[20/07/2010] News

Acque sotterranee in Cina

NAPOLI. Pechino ha ospitato l'International Groundwater Forum 2010, il forum mondiale sulle acque di sottosuolo. Non a caso. Il tema, infatti, sebbene sia di interesse globale, assume particolare rilevanza in un paese che, come ha ricordato Jane Qiu su Nature, ospita il 20% della popolazione mondiale ma solo il 5-7% dell'acqua potabile rinnovabile.

Giocoforza, dunque, il Forum si è interessato in primo luogo delle acque conservate nel sottosuolo del paese ospite. Anche alla luce del recente rapporto Opportunities and Challenges in the Chinese Groundwater Science, elaborato dalla China's National Natural Science Foundation e dalla China Geological Survey.

Quelle sotterranee sono una componente importante delle riserve di acqua dolce del pianeta. Si calcola che laggiù, sotto terra, ve ne siano quantità venti volte superiore a quelle che circolano in superficie. Tuttavia non sono una fonte facilmente rinnovabile. Occorre utilizzarla con parsimonia, nel rispetto dei tempi geologici.

Tutto questo non accade in Cina. Dove il 40% dell'acqua usata nei campi proviene dal sottosuolo. E, addirittura, il 70% dell'acqua dolce usata per bere nelle regioni secche del nord e del nord-ovest. La rapida crescita dell'economia ha determinato, fra l'altro, una domanda crescente di acqua dolce: una crescita stima in 2,5 miliardi di metri cubi per anno. E in mancanza di sufficiente acqua di superficie, ecco che da alcuni decenni si sfrutta sempre più l'acqua del sottosuolo. Con conseguenze misurabili: in alcune regioni del nord della Cina il livello delle acqua sotterranee è diminuito di un metro ogni anno tra il 1974 e il 2000.

Inoltre è dimostrato che il 90% dell'acqua sotterranea è già contaminata: il 60% in modo grave. 

Una situazione non sostenibile, soprattutto se si considera che la domanda di acqua continuerà a crescere nei prossimi anni. Gli esperti calcolano che la Cina consumerà 750 miliardi di metri cubi di acqua nel 2030: il 90% dell'acqua dolce disponibile.

Che fare?

Il governo ha già deciso di ridurre del 35% rispetto ai livelli attuali la captazione di acqua dal sottosuolo in alcune municipalità del nord, comprese quella di Pechino e di Tianjin. Inoltre sta già allestendo un complesso sistema di canali e acquedotti per portare - a regime, entro il 2050 - 45 miliardi di metri cubi di acqua dalla regioni umide del sud verso le regioni secche del nord. Basterà tutto questo?

Gli esperti sono scettici. In genere una maggiore disponibilità di una risorsa si traduce in maggiori consumi. Mentre occorrerebbe modificarne l'uso. Che in Cina vorrebbe dire non usarla meglio nei campi. Ma, come ha detto al Forum l'idrogeologo americano Bridget Scanlon, modificare la specializzazione produttiva dell'agricoltura cinese. Impresa tanto necessaria quanto difficile.

Torna all'archivio