[21/07/2010] News
LIVORNO. Nella centrale idroelettrica di Baksan (nella foto) , nella Repubblica autonoma russa della Cabardino-Balcaria, sono esplose quattro bombe e una quinta è stata neutralizzata.
Fonti della polizia russa fanno sapere che «Secondo i dati preliminari, 4 bombe sono esplose nella sala macchine della centrale idroelettrica. Gli sminatori hanno disinnescato un altro esplosivo». Nell'attentato sono morte due guardie della centrale e due lavoratori sono rimasti feriti.
Il gruppo RusHydro, che gestisce la centrale, conferma i danni alla sala macchine e la polizia parla di due diverse esplosioni che hanno prodotto anche un incendio che sarebbe già sotto controllo. La notizia è molto preoccupante per lo stato-energetico russo che si vede attaccato dal terrorismo indipendentista islamico proprio in un logo simbolo del suo potere, inoltre l'attacco è stato preceduto da una vera e propria azione militare contro la stazione di polizia locale.
Il ministro russo per le situazioni d'urgenza si è subito affrettato a dire che la distribuzione di energia elettrica nella regione non è stata interrotta.
L'attentato non ha niente a con vedere con la tragedia del 17 agosto 2009, quando la centrale Sayano-Chuchenskaia sullo Ienissei, in Siberia, fu gravemente danneggiata e inondata per un incidente causato da difetti di progettazione della centrale, allora ci furono 75 morti e 13 feriti. Allora un gruppo e terroristico del Caucaso russo rivendicò la cosa come un proprio attentato, ma gli inquirenti scartarono questa possibilità.
Ora nel cuore tormentato del Caucaso la guerriglia musulmana è passata dalle rivendicazioni propagandistiche agli attentati energetici veri e propri e la Russia trema, pensando al reticolo di oleodotti e gasdotti e di centrali (anche nucleati) che l'attentato di Baksan ha dimostrato quanto siano vulnerabili ed accessibili.
L'indipendentismo islamico ha segnato un sanguinoso punto proprio dove fa più male all'oligarchia energetica putiniana.