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[12/07/2010] News
LIVORNO. Neanche un mese fa da queste "colonne" segnalavamo che questo strampalato e furbacchionissimo governo voleva mettere mano agli articoli 41 e 118 della Costituzione in nome della "libertà di impresa" e che questo avrebbe avuto conseguenze nefaste sulla sostenibilità ambientale e sociale (vedi link). Con un eccesso di ottimismo, però, confidavamo che la strada intrapresa - quella appunto della riforma costituzionale oltre all'uso della chiacchiera al posto dei fatti - avrebbe nella sostanza ridotto a lettera morta l'assurdo intendimento. Ma in una situazione di crisi in un Paese indecente come lo è il nostro ormai da troppo tempo, Berlusconi e soci hanno estratto dal cilindro l'ennesimo coniglio avvelenato. Si chiama Scia (Segnalazione certificata di inizio attività, una sorta di declassificazione della Dia) e in pratica viene introdotta nel Dl 78/2010 attraverso la modifica dell'articolo 49 della manovra e che darà il via alle misure per la 'liberta' d'impresa'. E' stata la commissione Bilancio che ha approvato l'emendamento presentato dal relatore, Antonio Azzollini, che introduce nella manovra i contenuti del disegno di legge già annunciato dal Cdm: «Ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso e nulla osta comunque denominato» si legge nel provvedimento, «è sostituito da una segnalazione dell'interessato».
Con un ritocchino, quindi, missione compiuta e infatti il Sole24Ore ignorando ogni possibile ricaduta di un provvedimento simile spara in seconda pagina oggi: «L'impresa sprint aiuterà il Sud». E aggiunge: «Con la segnalazione certificata sarà possibile aprire subito i battenti». Le chiamano addirittura "le misure per la competitività", ma che competitività è mai questa? Quella dove, stando agli atti, una cosuccia come il certificato antimafia, diventa l'autocertificato antimafia. Quella dove «la parte pubblica potrà bloccare l'attività o a limitarne gli eventuali effetti dannosi ma entro 30 giorni dal ricevimento della segnalazione», «e solo nei casi di accertata carenza dei requisiti per i quali è stata presentata un'autocertificazione allegata alla segnalazione iniziale. Passato questo intervallo temporale, l'intervento sarà possibile solo in presenza del rischio concreto di un danno a interessi seri come il patrimonio artistico e culturale, la sicurezza pubblica, la salute e l'ambiente. Sempre che il problema non possa essere risolto con un adeguamento alle leggi esistenti»? Sono queste le nuove regole della competitività? In un Paese dove le aziende già nascono e muoiono alla velocità della luce con questo provvedimento si crede davvero che miglioreranno le cose?
Dal punto di vista ambientale le conseguenze sono evidenti: dall'edilizia, all'apertura d impianti quale che siano non ci saranno limiti se non ex post e quindi a danno eventualmente compiuto. A noi pare che questo nulla abbia a che vedere con la - per certi versi - anche legittima richiesta di sburocratizzazione delle imprese italiane. Dal nostro punto di vista poi, ci domandiamo questo cosa c'entri con la green economy. Un provvedimento simile assomiglia più a una pietra tombale su qualsivoglia pianificazione in senso ecologico delle attività umane. Per di più in un Paese corrotto come il nostro si pensa davvero che questo aiuterà chi vuole fare impresa a un certo livello? E dal punto di vista sociale si può immaginare che razza di prospettive occupazionali potranno nascere da una deregulation del genere?
Banalmente verrebbe da pensare che nessuno voglia un Paese così ridotto, ma ha ragione Oliviero Toscani quando dice che "il popolo chiede cemento" (Sole24Ore)...perché è questa l'Italia più "rumorosa", visto che quella virtuosa è invece silente perché "rassegnata". «Agli italiani che chiedono anarchia - scrive sempre Toscani - bisogna dargli democrazia. Se qualcuno vuole fare di fretta e male, dobbiamo rispondere piano (regolatore), la via maestra per fare presto e bene». Ma come si vede la prospettiva di governo è un'altra, la scusa è la crisi, le vittime sono i lavoratori e l'ambiente con diretta conseguenza che si acuiranno così le crisi ecologica e sociale. In un Paese diverso dal nostro, l'opposizione sarebbe sulle barricate, ma in questo Paese (a parte qualche sparuta protesta) nella migliore delle ipotesi c'è da sperare che questa legge faccia incazzare la Lega, oppure sia invisia ai futuri (forse) alleati del governo dell'Udc. Ma non trattandosi di immigrazione o di federalismo da una parte, o di famiglia dall'altra, c'è da dubitarne...