[15/07/2010] News

Le scorie, l'atomica e lo strano scontro nucleare tra Corea del sud ed Usa

LIVORNO. Il 40% dell'energia elettrica della Corea del sud è prodotta con il nucleare, ma nel Paese asiatico, poco esteso, molto popolato e con problemi di "distanza" dai confini con la Corea del nord, è ormai praticamente impossibile trovare nuove aree dove stoccare le scorie nucleari ed il combustibile esaurito altamente radioattivo.

Così il governo sudcoreano vuole riprocessare il materiale utilizzato, sia per fornire combustibile per i progettati reattori autofertilizzanti di ultima generazione, sia per ridurre le sue scorie stoccate. La cosa sta creando un impensabile scontro con gli Usa, protettori militari-nucleari dei sudcoreani, perché un accordo sottoscritto da Seoul e Washington nel 1994 vieta alla Corea del sud tali attività.

Infatti la Corea del sud assicura che il combustibile esausto delle centrali nucleari verrà usato a fini pacifici, ma il plutonio che deriva dal ritrattamento del combustibile può anche essere usato per fare bombe atomiche, proprio l'accusa che i sudcoreani e gli Usa fanno alla Corea del nord (e all'Iran). Washington si trova ora davanti ad un dilemma: come frenare la diffusione del ritrattamento e dell'arricchimento negli "Stati canaglia" e consentirlo al suo alleato che fa la guardia al confine sud con uno di loro? Il New York Times spiega che «La paura degli Stati Uniti è che permettere alla Corea del Sud di ritrattare o arricchire il combustibile, creerebbe un precedente per le altre nazioni e darebbe alla Corea del Nord un pretesto per non abbandonare il suo programma di armi nucleari».

Lee Un-chul, uno scienziato nucleare della Seoul national university sottolinea che «Gli americani dicono no al riciclaggio, ma non offrono un'alternativa. Pensano che potremmo cambiare idea e costruire armi nucleari a seconda della situazione con la Corea del Nord. In breve, non si fidano di noi. Questo è frustrante. Dobbiamo batterci».

Il vero braccio di ferro nucleare tra sudcoreani ed americani ci sarà alla fine dell'anno, quando i due Paesi alleati rinegozieranno il loro trattato atomico che scade nel 2014. La Corea del Sud nel 2012 ospiterà il prossimo vertice sulla sicurezza nucleare. I sudcoreani non la stanno prendendo per niente bene e ne fanno una questione di orgoglio nazionale, l'esempio che vienr portato è quello dell'India, un Paese che non aderisce nemmeno al Trattato di non proliferazione nucleare e che ha fatto un accordo nucleare con gli Usa che permette tutto quello che è vietato alla Corea del sud. Il governo di Seoul vuole poter arricchire l'uranio per assumere il pieno controllo dell'intera filiera produttiva delle sue centrali nucleari, esattamente quello che si vuole proibire all'Iran.

La Corea del sud sa che se non risolverà il problema delle scorie e dell'arricchimento non potrà mai diventare davvero un grande esportatore di reattori nucleari e che il contratto da 20 miliardi di dollari firmato a dicembre per costruire quattro centrali nucleari negli Emirati Arabi Uniti rischia di rimanere un episodio.

Le opzioni possibili sono quelle già previste per l'Iran: l'invio del combustibile nucleare esaurito sudcoreano in un altro paese, come la Francia, per il ritrattamento, o la costruzione di un impianto di riciclaggio in Corea del Sud da mettere sotto un controllo multinazionale. Una cosa che non piace affatto ai coreani ma che il sottosegretario Usa all'energia, Daniel B. Poneman, ha ribadito a Seoul a giugno: «E' nostra responsabilità lavorare in cooperazione con altri governi per trovare il modo che i benefici di un uso pacifico dell'energia nucleare possano essere ottenuti senza provocare pericolose attività di proliferazione all'interno del ciclo del combustibile».

I sudcoreani ribattono di essere all'avanguardia nella nuova tecnologia "pyroprocessing", approvata dall'amministrazione repubblicana di George W, Bush, che viene chiamata "proliferation-resistant" perché il plutonio prodotto con il pyroprocessing non é puro e quindi non può essere utilizzato direttamente per fabbricare armi nucleari. La cosa in realtà non risolve nulla: un Paese con un'esperienza nucleare come quella della Corea del sud potrebbe trasformare rapidamente (certamente più delle scorie stoccate) il plutonio pyroprocessed in materiale utilizzabile per le armi. La questione non è dunque tecnica, ma squisitamente politica, come ormai tutto quel che riguarda l'inestricabile legame tra nucleare militare e civile.

La Corea del sud ha anche un altro problema internazionale: è tenuta al rispetto della dichiarazione congiunta 1.992 con la Corea del nord che vieta ad entrambe le Coree l'arricchimento o il ritrattamento di materiale nucleare. Cheon Seong- Whun, un analista del governativo Korea institute for national unification, ha detto al New York Times che «Il Sud deve gettare a mare l'accordo per una questione di principio: perché il Nord lo ha violato». Ma per Byong-chul, dell'Institute for peace and cooperation, «Se lo facesse la Corea del sud sarebbe oggetto di tremendi sospetti ed incomprensioni internazionali».

L'amministrazione Obama è molto diffidente: si ricorda di quando la Corea del sud nei primi anni '70 avviò un programma per costruire armi nucleari, dopo che l'allora presidente Usa Richard Nixon ridusse il numero delle truppe americane in Corea del Sud da 60.000 a 40.000. Nel 2004 l'International atomic energy agency rivelò che scienziati della Corea del Sud si stavano occupando di ritrattamento e di arricchimento senza informarne l'agenzia. Ma il patriottico Cheon rassicura: «Noi non siamo la Corea del Sud dei vecchi tempi. Non costruiremo mai armi nucleari fino a quando gli Stati Uniti manterranno la loro alleanza con noi. Gli americani continuano a guardarci attraverso vecchie lenti».

Ellen Tauscher, il sottosegretario Usa al controllo degli armamenti e la sicurezza internazionale, nel 2009 aveva detto davanti al Congresso che l'amministrazione Obama non credeva che il consenso al ritrattamento delle scorie nucleari fosse «necessariamente appropriato», per Paesi come la Corea del sud, ma sulla politica nucleare degli Usa in Asia pesa come un macigno il già ricordato accordo con l'India, voluto da Bush e confermato da Obama, pieno di eccezioni e concessioni che gli Usa non vogliono fare magari ai loro alleati di ferro,.

Per i sudcoreani «Parlare di nazionalismo e sovranità nucleare non aiuta. La questione è solo una: se gli Stati Uniti si fidano della Corea del sud. Seoul deve convincere Washington che non potrà mai costruire armi nucleari».

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