[13/08/2009] News
LIVORNO. Continua il lavoro di revisione dei criteri ecologici per l'assegnazione del marchio ecolabel (il marchio europeo volontario di qualità ecologica rappresentato da una margherita): adesso è il turno della pietra naturale, agglomerati lapidei, masselli, marmette di graniglia, piastrelle in ceramica e laterizi (gruppo delle coperture dure). Coerentemente al regolamento comunitario del 2000 (il quale prevede che ogni 4 anni i criteri siano rivisti) la Commissione europea ha riesaminato e modificato i criteri del 2002 "alla luce degli sviluppi scientifici e del mercato". Con decisione del 9 luglio (ma pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale di ieri) l'Ue ha individuato una serie di parametri intesi a promuovere la riduzione degli impatti sugli habitat e sulle rispettive risorse, il consumo di energia, le sostanze tossiche o inquinanti rilasciate nell'ambiente, l'uso di sostanze pericolose nei materiali e nei prodotti finiti. Una serie di parametri anche per promuovere la sicurezza e l'assenza di rischi per la salute nell'ambiente abitativo e dare informazioni che consentano al consumatore di usare il prodotto in maniera efficiente, riducendo al minimo l'impatto ambientale complessivo.
Ecco dunque che per ottenere il marchio di qualità ecologica le coperture dure (gruppo suddiviso dalla stessa Commissione in prodotti naturali che includono le pietre naturali - pezzi di roccia presente in natura, tra cui marmo, granito e altre pietre naturali - e prodotti lavorati che ha sua volta può essere suddiviso in prodotti induriti - agglomerati lapidei, masselli e marmette di graniglia - e prodotti cotti - le piastrelle in ceramica e i laterizi) dovranno rispettare i criteri non solo relativi alla gestione dell'estrazione del materiale, al processo di produzione dei prodotti lavorati (consumo di energia, di acque, emissioni nell'aria e nell'acqua) e alla fase d'uso del prodotto (limitare il rilascio di sostanze pericolose) ma anche quelli relativi alla gestione dei rifiuti
Tutti gli stabilimenti interessati alla produzione, infatti, dovranno disporre di un sistema per il trattamento dei rifiuti e dei prodotti residui derivanti dal processo di produzione. Il sistema dovrà essere documentato e spiegato dal produttore (nella domanda per ottenere la "griffe"). Inoltre dallo stesso produttore dovranno essere fornite informazioni riguardanti le procedure per separare e utilizzare materiali riciclabili contenuti nel flusso dei rifiuti, le procedure per il riciclo di materiali per altri usi e quelle per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi.
In particolare per gli agglomerati lapidei, i masselli, le marmette di graniglia, le piastrelle in ceramica e i laterizi, il produttore dovrà fornire la documentazione pertinente alle procedure adottate per il riciclo dei sottoprodotti del processo, nonché un rapporto e le informazioni sul tipo e quantità di rifiuti recuperati, sul tipo di smaltimento e sul tipo di riutilizzo (interno o esterno al processo di produzione) dei rifiuti e dei sottoprodotti nella fabbricazione di nuovi prodotti. Questo perché si deve recuperare almeno l'85 % (in peso) dei rifiuti totali generati dal processo o dai processi.
E sempre nell'ottica della riduzione del rifiuti anche il cartone utilizzato per l'imballaggio del prodotto finale dovrà essere concepito in modo da consentire il riutilizzo oppure dovrà essere fabbricato con il 70 % di materiali riciclati.
L'Ecolabel però, ha anche un'ulteriore funzione che è quella di fornire ai consumatori informazioni e indicazioni precise e scientificamente accertate sui prodotti. Dunque le coperture dure contrassegnate con la margherita dovranno essere vendute con le relative istruzioni per l'uso corretto e migliore del prodotto, dal punto di vista generale e tecnico e sulla sua manutenzione. Infatti, se necessario, dovrà essere fatto riferimento alle caratteristiche d'uso del prodotto in condizioni difficili dal punto di vista climatico o altro (ad esempio resistenza al gelo/assorbimento dell'acqua, resistenza alle macchie, resistenza ai prodotti chimici, preparazione necessaria della superficie sottostante, istruzioni di pulitura e tipi consigliati di agenti detergenti e intervalli di pulitura). Le informazioni (che comunque devono figurare sulla confezione o nella documentazione allegata al prodotto) dovranno comprendere inoltre le eventuali indicazioni sulla durata potenziale del prodotto (in termini tecnici, espressa o come media, o come intervallo di valori), le indicazione del circuito di riciclo o smaltimento e le informazioni sul marchio comunitario Ecolabel e sui relativi gruppi di prodotto. E non deve mancare la frase «Maggiori informazioni sono disponibili sul sito del marchio Ecolabel: http://www.ecolabel.eu».