
[21/07/2010] News toscana
LIVORNO. Domani a Genova, nella sede del dismesso Segretariato del Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, è prevista una conferenza stampa di Legambiente e Regione Liguria per fare il punto sulle carenze di gestione e protezione della parte italiana di quella che l'Unione europea classifica come una delle più importanti ed estese aree di Rete Natura 2000.
Ma oggi Greenpeace pubblica quelli che definisce «nuovi dati scandalosi sul Santuario dei Cetacei che indicano una forte contaminazione da batteri fecali in alto mare, con livelli che arrivano a superare quelli normalmente tollerati a riva per la balneazione. Proprio nell'area che dovrebbe garantire la tutela di balene e delfini oggi dovremmo mettere cartelli con la scritta "divieto di balenazione"!»
Greenpeace spega che durante il suo ultimo tour nell'agosto 2009 nel Santuario ha registrato «Un notevole traffico navale che in estate può arrivare a una media di circa 200 imbarcazioni al giorno, tra cui navi passeggeri (con traghetti che corrono a ben a oltre 38 nodi!), tanker e cargo, spesso con sostanze pericolose. Questo traffico, per non parlare delle competizioni motonautiche come quella prevista tra l'Isola d'Elba e l'Argentario, rappresenta un fattore di disturbo molto intenso per i cetacei, non solo per il rumore e per le possibili collisioni, ma anche per problemi di contaminazione».
Le altre soprese vengono dalle analisi delle acque superficiali condotte nel 2009 nel Santuario che secondo Greenpeace «Confermano le nostre preoccupazioni: delle 28 stazioni campionate ben 6 hanno riscontrato una pesante contaminazione da coliformi e streptococchi fecali, più del 20% dei campioni, in aumento rispetto al 10% dell'anno precedente. Si tratta di batteri tipici degli scarichi fognari, che non dovrebbero essere presenti in alto mare. Eppure in ben 4 campioni i valori accertati sono talmente alti che se ci trovassimo a riva sarebbe vietato fare il bagno. Nessuna sorpresa, quindi, se le osservazioni raccolte durante il nostro ultimo tour sembrano confermare il preoccupante calo di cetacei nel Santuario registrato da Greenpeace, e confermato da altri, nel 2008».
Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace, evidenzia che «Questi batteri non possono provenire da scarichi fognari terrestri e la fonte di contaminazione più verosimile, sono gli scarichi di grandi navi traghetto e da crociera, che usano il Santuario come vera e propria discarica. Anche se questi sversamenti sono previsti dalla legislazione vigente, è scandaloso che siano permessi anche in un Santuario dei Cetacei: ancora una volta tutto ciò che vale fuori dal Santuario è valido anche dentro. Greenpeace da anni denuncia che il Santuario dei cetacei è una "scatola vuota": il piano di gestione sviluppato nel 2004 non è mai stato attuato! Lo scorso novembre all'ultimo incontro delle Parti sembrava che finalmente fossero stati fatti dei passi avanti, con l'approvazione di dieci raccomandazioni per far fronte alle principali problematiche del Santuario. Purtroppo a ben otto mesi dall'incontro nulla è cambiato, anzi da gennaio non esiste più neanche un Segretariato, organo preposto ad amministrare il Santuario».
Greenpeace spiega che, vista l'inerzia del ministero dell'ambiente, ha contattato gli assessori all'ambiente di Liguria, Toscana e Sardegna per spiegare quali siano i problemi legati al traffico navale e di aver chiesto «Un confronto in tempi rapidi sulla questione degli scarichi delle navi passeggeri e, in generale, dell'impatto ambientale del sistema trasporti nel Santuario».
La Monti sottolinea che la questione non è solo ambientale: «L'economia della fascia costiera di Liguria, Toscana e Sardegna dipende dal mare: è ora che le Regioni che si affacciano sul Santuario prendano l'iniziativa per tutelare un patrimonio in pericolo. Non possiamo aspettare che tutto il Santuario si trasformi in una fogna e balene e delfini scompaiano prima che si faccia qualcosa».