[15/07/2010] News
LIVORNO. Il clima che si respira nei parchi italiani rispetto alla finanziaria lo riassume bene il presidente di Federparchi-Europarc Italia, Giampiero Sammuri, dopo la pubblicazione del testo definitivo della manovra: «Siamo profondamente delusi dalla versione del testo del maxiemendamento sulla manovra finanziaria, le speranze dopo gli incontri con i gruppi parlamentari del senato erano ben diverse. Senza la modifica del comma 24 dell'articolo 7 si chiudono di fatto molti dei 24 parchi nazionali che subiranno il dimezzamento del finanziamento statale riducendolo a 25 milioni di euro, senza che questo comporti alcun risparmio per lo stato. Tagli che per le aree protette in oggetto sono insostenibili tanto da non permettere loro il pagamento dei costi di gestione. In questo modo è a rischio l'attuazione della Strategia nazionale per la biodiversità, di recente pubblicata dal ministero dell'Ambiente, l'adempimento agli accordi internazionali della Carta di Siracusa firmata dal nostro governo e di tutti quei progetti che i parchi in modo costante attivano per aiutare e far crescere l'economia delle realtà circostanti».
L'apertura di credito al ministro dell'ambiente Stefania resti giacomo è durata pochi giorni.
Il Wwf, che ha visto rigettate le numerose richieste rivolte al governo di escludere le aree protette dal taglio del 50% dei trasferimenti previsto dal maxiemendamento alla manovra passato oggi al Senato, pensa che le aree protette italiane siano arrivate all'ultima spiaggia e «Invita tutti i cittadini che amano la natura a trascorrere le prossime vacanze nei parchi italiani, perché a breve potrebbero chiudere. Il nostro Paese ha scelto un sistema originale per festeggiare l'anno della biodiversità, ossia quello di chiudere i Parchi! Infatti con il taglio non modificato dal maxiemendamento governativo approvato oggi dal Senato, le nostre aree protette non potranno mantenere gli impegni contrattuali già presi per la vigilanza, la fruizione, l'educazione ambientale e per quell'importante azione di conservazione della natura che ancora riesce a difendere quasi l'11% del territorio italiano».
Per Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf Italia, «Siamo tornati in dietro di 50 anni. Con questa manovra cancelliamo tutto. Non ci fermeremo finché Governo e Parlamento non rivedranno questa decisione e alle nostre aree protette, di terra e di mare, verrà data la giusta dignità e considerazione nelle politiche nazionali. Le aree protette rappresentano una risorsa anche economica importantissima e in questo momento di crisi dovrebbero essere valorizzate e non abbandonate».
Giaà ieri sera il responsabile aree protette di Legambiente, Antonio Nicoletti, sparava a zero sulla manovra del governo: «Nell'anno internazionale della biodiversità si compie il disegno di lasciare senza risorse economiche i Parchi, presidio fondamentale per la tutela del patrimonio nazionale di biodiversità, e si compie il disegno di chi ha ostacolato con ogni mezzo una esperienza di green economy concreta al servizio delle comunità locali. Nella Finanziaria rimane il taglio del 50% al finanziamento dei 23 parchi nazionali, che viene ridotto da 50 a 25 milioni di euro, preludio alla chiusura di una esperienza positiva di conservazione della natura e di sviluppo sostenibile locale. Le aree protette sono state in questi anni meta di nuovi flussi turistici. L'esperienza delle Cinque Terre ha dimostrato che con l'istituzione del Parco nazionale sono state messe in campo politiche per mantenere le attività agricole utili a mantenere il paesaggio mentre nel caso del Parco nazionale della Majella il presidio è servito a salvare dall'estinzione lupi e camosci. Tutto ciò da domani in Italia non sarà più garantito, a differenza di quanto avviene in tutto il resto del Mondo».