[13/08/2009] News toscana
LIVORNO. A giudicare dall'intensità del dibattito suscitato dalle prime mosse del nuovo sindaco, le scelte relative a tracciato della linea ferroviaria e alla localizzazione della stazione dell'alta velocità a Firenze, dovevano avere pochi convinti sostenitori. Pur con il rischio di procrastinare nel tempo la soluzione, vale però la pena ritornarci sopra. Vale la pena ricordare un aspetto che sembra sfuggire, per consentire una valutazione migliore del da farsi.
La stazione dell'alta velocità a Firenze non è la stazione di Firenze, è la stazione Toscana dell'alta velocità; pertanto, la sua localizzazione deve essere verificata anche in funzione della reale accessibilità alla medesima tramite le diverse modalità di trasporto, e dalle diverse "toscane".
Una stazione ferroviaria è per sua natura una struttura intermodale e pertanto deve essere verificata la possibilità di una reale integrazione funzionale, che non necessariamente significa sovrapposizione o aderenza, all'aeroporto.
Si ha ragione di ritenere che questi parametri siano stati un po' sottovalutati in passato e d'altra parte vediamo che, ancora oggi, se si parla di sistema aeroportuale toscano, si parla vagamente di connettere Firenze a Pisa, si lascia intendere che non ha senso fare la linea diretta per il Galilei, che bastano i collegamenti esistenti grazie al "memorario". Tutto ciò, ovviamente, tralasciando la qualità del servizio ferroviario regionale, rischia, anche in questo caso, di produrre una sottovalutazione di alcuni aspetti. Infatti, fermo restando che comunque si giri la pista a Peretola permarranno significative limitazioni di esercizio, la geografia e la morfologia dei luoghi è un dato di fatto, il problema è che oggi un treno da Firenze a Pisa impiega più tempo che anni fa, il problema è che se l'alta velocità libera la vecchia dorsale appenninica e questa è ritenuta una fenomenale occasione per trasportare le merci da porto e interporto di Livorno, la tratta ferroviaria Pisa - Firenze è destinata a risultare superaffollata con quel che ne consegue in termini di tempi di percorrenza.
Insomma, magari lasciando stare qualche suggestione, come quella di trasferire l'utenza dal porto all'aeroporto di Pisa tramite il canale dei Navicelli; suggestione forse utile al crocierista (peraltro Livorno è raramente porto base), ma scarsamente allineata con le necessità di chi sceglie un aereo per distanze da coprire e tempi da non sprecare anche se va in vacanza, ben venga la discussione, ben vengano le riflessioni imposte dall'azione del nuovo sindaco fiorentino. Ma facciamo una discussione completa, senza rinserrare la propria azione in sterili campanilismi, ragioniamo da toscani, diamo dimostrazione che cosa significa un reale federalismo cooperativo al livello regionale. Dopo di che se dovesse essere obbligatorio ipotizzare una soluzione di localizzazione della nuova stazione dell'alta velocità, forse, in un'ottica regionale, pensare a Castello non è cosa peregrina, ma va appunto verificata nel dettaglio; è vero invece che far corre l'alta velocità sotto i binari attuali potrebbe essere giusto ed una semplificazione reale di cantierizzazione.
Poi magari riflettiamo un po' anche sul rischio che spesso si corre, e forse si è corso, di scambiare la soluzione architettonica, e nessuno nega genialità o capacità di Foster, per la soluzione di un problema che architettonico lo è solo dopo quando si deve fare la stazione, mentre localizzarla è tutta un'altra cosa.