
[12/07/2010] News toscana
FIRENZE. A tre giorni dal sequestro dell'inceneritore di Falascaia, in località Pollino a Pietrasanta, la Regione Toscana fornisce le sue indicazioni per voce dell'assessore regionale all'ambiente Anna Rita Bramerini (Nella foto). «Condividiamo le preoccupazioni degli enti locali e dei cittadini e per questo propongo alla provincia di Lucca di istituire e coordinare una commissione tecnica composta dai tecnici delle amministrazioni locali e di Arpat, cui la Regione Toscana si dichiara disponibile fin da ora a partecipare».
L'organo tecnico dovrebbe avere due compiti: il primo, la ricostruzione e la valutazione complessiva su tutti i fattori di pressione ambientale che insistono sull'area dove sorge l'impianto. Infatti a monte dell'inceneritore si trova una vecchia miniera e, sulla stessa area ove si trova l'impianto, anche una stazione di trasferimento rifiuti dell'Ersu oltre a una vecchia discarica di cui non si è mai definitivamente certificata la bonifica. Il secondo compito della commissione dovrebbe essere quello di mettere in luce il processo di funzionamento dell'impianto di incenerimento per capire in via definitiva se è idoneo allo scopo per cui è stato costruito.
«L'analisi finale dovrebbe indagare qual è l'incidenza di tutti i fattori di pressione ambientale che insistono nella zona visto che il reiterarsi di episodi negativi sull'impianto in questione, nonché i fatti gravi di questi giorni, impongono una verifica a 360 gradi di tutti gli elementi- ha continuato l'assessore- Dopodiché l'amministrazione provinciale, di concerto con la Regione e gli enti locali, assumerà le decisioni conseguenti».
Per quanto attiene la parte giudiziaria della vicenda, l'ipotesi di reato della magistratura ha riguardato sversamenti non autorizzati nel Rio Baccatoio che avrebbero provocato lo sforamento dei valori limite sull'acqua. A tal proposito l'assessore ha dichiarato: «Arpat ha sempre controllato l'impianto di Falascaia e la qualità delle acque del torrente Beccatoio. A partire dal 2008 Arpat ha concentrato la propria attenzione sull'impianto e sulla zona limitrofa e nel 2009 ha prodotto indagini formali in cui si evidenziavano superamenti nei sedimenti del corso d'acqua di alcune sostanze inquinanti. Segnalazione da parte dell'Agenzia che ha prodotto una serie di ordinanze ed atti amministrativi, poi assunti dalla provincia che ha intimato all'azienda di attivarsi per la pulizia del sito e al tempo stesso ha svolto approfondimenti per indagare le cause di tali inquinamenti che sono infine sfociati nel sequestro di questi giorni».
Bramerini ha anche ribadito la massima fiducia nella magistratura e nell'esito delle indagini, auspicando che si faccia al più presto chiarezza sulla vicenda.