[22/07/2010] News
LIVORNO. Quando nell'ottobre 2009 un incidente non ancora del tutto chiarito distrusse il sistema di trasporto automatizzato di minerale nel pozzo Clark della miniera di Olympic Dam (Nella foto), nell'Australia meridionale, la Bhp Billiton che gestisce il colossale impianto disse che tutto sarebbe stato riparato in 4 mesi, invece ne sono passati 9 prima che ieri, senza fornire dettagli, l'impresa mineraria australiana annunciasse nella sua relazione trimestrale che l'impianto è tornato a funzionare a pieno regime. Nell'ultimo trimestre avrebbe prodotto 712 tonnellate di ossido di uranio, rispetto alla produzione abituale di oltre 1100 tonnellate a trimestre. In precedenza, dopo l'incidente dal pozzo erano uscite solo 348 tonnellate e solo 89 tonnellate erano state avviate alla produzione .
Olympic Dam è il più grande deposito di uranio conosciuto al mondo, il quarto più grande giacimento di rame e il quinto più grande deposito d'oro, ma si estraggono anche significative quantità di argento. L'uranio viene estratto come co-prodotto del rame.
La miniera australiana è in grado di produrre 4.000 tonnellate di uranio all'anno, è quarta nella top ten delle miniere di uranio del mondo (83.344 tU al 2008) e da sola rappresentano circa l'8% della produzione totale mondiale. La Bhp Billiton però non è abbastanza soddisfatta e vorrebbe ampliarne fortemente l'area di estrazione nei prossimi decenni, per questo ha presentato nel 2009 un rapporto di environmental impact statement (Eis) di ben 4000 pagine sui suoi piani di espansione ed è in attesa delle decisioni del governo australiano. Il progetto prevede un ampliamento della miniera in 11 anni per produrre fino a 19.000 tonnellate di ossido di uranio all'anno.
Anche per questo l'incidente al pozzo Clark è stata una brutta tegola per la credibilità tecnologica del gigante minerario che ha cercato di mantenere il segreto sulla sua dinamica non fornendo dettagli sulle cause dell'incidente. La miniera di uranio è rimasta accessibile solo grazie ad un sistema secondario di accesso al pozzo di Whenan, ma la Bhp Billiton continua ad assicurare che tutto sarebbe stato sistemato entro 4 mesi e tornato ai livelli produttivi precedenti entro il marzo 2009.
Ma i media australiani hanno scoperto ugualmente cosa è probabilmente successo: un mezzo carico di minerale è caduto nel pozzo profondo 500 metri, distruggendo durante la sua corsa tutto quello che trovava sulla sua strada: cavi, infrastrutture e pareti di cemento.