
[13/07/2010] News
LIVORNO. L'Istat ha pubblicato di recente «Contabilità ambientale e pressioni sull'ambiente naturale: dagli schemi alle realizzazioni» di cui greenreport ha già dato notizia (vedi link). Un lavoro fondamentale per l'economia ecologica e la sostenibilità di cui abbiamo discusso con Cesare Costantino, curatore del volume e coordinatore della Contabilità ambientale presso l'Istat.
Detto che il lavoro compiuto è davvero enorme e frutto di anni di studi e ricerche, si può dire che è comunque un primo passo? Perché nella sostanza ora viene (o verrebbe) il bello
«Con la diffusione di questo volume della collana Annali di statistica l'Istat ha perfezionato l'avanzamento metodologico iniziato con il volume gemello «Contabilità ambientale e "risposte" del sistema socio-economico: dagli schemi alle realizzazioni». Chi ha seguito le vicende della contabilità ambientale, a partire dalla Conferenza di Rio del 1992, avrà notato come ad ogni pietra miliare di questo lungo percorso si deve constatare che i passi ancora da fare sono più impegnativi di quanto era stato immaginato. È ciò che accade quando si costruisce una nuova disciplina. Ora in Italia, ma non solo, vi sono diverse sfide da affrontare. I primi conti avevano cominciato a prendere corpo immediatamente a valle dei vari studi riportati nei volumi gemelli dell'Istat che hanno segnato il passaggio "dagli schemi alle realizzazioni", ed oggi la produzione dei principali aggregati e la loro diffusione sul sito web dell'Istituto avviene su base regolare. Molta, però, è la strada da fare, in termini di produzione dei dati, per ampliare l'informazione statistica sull'interazione tra economia ed ambiente attraverso la realizzazione di ulteriori parti necessarie per completare il quadro. L'impegno si fa ora in un certo senso più serio, per altri versi, anche perché l'Ue si sta dotando di un apposito regolamento di prossima emanazione per rendere obbligatoria l'elaborazione di dati di contabilità ambientale e la loro trasmissione all'Eurostat. La vera scommessa per la contabilità ambientale è però sul versante dell'utilizzo dei dati che da essa provengono nonché dell'adozione di analisi e decisioni basate sugli schemi ad essa sottostanti. Di particolare rilievo sono, sotto questo profilo, le iniziative legislative, lanciate in Italia a partire dalla fine del decennio scorso, tese ad introdurre un sistema di bilancio e contabilità ambientale nella pubblica amministrazione ai vari livelli di governo».
Che feedback avete ricevuto dopo la pubblicazione?
«In generale non abbiamo registrato un'attenzione paragonabile al fatto che per più di un decennio in Italia abbiamo avuto un dibattito attorno ad iniziative legislative ed in ambito Ue è ora prossima all'adozione una proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio su questa materia. Questa pubblicazione dell'Istat, però, ha soprattutto un carattere di documentazione storica, e probabilmente il pubblico è piuttosto interessato alle realizzazioni dell'Istituto in termini di dati, già da qualche anno oggetto di diffusione su base regolare».
Quali sono le maggiori difficoltà che avete affrontato?
«Sul piano della ricerca metodologica, lo sforzo maggiore è stato quello di ricondurre a coerenza e ad un approccio di sistema il dibattito sull'integrazione dell'informazione statistica ambientale ed economica, in una situazione in cui una tale impostazione non era sufficientemente affermata, in particolar modo sul versante ambientale. Sul piano pratico abbiamo sofferto una forte carenza di risorse, riconducibile alla contraddizione, forse tipica italiana, tra un'enfasi generalizzata data all'interazione economia-ambiente e una non corrispondente disponibilità a pagare per ottenere gli avanzamenti statistici di cui si afferma l'urgenza».
Non le sembra che sia stato dato troppo poco risalto al vostro lavoro?
«Forse questo lavoro, anche per il suo carattere simbolico di pietra miliare, avrebbe potuto suscitare una eco maggiore. In generale, se l'integrazione tra economia ed ambiente fosse più diffusamente un'esigenza sentita oltre che uno slogan, probabilmente maggiore sarebbe il risalto dato a questo lavoro, come pure ai dati di contabilità ambientale che da tempo l'Istat produce e diffonde. Mi pare peraltro di poter osservare, nel complesso, un lento ma continuo aumento di sensibilità verso questi temi e credo che, se si riuscirà ad aumentare la tempestività sul fronte della produzione dei dati, in futuro la reattività degli utenti possa migliorare più decisamente».
L'Istat appare da un po' di tempo, vedi anche lo studio sui flussi di materia, sul Pil verde ecc. il "fronte" nazionale più avanzato sul piano delle ricerche sulla sostenibilità ambientale e sulla fornitura degli strumenti che servono per praticarla. E' così?
«L'informazione statistica è certamente uno strumento cruciale per poter definire e mettere in pratica azioni coerenti con un percorso di sviluppo sostenibile. I conti ambientali della statistica ufficiale lo sono in particolar modo, come fu indicato già nel 1993 dal Piano nazionale per l'attuazione dell'Agenda XXI. Oggi possiamo dire che con lo sviluppo di un sistema di contabilità integrata ambientale ed economica l'Istat è forse il "fronte" nazionale che, per la parte di propria competenza, ha dato seguito nella maniera più nitida agli impegni di quel documento programmatorio».
Il governo è interessato a sviluppare un bilancio ambientale proprio partendo dalla contabilità da voi sviluppata attraverso il quale inseguire poi gli obiettivi di sostenibilità ambientale?
«Il Governo aveva presentato in Parlamento una proposta di legge con questo orientamento alla fine della precedente legislatura. Al momento non è avviata alcuna iniziativa paragonabile, ma qualcosa si muove su quella scia; ad esempio all'interno del MEF, presso la Ragioneria Generale dello Stato».
Quanto siamo distanti da uno scenario di questo tipo?
«Stiamo parlando di un percorso lungo e articolato. Ora siamo probabilmente in una fase in cui a fronte di iniziative specifiche che prendono le mosse da più fronti - penso di nuovo alla RGS, ad esempio - non è da escludere che possano maturare sinergie tali da rendere praticabile una nuova iniziativa forte».
Esiste una proposta di declinazione di contabilità ambientale a livello regionale e poi locale?
«La Regione Marche compila un conto consuntivo economico delle spese ambientali secondo gli schemi della contabilità satellite dell'ambiente e - prima tra le amministrazioni regionali - a partire dall'esercizio 2007 lo allega quale "bilancio ambientale" al proprio rendiconto. A livello locale, una proposta analogamente strutturata secondo gli schemi dei conti satellite dell'ambiente è scaturita da un'iniziativa dell'UPI, che con l'Istat ed alcune amministrazioni provinciali sta sviluppando e testando un sistema di conti ambientali sia monetari sia in termini fisici».