. Non hanno funzionato in Germania e non hanno funzionato in Italia, se è vero come è vero che l'allarme è stato dato da una nostra consumatrice. Davanti alla gente che vive e lavora di agricoltura e nell'agricoltura, ho rinnovato l'impegno a far sì che sia approvata al più presto dalla Camera dei deputati la legge sull'etichettatura, strumento indispensabile se vogliamo tutelare la salute dei nostri concittadini e i nostri prodotti. Di questo ho parlato ieri con il presidente Silvio Berlusconi, da me rassicurato rispetto ai tempi di approvazione della legge, che di fatto è al centro della civile protesta in corso al Brennero» ha concluso Galan.
Questo è un aspetto importante per conoscere l'origine delle materie prime che si "perde" nei prodotti trasformati. Poi per tutto il settore food sarebbe da considerare la questione delle filiere corte, maggiormente controllabili, legata alla riduzione degli impatti ambientali ma anche alla ricerca di qualità dei prodotti e quindi alla tutela dei consumatori.
Intanto l'iniziativa di Coldiretti (e Galan) non è piaciuta ad Assolatte: «Questo tipo di presidi non ha alcun senso, è controproducente per il paese ed è demagogico.
Serve solo a creare un'atmosfera di sospetto e di paura tra i consumatori facendo credere che quello che arriva dai vicini paesi mette a rischio la loro salute e non è sufficientemente garantito e controllato. Non è così! I prodotti industriali e i controlli che vengono quotidianamente effettuati danno ampie garanzie di igiene, qualità e sicurezza».
Per Assolatte si vogliono mettere all'indice aziende che si approvvigionano di materie prime anche dai vicini paesi europei perché il latte italiano non è sufficiente per il fabbisogno del Paese (alcune categorie di agricoltori sostengono invece che ne abbiamo in abbondanza ed il problema deriva dalla questione delle quote). «L'iniziativa -continuano dall'associazione- è controproducente, perché l'export alimentare italiano vale 19 miliardi di euro ed ha un saldo positivo della bilancia dei pagamenti di 4,3 miliardi di euro (più di 150 milioni di euro solo quello caseario). Se i paesi vicini organizzassero iniziative analoghe a quelle che stiamo vivendo, sarebbe a rischio tutto il patrimonio di qualità e di gusto costruito dall'industria italiana in anni di lavoro. Il danno e le ripercussioni per l'economia italiana sarebbero inestimabili». Poi da Assolatte concludendo sottolineano: «L'industria lattiero casearia italiana sostiene da sempre gli allevatori acquistando tutto il latte prodotto in Italia a un prezzo superiore a quello pagato negli altri Paesi comunitari, che a parità di qualità arriva fino al 20% in più, e consente agli agricoltori entrate di gran lunga più elevate rispetto a quelle dei loro colleghi europei».