
[13/08/2009] News toscana
LIVORNO. Festambiente è uscita questa mattina dai confini di Rispescia e i volontari impegnati nell'organizzazione della manifestazione nazionale di Legambiente sono andati a Marina di Grosseto per esprimere tutta lo loro contrarietà alla scelta del governo Berlusconi di tornare al nucleare nel nostro paese.
"Un'Europa senza nucleare" è la scritta apparsa sullo striscione che i volontari hanno aperto di fronte allo stupore di automobilisti, turisti e villeggianti che si sono trovati di fronte ad una occupazione pacifica della strada che porta alla località balneare del capoluogo maremmano.
La scelta del luogo non è casuale, dal momento che in una mappa realizzata negli anni '70 dal Cnen (Comitato Nazionale per l'Energia Nucleare poi trasformato in Enea negli anni '80) tra i siti individuati come idonei per la costruzione di centrali nucleari, compare anche il tratto di costa grossetano oltre alla zona costiera di Follonica, quella di Piombino e di Cecina a nord e quella di Albinia a sud in territorio toscano e la zona costiera in prossimità di Montalto di Castro nel territorio laziale. Tutte zone considerate idonee dal Cnen ma a rischio allagamento dall'Enea nel rapporto redatto nel 2007 sulla base dei nuovi scenari dovuti ai cambiamenti climatici.
In quella mappa l'isola di Pianosa in Toscana risulta tra le meno vulnerabili per effetto di allagamenti o altro, anche se fa quasi ridere (se la situazione non fosse così seria) il fatto che si possa pensare di andare proprio in un isola come Pianosa per realizzare una centrale nucleare.
«Il nucleare si conferma una scelta pericolosa, costosa e che non risolverà i problemi energetici del nostro paese - ha dichiarato Angelo Gentili, segreteria nazionale Legambiente e coordinatore di Festambiente - una scelta che ci allontana da scelte prioritarie quali risparmio energetico e fonti rinnovabili. Un grido di protesta lanciato dalla Maremma che, da Montalto a Marina di Grosseto passando per Follonica, potrebbe essere candidata ad ospitare uno dei primi quattro reattori che il Governo vuole costruire».
E tra questi Montalto di Castro che ospita ancora le fondamenta dei due reattori BWR che erano in costruzione e che furono bloccati dal referendum del 1987, è forse tra i siti maggiormente probabili per una localizzazione futura.
«Continueremo nella nostra grande mobilitazione nazionale- ha continuato Gentili-, fatta di tante iniziative, con l'obiettivo di rispondere alle bugie del governo e dei nuclearisti per ristabilire la verità sulla dannosità del nucleare per rilanciare la nostra idea di modello energetico, fondato su politiche di efficienza e sviluppo delle rinnovabili, senza il quale l'Italia resterebbe fuori da quel percorso di modernizzazione già intrapreso con successo da altri Paesi, come la Germania e la Spagna».
Un percorso che questo governo non vuole proprio intraprendere e che continua anzi a riproporre vecchie ricette quali le centrali nucleari e quelle a carbone.